L'opera prima di Billy Joe Armstrong sbarca in Italia: un'ora e mezza per riflettere sugli incubi peggiori del nuovo millennio e una nuova generazione già perduta
di Gian Luca RoccoPuò una gioventù essere già vecchia? Possono i ragazzi trovarsi senza sogni ancora prima di aver provato a realizzarli? Può una società anestetizzare l'individuo con consumismo, promesse, bombardamento dei media, fino ad annullarlo? Può la provincia americana bruciare quell'American Dream sul quale la nazione è costruita? Sono le domande a cui i Green Day hanno cercato di rispondere all'alba del nuovo millennio con American Idiot. Domande attualissime e fotografia di una generazione cha ha già perso, raccontate con efficacia nel musical tratto dall'album.
Da Suburbia alla Grande Città... fino a Milano - Il loro lavoro era già un concept album: trasformalo in un musical, per il leader della band Billy Joe Armstrong, è stato un passaggio ovvio e naturale. Musical capace di vincere diversi premi dal 2010 in poi, quando ha esordito a Broadway. La storia, raccontata da tutte le canzoni di "American Idiot" e alcune dell'album successivo, "21 Gun", racconta di tre ragazzi, Johnny, Tunny e Will, nati e cresciuti a Suburbia, periferia del Grande impero americano. I tre decidono che è ora di staccarsi da quella realtà fatta di nulla: Johnny parte per la grande città, Tunny, affascinato dalla divisa, andrà a combattere in Medio Oriente e Will sarà costretto dalla gravidanza della fidanzata a restare nella sua cittadina per prendersi le proprie responsabilità. Le cose, ovviamente, non andranno per il verso giusto, soprattutto per Johnny, alle prese con l'affascinante St. Jimmy, suo alter ego lussurioso e sfrontato che lo trasporterà nell'incubo della droga, facendogli perdere anche la ragazza di cui si era innamorato. Il ritorno a casa, per tutti, sarà solo la certificazione del proprio fallimento: di giovane e di uomo.
Dopo le fortune oltre oceano, "Green Day's American Idiot" sbarca in Italia, al Teatro della Luna di Milano, grazia a una messa in scena convincente ed efficace. Giovanissima la compagnia, formata da diplomati e studenti del Teatro Musicale di Novara, molti dei quali al loro debutto sul palcoscenico. Ed è un piacere vedere una nuova generazione di professionisti del musical esibirsi con la scioltezza dei veterani, capaci di confrontarsi con un tema difficile, ma sicuramente nelle loro corde, brani complessi da un punto di vista musicale, coreografie davvero eccellenti e, in generale, con una produzione veramente complessa sotto ogni punto di vista
Grease con la cresta - Tutto perfetto quindi? No, non manca qualche incertezza nella messa in scena milanese, tra i livelli dei volumi, sbavature nel canto, personaggi, strano a dirsi, troppo sotto le righe. Ma siamo ai dettagli. Quello che resta in mente, è la standing ovation finale, l'energia che sprigiona dal palco, l'attenzione nel pubblico. I fan dei Green Day non possono mancarlo per nessuna ragione al mondo: è la messa in scena della musica che hanno amato, esplosa all'ennesima potenza. Ma in generale gli amanti del musical farebbero bene a tenerlo ben presente, qualunque siano i loro gusti musicali. Perché "Green Day's American Idiot" rischia di essere quello che per la generazione degli anni Ottanta è stato Grease. Il ritratto di una gioventù ribelle e scanzonata, ma molto più empatica e sofferente di quanto voglia dare a vedere. E poco importa che i capelli si alzino: restano i vestiti di pelle, le tematiche post adolescenziali e, in fondo, anche per fare la cresta da punk, serve la brillantina.
Avvertenza: lo spettacolo è italiano, ma le battute recitate sono pochissime, mentre le canzoni, per fortuna, sono tutte in lingua originale. Per goderselo al meglio conviene aver letto, almeno a grandi linee, la trama
GREEN DAY'S AMERICAN IDIOT
Milano, Teatro della Luna
Dal 26 gennaio al 12 febbraio 2017