Al Franco Parenti di Milano dal 19 gennaio al 6 febbraio con la regia di Raphael Tobia Vogel
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Fisica quantistica, sentimenti, caso e libero arbitrio. Sono gli ingredienti di "Costellazioni" del giovane drammaturgo britannico Nick Payne, che debutta in Prima Nazionale mercoledì 19 gennaio e resta in scena fino al 6 febbraio al Teatro Franco Parenti di Milano. Seconda regia in stagione per Raphael Tobia Vogel, che, dopo aver affrontato rapporto fra umano e intelligenza artificiale con Marjorie Prime di Jordan Harrison, si cimenta adesso con la relazione uomo-donna vista con gliocchi del brillante autore inglese, che ne elabora e analizza le infinite e possibili variazioni, proprio come nella cosmologia quantistica.
C’è infatti una teoria in questa branchia della fisica, che sostiene che esista un numero infinito di universi: tutto quello che può accadere, accade da qualche altra parte e per ogni scelta che si prende, ci sono mille altri mondi in cui si è scelto in un modo differente. Nick Payne prende questa teoria e la applica a un rapporto di coppia.
Roland è un tipo alla mano, che si guadagna da vivere facendo l’apicoltore. Marianne è una donna intelligente e spiritosa che lavora all’Università nel campo della cosmologia quantistica.
"Costellazioni" parla della relazione uomo-donna, ispirandosi alle idee della teoria del caos. Il testo esplora le infinite possibilità degli universi paralleli: si tratta di una danza giocata in frammenti di tempo. In questa danza la più sottile delle sfumature può drasticamente cambiare una scena, una vita, il futuro.
I due protagonisti sono interpretati da Elena Lietti e Pietro Micci, già diretti da Vogel in Marjorie Prime, due attori di casa al Parenti attualmente protagonisti di film e serie tv di grande successo come Anna per la prima e Romulus per il secondo. Elena Lietti è stata recentemente la protagonista di "Tre piani", nuova opera di Nanni Moretti acclamata all'ultimo Festival di Cannes. E dopo Moretti, il cinema nel 2021 le ha aperto le porte con la partecipazione ai film di Paolo Virzì, Paolo Genovese, Felix van Groeningen e Giuseppe Bonito.
I due attori si muovono nella suggestiva scena di Nicolas Bovey, lo scenografo di origini svizzere allievo di Margherita Palli che ha al suo attivo importanti collaborazioni tra cui quelle con Valerio Binasco, Hinrich Horstkotte, Manfred Karge, Davide Livermore, Mario Martone, Ricci&Forte.