IN SALA "PARE PARECCHIO PARIGI"

Pieraccioni torna in un film corale sulla famiglia| "Ceccherini? Beve solo acqua e vive come un prete laico"

Nella nuova pellicola, al cinema dal 18 gennaio, accanto all'attore e regista anche Nino Frassica, Chara Francini e Giulia Bevilacqua

18 Gen 2024 - 09:09
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Leonardo Pieraccioni torna al cinema con un film corale sulla famiglia. Una commedia dei buoni sentimenti, che suona come un consiglio per tutti coloro, che rimandano sempre quella parola gentile che servirebbe a rasserenare gli animi tra padri e figli, tra fratelli e sorelle. È questo il leit motiv di "Pare parecchio Parigi", che già qualcuno ha ribattezzato come "Pare poco Pieraccioni", in sala dal 18 gennaio, che vede nel cast anche Nino Frassica, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua. In occasione del lancio del suo nuovo lavoro cinematografico Pieraccioni ha parlato in un'intervista anche dell'amico ed ex collega Massimo Ceccherini e della sua vita da quasi eremita sulle colline di Pistoia.

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La paura dei sentimenti

  Più favola che commedia, più sentimenti che battute insomma nel nuovo lavoro del regista e attore toscano,  che alla presentazione del film a Roma ha detto: "Alla soglia dei sessant'anni mi andava di affrontare in maniera più analitica la famiglia e quelle acredini che sempre ci sono e che, volendo, si possono risolvere in dodici ore. Di film comici ne sono stati fatti tanti e il pubblico si è un pochino disaffezionato, così ho pensato a un film che non sembrasse neppure mio".  E ha poi aggiunto: "Era proprio il momento giusto di farlo e poi ne sono orgoglioso perché la mia figliola mi ha detto: 'hai fatto proprio un bel film'. Comunque confesso che io che ho paura dei sentimenti: in alcuni momenti mi sono davvero emozionato". 

La trama del film e dove è stato girato

  "Pare parecchio Parigi", su soggetto scritto da Pieraccioni con Filippo Bologna, è liberamente ispirato ad una storia vera, quella dei fratelli Michele e Gianni Bugli che nel 1982 partirono con il padre malato in roulotte e gli fecero credere di essere arrivati a Parigi non uscendo quasi mai dal loro podere. "Il film è dedicato a loro e a tutti i sognatori". Questa la storia. Per esaudire il desiderio del vecchio padre molto malato (Nino Frassica) di fare un viaggio a Parigi con i figli, tre fratelli (Pieraccioni, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua), che non si parlano da anni, fingono di partire con lui da Firenze a bordo di un camper, che non uscirà mai dai confini di un maneggio. Quel viaggio, messo in scena perché ai figli è stato proibito di allontanare il padre dalla struttura ospedaliera che lo ha affidato loro, diventerà un'irresistibile occasione per tentare di far riavvicinare i fratelli e cercare di riconciliarsi con il loro papà. Il film è stato girato nei pressi di Roma.

Fotogallery - Leonardo Pieraccioni presenta "Pare parecchio Parigi"

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Nino Frassica

   "Quando ho telefonato a Nino Frassica gli ho detto: hai voglia di stare sdraiato con l'aria condizionata? Perché agli attori di teatro preferivo professionisti che hanno una visione ironica della vita", ha spiegato Pieraccioni. "Le battute esilaranti di Frassica da cabarettista sono state numerose. È stato lui con il suo personaggio il vero 'ciclone' del film". Un Frassica che risponde cosi': "non è mai troppo tardi potrebbe essere il degno sottotitolo del film, perché in un rapporto familiare si sente spesso la frase 'glielo devo dire prima o poi' ma si rimanda sempre. E a volte finisce che è troppo tardi e si resta con il rimorso. Io ho fatto tante battute perché non sono abituato a dire cose serie. Il mio genere è surreale e dopo aver riso ci siamo autocensurati perché un film non è un varietà, ci sono due linguaggi diversi, c'è un copione da rispettare".

Ecco qual è la ragione per cui faccio film

 "Questo è un film che ho voluto fare perché avevo volontà di raccontare", ha voluto sottolineare Pieraccioni: "E' uno dei film più corali che abbia fatto, come i 'Laureati' di 30 anni fa. Del resto un film è come un termometro. Il nostro mestiere è divertire, far passare un'ora e mezzo serena allo spettatore. Perché sia se ci sono tre pensionati al pomeriggio in sala o 200 persone al sabato io faccio i film che vorrei vedere, smetterò di farli quando mi dicono basta. Chi nasce per fare opla' deve fare opla'. Non potrò mai dimenticare uno spettacolo di anni fa a Campiglia Marittima dove c'erano 6 spettatori paganti. Ho fatto lo show dicendo loro: 'stasera diventiamo parenti'. Gli applausi di 7 mila spettatori e quelli di 6 persone sono uguali".  

Chiara Francini

  Secondo un Pieraccioni in vena di scherzi "Chiara Francini parla troppo e non si azzitta mai, tanto che ho perso l'orecchio destro". E' lei un'altra protagonista del film, una dei tre figli che non si parlano da cinque anni. "Il film e' un viaggio in un caravan che è una meta - sottolinea l'attrice - un viaggio che rappresenta la tensione che si ha quando si va alla ricerca della felicità". 

E il politicamente corretto?

 "Credo sia una cosa fondamentalmente folkloristica e incredibile, ma che alla fine passera'. Vi faccio un esempio", ha detto il regista rivolto ai giornalisti: "l mio montatore, Patrizio Marone, a un certo punto mi ha detto: 'perché non togliamo quello scappellotto che dai a tua sorella, potrebbe dare fastidio'. Ma quello era solo uno scappellotto di chi si vuole bene, oggi purtroppo tutto può essere male interpretato ed è una bischerata".

Massimo Ceccherini? Un prete laico

 In occasione del lancio del film Pieraccioni ha fatto il bilancio della sua carriera in una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale ha parlato anche del collega e amico Massimo Ceccherini, con cui ha lavorato nei primi successi come "I laureati" e "Il ciclone" e che, dopo la partecipazione all'"Isola dei Famosi 2017" (da cui decise di ritirarsi), è praticamente sparito dalla scena. "Ora è diventato una specie di prete laico, se ne sta arrampicato in un paesino sopra Pistoia con la compagna Elena, beve quasi solo acqua e vive in simbiosi col cane, ci dorme pure insieme", ha raccontato Pieraccioni: "Siccome ha lavorato con Garrone alla scrittura di “Io Capitano”, è terrorizzato dal fatto che dovrebbe lasciare il cane per non poterlo portare sul tappeto rosso a Hollywood".

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