La cantante, candidata con "Io sì" come miglior canzone originale per il film "La vita davanti a sè" di Edoardo Ponti con Sophia Loren, si racconta
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Piange di gioia Laura Pausini, ma le ansie e le paure sono quelle di quando a 18 anni ha affrontato, vincendo, per la prima volta il Festival di Sanremo. Adesso la sfida è diversa, l'asticella si alza, c'è la nomination agli Oscar per "Io sì" come miglior canzone originale per il film "La vita davanti a sè" di Edoardo Ponti con Sophia Loren. "In un momento così difficile, questa nomination è un regalo per tutti gli italiani, al di là del mio nome", spiega in conferenza via Zoom la cantante.
"Ogni volta a Sanremo mi sento piccolissima, in fasce. Mi sento più piccola a Sanremo che agli Oscar - racconta Laura -. Invece di sentirmi figa mi fa avere più ansia, avere delle nomination e vincere premi importanti perché poi la gente si aspetta di più, anche io mi aspetto di più da me. È una sfida con me stessa e mi chiedo se sarò capace. In realtà sono una persona fragile e impaurita, ma tutti questi traguardi mi hanno anche dato la voglia di spingere sull'acceleratore interno mio. Per vedere se davvero mi merito quello che ho".
Stavolta Laura lancia un "appello": "Ho bisogno dell'appoggio degli italiani. Mi sento più che mai bisognosa di energia e positività. E spero che la nomination porti questo a tutti".
La Pausini è la prima cantante italiana candidata agli Oscar con una canzone in italiano: "Non so cosa abbia di particolare la mia vita. Da quando ho vinto Sanremo 28 anni fa, mi chiedo continuamente perché, ma so che da quel giorno dentro di me è nato il desiderio di non accontentarmi, e di voler essere come un atleta, disciplinata e allenata. Ho sempre cercato di fare il meglio che potevo, a volte ho sbagliato, ma quello che sento e che ho sentito quando ho vinto il Golden Globe e ieri con la Nomination sono cose talmente più grandi di quelle sognate nella mia vita che non so bene come prenderle, a volte mi sento piccola rispetto a queste cose così grandi che mi succedono".
Per Laura è una sorta di sfida con se stessa e "mi chiedo sempre se sono sicura di volermi prendere questa responsabilità, ma non riesco mai a dire di no".
"Perché il premio in sè è una gioia talmente grande che è anche mio dovere nei confronti della mia vita di non arrendermi - continua - Ogni volta che c'è una nomination o il premio finale non significa essere arrivata ma ricominciare o cominciare qualcosa di nuovo che ancora non conosco. E ogni tanto mi spaventa, perche' non so se sono in grado. Ogni volta che mi spavento invece di tirarmi indietro, io mi butto. Voglio viverla questa sfida, sennò è finita".
Laura dedica questa nomination al papà che le ha fatto amare la musica dai tempi del pianobar e ringrazia una persona: "Sophia Loren. È lei che mi ha scelta. Sono piena di riconoscenza per quello che mi sta accadendo".
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