E' andato in scena il flashmob del settore della musica dal vivo per dare voce ai palchi condannati al silenzio. Reazioni contrastanti tra gli utenti
Pubblicizzato per settimane, "L'ultimo concerto?" era stato presentato come un mega evento: tanti concerti in diretta contemporaneamente dai live club di tutta Italia ma senza pubblico e su un unico canale streaming. Tanti i nomi coinvolti, da Diodato a Manuel Agnelli fino a Caparezza e Ligabue. Ma chi si è collegato in attesa di un concerto ha trovato il silenzio, il buio dello schermo. E' stato un grande e provocatorio flashmob della musica dal vivo in Italia, un evento "fake" che ha messo in scena l’assenza dei live come evento stesso. E ovviamente non sono mancate le polemiche di chi non ha capito il fine ultimo del progetto: che rumore fa il silenzio della cultura?
Tanti i nomi annunciati per l'evento online del 27 febbraio (a un anno esatto di distanza dalla prima chiusura di teatri, cinema, live club e luoghi di cultura): Roby Facchinetti, Diodato, Subsonica, Manuel Agnelli con Rodrigo D'Erasmo, Lo Stato Sociale, Marlene Kuntz, Ghemon, Brunori Sas, Pinguini Tattici Nucleari, Zen Circus, Marina Rei, Fast Animal and Slow Kids tra gli altri. Artisti che prestando il proprio nome, hanno funto da esca per tutti. E gli utenti che si sono collegati in Rete, dopo un breve video preparativo registrato, si sono trovati di fronte al nulla, al silenzio. E a un messaggio su sfondo nero che spiegava: "Nessun concerto. Ecco, lo avete capito anche voi. Qui è dove siamo adesso: la realtà che viviamo oggi, che rischia di essere anche il nostro domani. L'Ultimo Concerto? L'avete già vissuto, nel 2020. Il Prossimo? Noi vogliamo che ci sia! Dateci voce, ci mettiamo la passione e i palchi!".
Così 130 live club e tutti gli artisti coinvolti hanno dato voce al silenzio dei palchi vuoti, condannati dalla pandemia ma anche da istituzioni: un settore bloccato da 365 giorni e che non vede una luce all’orizzonte. Sono stati 15mila i concerti cancellati, 50 milioni di euro iI mancati incassi per il settore, per una media di oltre 332mila euro per singola realtà, mentre il 49% dei live club dichiara di non avere certezza circa la possibilità di una riapertura a fine pandemia.
Ma tra gli utenti, com'era lecito aspettarsi, non tutti l'hanno presa bene: per molti l'iniziativa è stata geniale, ma altri l'hanno definita una trollata o una presa in giro a tutti gli spettatori, mentre altri ancora hanno lamentato l'attesa e la brutta sorpresa, di essersi visti "scippare" davanti al naso una serata che avrebbe fatto tornare l'atmosfera dei concerti live.