fino all'11 gennaio

A Milano scoppia "La febbre del sabato sera", il musical in scena al Teatro Nazionale

La nuova versione italiana di Compagnia della Rancia, diretta da Mauro Simone, riporta sul palco le leggendarie musiche dei Bee Gees

11 Ott 2024 - 13:27
 © giulia marangoni

© giulia marangoni

A Milano è scoppiata "La febbre del sabato sera". Il musical ispirato al film cult di John Badham sarà in scena al Teatro Nazionale fino all'11 gennaio nella nuova versione italiana di Compagnia della Rancia, su licenza di Broadway Licensing, per la regia di Mauro Simone. Uno spettacolo emozionante e coinvolgente, nel quale i 21 performer sul palco fanno rivivere le avventure di Tony Manero e dei suoi amici nella Brooklyn degli anni Settanta, al ritmo delle iconiche musiche dei Bee Gees. Il divertimento è assicurato.

La trama del musical

 La storia è nota, la stessa che abbiamo imparato a conoscere e amare nel film del 1977 con John Travolta. Il 19enne Tony Manero (Simone Sassudelli) durate la settimana lavora in un negozio di vernici e conduce una vita monotona tra una famiglia opprimente composta dal padre Frank (Gustavo La Volpe), la madre Flo (Marisa Della Pasqua), la sorella minore Linda (Elisa Gobbi), il fratello maggiore Frank Jr (Giulio Benvenuti) che abbandona l’abito talare. Completano il suo piccolo mondo gli amici di sempre: Bobby C. (Gianluca Cavallaro) e la fidanzata Pauline (Chiara Di Loreto), Double J (Alex Sanchez), Joey (Matteo Francia), Gus (Lorenzo Longobardi). Ogni sabato sera, per sfuggire alla dura realtà quotidiana, Tony diventa il “re” della discoteca 2001 Odissey, dove è ammirato per il suo stile e le sue abilità di ballerino, icona di una gioventù che si ribella anche attraverso la danza. Tony è desiderato da tutti, soprattutto dall’amica Annette (Jessica Lorusso), forse troppo amica per diventare ai suoi occhi interessante e in grado di farlo innamorare. Con il sogno di una vita migliore lontano da Brooklyn, Tony vede nella danza la sua via di fuga dalla banalità, prevedibilità e immobilismo della vita adulta che lo aspetta. L'incontro con Stephanie Mangano (Gaia Soprano), che vuole trasferirsi a Manhattan per costruirsi una carriera, rappresenta così una svolta per entrambi. Insieme, decidono di partecipare a una competizione di danza che potrebbe segnare l'opportunità di cambiare il loro destino. Completano il cast i performer Giorgia Cino (Maria Huerta/Dance Captain), Veronica Barchielli (Connie), Emma Baldin (Doreen/Shirley Charles), Claudio Cangialosi (Gabriel), Raciel Rizo (Cesar Rodriguez), Matteo Passini (commesso sartoria), Marco Mazzei (Chester Brinson), Natascia Fonzetti (dj Monty, che in questa versione è interpretato da una donna) e Alice Grasso (Candy).

Dalla pellicola al palcoscenico

 La regia di Mauro Simone prende spunto dalle inquadrature immersive del film e dall’indimenticabile piano-sequenza di apertura: "Mi piacerebbe riportare sul palcoscenico questa sensazione di movimento fluido continuo e organico per passare da un momento all'altro", ha detto il regista che attraverso la scenografia creata ad hoc ha ricreato la sensazione dei movimenti di camera. Per realizzare il progetto ambizioso si è avvalso delle trascinanti coreografie di Chris Baldock, della direzione musicale di Andrea Calandrini, le scenografie disegnate da Lele Moreschi, le luci di Francesco Vignati e i costumi di Riccardo Sgaramella.

Una storia attuale

 Ciò che rende la storia attuale è il fatto che parla di un disagio giovanile: un gruppo di giovani alla ricerca di qualcosa che permetta loro di compensare il vuoto che hanno dentro, quella sensazione di inadeguatezza che parte da dinamiche famigliari prima e dal contesto sociale poi. "La febbre del sabato sera" fu girato nei mesi di luglio e agosto del 1977, in concomitanza con il black out che sconvolse, con vere e proprie rivolte urbane, la città di New York (già duramente colpita da rivolte e delinquenza) il 13 luglio 1977. La "febbre" da discoteca rappresentò un tale fenomeno sociale da far aumentare del 50% in un anno il numero dei locali da ballo. Tony Manero, come tanti giovani all'epoca, cercava speranza attraverso l'affermazione sul dance floor: un affannosa ricerca di approvazione e consenso che si ritrova anche nei giovani di oggi e nel loro modo di usare i social.

"La febbre del sabato sera" nella versione in scena al Teatro Nazionale è uno spettacolo che sorprende, perché consente di leggere la storia di Tony Manero da un altro punto di vista che non è solo quello più semplice, della prima lettura, della voglia di divertimento e amore per il ballo. E' uno show esplosivo e dinamico, tra luci coloratissime, musica indimenticabile e un cast pieno di energia e carisma che fa divertire e fa venir voglia di ballare. Ma che dietro le paillettes e le luci stroboscopiche della discoteca, svela anche la sua anima più profonda.

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