Dal 15 al 18 gennaio al teatro Manzoni di Milano in scena la commedia "Vorrei la pelle nera" con Ugo Conti: il musicista racconta lo spettacolo a Tgcom24
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"Vorrei la pelle nera", la favola soul diretta da Maurizio Colombi, arriva al teatro Manzoni di Milano dal 15 al 18 gennaio. Protagonista è la "strana coppia" formata da Luca Jurman e Ugo Conti. Una strepitosa voce accompagnata dalla verve comica dà vita a una divertente commedia musicale con revival delle canzoni degli Anni 70, 80 e 90. "Interpreto due personaggi completamente diversi, è una favola che fa ridere e riflettere", racconta a Tgcom24.
Luca, come nasce questa coppia?
Ci conosciamo da tantissimi anni, dai tempi in cui frequentavo Diego Abatantuono, Teo Teocoli.... Ero un po' la mascotte, un enfant prodige, mio padre mi accompagnava a suonare Jazz. Con Conti ci siamo ritrovati in una commedia più di dieci anni fa e quando con Maurizio abbiamo scritto questa commedia si è pensato subito che la persona adatta fosse lui, per il suo volto e il suo modo di fare.
Che rapporto avete?
Molto giocoso, andiamo anche a sciare insieme ogni tanto... sembriamo Gianni e Pinotto.
Parlaci dello spettacolo...
E' una commedia musicale molto bella, fa ridere.. Nasce da una storia vera, perché io avrei sempre voluto da ragazzino la pelle nera... è un favola, è una storia di Cenerentola.
Qual è il tuo ruolo?
Sono il protagonista, è un ruolo bello tosto, impegnativo, mi diverto tantissimo. I miei sono due personaggi completamente diversi. La storia si svolge all'interno del locale, io sono un cameriere che aspira a fare il cantante, la band è parte integrante dello spettacolo anche a livello attorale. Ho questo sogno che poi si realizza, così cambio, divento un altro e sono mosso dalla parte sentimentale drammatica. Spesso vogliamo cambiare noi stessi per raggiungere degli obiettivi, anche se poi accorgiamo che si possono ottenere lo stesso rimanendo noi.
Il successo fa perdere l'identità?
Il vero artista secondo me non cambia neanche davanti al più grande successo, certo c'è una contaminazione spinta dalle persone che ci sono attorno, ma il vero artista è quello che rimane se stesso.
Cosa ti porti dell'esperienza di "Amici"? Eri molto "cattivo" con gli allievi...
L'arte della musica è eccelsa, per vincere soldi ed arrivare al successo, ci vuole talento e tanti sacrifici... L'esperienza in tv mi ha dato la possibilità di dire delle cose che penso. Oggi mi dispiace vedere che i talenti che si esibiscono vengono giudicati da persone che sicuramente hanno una carriera di tutto rispetto ma che dal punto di vista musicale non hanno le competenze. Se tu giudichi come canto, allora io posso giudicare come reciti.
Tornando alla commedia, il protagonista viene tradito dall'emozione a un certo punto.. ti è mai capitato?
Da piccolo ed è stato uno shock. In realtà il mio personaggio viene sovrastato dalla solita persona che vuole fare in modo che tu non abbia visibilità e successo.
Il pubblico milanese è molto attento, sei pronto?
Milano è tosta. Ma sono tranquillo, in fondo è una favola... Mi presento con umiltà, cercando di far sorridere, riflettere e regale in questo momento così triste un paio d'ore di risate e speranza.