ALBUM NUMERO 35

L'"Alma" di Enrico Ruggeri è ancora curiosa: "Ho abbandonato le mie certezze con coraggio incosciente"

Il cantautore milanese ha pubblicato il 35.mo album della sua carriera. Tgcom24 lo ha incontrato

di Massimo Longoni
16 Mar 2019 - 11:04
 © ufficio-stampa

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Trentacinque album pubblicati e non sentirli. A distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro solista Enrico Ruggeri torna con "Alma", un album in cui si mette alla prova con soluzioni musicali per lui inedite senza farsi attirare dalle sirene del moderno a ogni costo. "Avevo bisogno di fare qualcosa di diverso - spiega -, ma l'esperienza dei Decibel mi ha lasciato il coraggio incosciente di pensare alla musica senza preoccuparsi di cosa sia di moda".

Con una carriera così lunga alle spalle tornare in studio per produrre qualcosa di nuovo può non essere semplice. Il rischio è quello di trovarsi a ripetere cose già sentite o di non avere sufficiente ispirazione. Per questo a volte servono delle piccole vacanze rigeneratrici, come quella che Enrico Ruggeri si è preso riunendo i Decibel tre anni fa. Due album e altrettanti tour insieme a Fulvio Muzio e Silvio Capeccia gli hanno lasciato un nuovo modo di approcciarsi al lavoro e anche un'energia nuova. Non è un caso che in "Alma" Ruggeri si presenti anche con un gruppo in gran parte rinnovato e che, per la prima volta dal 1981, non vede Luigi Schiavoone, il chitarrista a lungo suo braccio destro, tra i componenti. Aria nuova per non avere legami con il passato. "Con tre anni di distanza dal mio ultimo lavoro solista avevo bisogno di fare qualcosa che non fosse un album dei Decibel ma nemmeno che ripartisse da dove ci eravamo fermati nel 2016 - spiega Ruggeri -. Qualcosa di diverso".

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Ruggeri si è così chiuso nel suo studio, senza scadenze o pressioni particolari, lavorando sui nuovi brani con il suo gruppo di musicisti. "Come sistema di lavoro ho esasperato quello che è il mio solito: arrivavo in studio suonando delle canzoni che nessuno della band conosceva. Ognuno si faceva la sua idea della canzone. Tra un prova e l’altra registravamo, poi magari la risentivamo e il giorno dopo la facevamo in un altro modo". Il risultato è un lavoro senza briglie, dove si può passare agevolmente dal rock più tradizionale a pezzi che omaggiano positivamente gli Ultravox a echi della melodia italiana anni 70. Una libertà figlia della parentesi vissuta con i Decibel.  "Quella reunion mi ha lasciato il coraggio incosciente che hanno Fulvio e Silvio - spiega lui -, che non si occupano di nulla che riguardi la musica di oggi. Siamo andati insieme a Sanremo e loro non conoscevano nessuno! Ma se gli chiedi chi era il musicista che ha suonato negli Sparks dal 1972 al 1973 ti sanno dire anche dove abita. Questo distacco incredibile dal contingente da un punto di vista operativo è molto divertente. E l’altra grande lezione è di evitare di essere schiavo della tecnologia attuale". Muzio e Capeccia sono tra l'altro presenti nell'album non solo in forma di ispirazione: tre brani portano la loro firma.

L'album si snoda tra due poli importanti costituiti dall'apertura di "Come lacrime nella pioggia", primo singolo", e "Forma 21". La prima è significativa in quanto scritta da Pico, figlio di Enrico. "Lui ha fatto tre album anche se adesso è impegnato in altre cose che non ho ben capito, di fondo mi sembra un fricchettone - dice sorridendo Ruggeri -. Un giorno gli ho chiesto se aveva una canzone per me. Mi ha fatto sentire due pezzi: di uno mi piaceva la strofa e dell’altro l’inciso, e li ho assemblati. E uno dei due iniziava con questa frase, tipicamente alla Pico 'La paura che mi prende parte dal profondo di me', E da lì ho costruito un testo, che lui ha sottoscritto. Se no magari non me la dava neanche...". "Forma 21" è invece un brano ambizioso che si misura con un tema difficile come la morte, raccontata in prima persona prendendo spunto da quella di Lou Reed. "E’ la canzone che mi ha emozionato di più scrivere e cantare - dice il cantautore -. E’ nata da un messaggio postato sui social da Laurie Anderson. Forma 21 è un esercizio di Tai Chi, di cui Reed era un maestro e lei ha raccontato che è morto proprio che stava facendo questo esercizio, in cui le braccia si elevano verso il cielo. La cosa che mi ha colpito è una cosa che ho verificato anche io essendo stato presente alla morte di una persona: lo stupore, l’ultima espressione delle persone è di stupore. Una cosa che apre una serie di ipotesi affascinanti". Luca Carboni ha detto che la morte non è un argomento pop. "E ha ragione, tanto che questo non è un singolo - dice Ruggeri -. Ma in ogni caso si tratta di una canzone scritta positivamente, non è lugubre".

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Tra i pezzi più importanti del disco c'è "Un pallone", cantato insieme a Ermal Meta e ispirato alla storia di Iqbal Masih, ragazzo pakistano simbolo della lotta alla sfruttamento del lavoro minorile. "La sua è una storia che ho scoperto grazie al mio programma radiofonico 'Il falco e il gabbiano ' - spiega -. In realtà lui cuciva tappeti e non palloni, ma mi piaceva mettere insieme i tre mondi: i grandi del calcio, che spesso arrivano da zona disastrate, i bambini fortunati che giocano con palloni fatti da bambini meno fortunati. Poi mi è venuto in mente Ermal, che ha alle spalle un vissuto complicato e ho pensato avrebbe potuto interpretarla al meglio". 

Ruggeri adesso partirà per un tour dalla duplice anima: alcune date acustiche, altre elettriche. "Il tour acustico sarà nei teatri, con una formazione per me inedita - spiega -: ci saranno piano, chitarra acustica e tromba, niente sezione ritmica. Abbiamo scarnificato le canzoni, sia quelle dell’ultimo album che quelle di repertorio, andando alla loro essenza letteraria. Il contraltare è il concerto nei club, dove si va in elettrico, anche con una certa virulenza". Nel gruppo non ci sarà per l'appunto Luigi Schiavone, la cui assenza nel disco ha sollevato qualche polemica via social...  "In realtà l’anomalia è stata quella di aver lavorato assieme initerrottamente per 35 anni, pur con tutto l’affetto e l’ammirazione - ribatte Enrico -. Molti si erano abituati a vederlo sul palco. Non è successo niente tra noi ma molto semplicemente lui sta facendo delle cose diverse da quelle che sto facendo io". In quanto al futuro, per citare una canzone di Ruggeri, questo è soltanto un'ipotesi. "Tornare a lavorare insieme? Chi può dirlo? Se mi avessero fatto questa domanda sui Decibel anni fa avrei risposto di no, poi… Tutte le volte che ho detto 'non farò mai più questa cosa' ho fatto brutta figura".

l concerti verteranno ovviamente sui brani nuovi ma anche sui classici. Molti dei quali sono praticamente obbligatori da suonare... Ma come vive Ruggeri questo obbligo nei confronti di alcune canzoni? "Io penso che tutti i cantautori considerino che alcune loro canzoni abbiano avuto fin troppa fortuna mentre altre, altrettanto meritevoli, siano state ingiustamente ignorate - risponde -. Per le canzoni obbligatorie… quando sono in sala prove non ho proprio voglia. Ogni scusa è buona per assentarsi. Ma poi quando sei sul palco e vedi la gioia della gente, l’assenso, allora capisci che vanno fatte per far contenti gli altri". 

LE DATE DEL TOUR
4 aprile la data zero al Teatro Mascagni di Chiusi (Siena) - ACOUSTIC TOUR
6 aprile al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) - ACOUSTIC TOUR
9 aprile al Teatro Cristallo di Bolzano - ACOUSTIC TOUR
13 aprile all’Athena Live Club di Ponte Dell’Olio (Piacenza) - ELECTRIC TOUR
27 aprile al Teatro Sociale di Sondrio - ACOUSTIC TOUR
4 maggio alle Officine Cantelmo di Lecce - ELECTRIC TOUR
10 maggio alla Latteria Molloy di Brescia - ELECTRIC TOUR
11 maggio al Fabrique di Milano - ELECTRIC TOUR
24 maggio al Teatro Colosseo di Torino - ELECTRIC TOUR

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