Botta e risposta tra il leader ultraliberista e l'artista che aveva cantato l'inno argentino per la finale dei Mondiali
Se negli Stati Uniti Taylor Swift impensierisce Trump e in Italia innervosiscono politica e tv le esternazioni pro pace e anti genocidio a Gaza di Ghali e Dargen D'Amico, anche in Argentina va in scena uno scontro tra artisti e istituzioni. Qui la cantante Lali Espósito è diventata il bersaglio degli strali del presidente Javier Milei, che l'ha definita una “parassita”, che beneficia dello Stato, soprannominandola "Lali Deposito", e l'ha accusata di fare campagna a favore dell'opposizione politica.
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A pochi giorni dall'entrata in carica in Argentina, il presidente neoliberista Javier Milei ha segnato la sua prima sconfitta: la sua Legge Omnibus, 664 articoli per “rivoluzionare il Paese”, è stata affossata in Parlamento. Tra le reazioni alla sua debacle, Milei, "El loco", ha messo quindi nel mirino Lali Espósito, sua contestatrice, indirizzando critiche contro l'artista, il cui vero nome è Mariana Espósito. Dopo l'elezione dell'estremista di destra, la cantante, una delle più popolari del Paese e con fan sparsi in tutta l'America Latina e Spagna, aveva postato sui social un lapidario commento, "Che tristezza". Durante il tradizionale festival di musica Rock Cosquín, che si è svolto di recente nella provincia di Cordoba, Lali, considerata una simpatizzante peronista, ha presentato la canzone "Quiénes son?" ("Loro chi sono?"), dedicandola "ai bugiardi, alle persone cattive, a chi non valorizza, agli anti-patria". Una frase che molti hanno considerato rivolta all'attuale governo.
"Se sei un parassita che vive succhiando al seno dello Stato, hai dei problemi. E se le tue opinioni politiche sono in linea con lo spazio politico che ha pagato per le tue presentazioni, sei un meccanismo di propaganda politica", ha dichiarato Milei. Gli attacchi del capo dello Stato a vari artisti non sono una novità. Anche nella prima versione della sua legge Omnibus, ritirata dal Congresso senza essere votata, erano stati inseriti diversi articoli che tagliavano i finanziamenti alla cultura.
Dopo questi attacchi, che hanno portato numerosi follower di Milei ad attaccare l'artista sui social con montaggi fotografici in cui appariva con sacchi di soldi in mano, in fuga da bambini poveri e ai quali piaceva al presidente, la cantante ha risposto al presidente sui suoi canali: "Non so altro che lavorare ed è così che guadagno sempre i miei soldi", ha chiarito l'artistam spiegando di aver partecipato a "spettacoli municipali con tutti i governi, come la maggior parte degli artisti". Una delle linee politiche di Milei consiste nel ritirare i sussidi alla cultura, così come nell'eliminare il ministero che si occupa di questo lavoro, aspetto che Lali non condivide. "Rispetto, anche se non lo condivido, che il vostro piano volti le spalle o non dia priorità alla cultura, ma credo che demonizzare un'industria e le persone che la compongono non sia la strada giusta". La cantante ha poi cercato di calmare le acque: "Presidente, lei è il capitano di una nave sulla quale viaggiamo tutti, quelli che l'hanno votato e quelli che non l'hanno fatto, ed è per questo che auguro che il percorso da lei scelto porti TUTTI in un posto migliore. Democraticamente accetto il percorso che la maggioranza ha scelto e per rispetto voglio avere la libertà di poter pensare diversamente", ha detto. "Ho visto sulle vostre reti che mettete in dubbio la mia professionalità e abilità sul palco. Senza ironia e con entusiasmo, vi invito a qualsiasi dei miei concerti ogni volta che volete. Sarebbe un piacere avervi tra il pubblico e avreste un bellissimo momento. Ve lo assicuro", ha concluso. Milei non ha risposto a questa affermazione, pur continuando a criticare il mondo della cultura: "Il problema qui non è un'attrice. È un'architettura culturale progettata per sostenere il modello che avvantaggia i politici. Ebbene, siamo qui per porre fine a tutto ciò", ha detto, senza riferirsi direttamente a Lali Espósito.