IL NUOVO ALBUM

Il viaggio psichedelico di Mace, da Marco Mengoni a Fabri Fibra 28 voci italiane per "Maya"

Il  terzo disco solista del produttore nato come lavoro collettivo in Toscana vivendo a stretto contatto per giorni. A ottobre live al Forum

05 Apr 2024 - 10:39
 © Dubitante

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 "Maya" è il nuovo album di Mace. Il suo terzo lavoro da solista è un ambizioso progetto in cui il producer ha deciso di riunire 28 voci del panorama musicale italiano, in un viaggio psichedelico tra generazioni, stili, sensibilità e mondi sonori diversi. Un’esplorazione che non si limita alle produzioni ma che si estende alla scelta accurata degli ospiti, tra i pesi massimi della scena e le nuove promesse che stanno lasciando un segno, a dimostrazione della curiosità del producer verso tutto ciò che è innovativo. Si sono uniti a Mace, Altea, Bresh, centomilacarie, Chiello, Coez, Cosmo, Digital Astro, Ele A, Ernia, Fabri Fibra, Frah Quintale, Franco 126, Fulminacci, Gemitaiz, Gué, Iako, Izi, Kid Yugi, Joan Thiele, Marco Castello, Marco Mengoni, Noyz Narcos, Rares, Rkomi, Salmo, Tony Boy, Venerus, Vins.

Mace (pseudonimo di Simone Benussi) ha lavorato negli anni con Blanco, Salmo, Ghali, Fabri Fibra, Guè, Marracash, Venerus. Dopo l'esordio solista nel 2021 con Obe che conteneva il singolo cult "La canzone nostra", ha pubblicato e disco strumentale Oltre nel 2022, un viaggio fra psichedelia, contemplazione ed elettronica.

Il nuovo album, un viaggio psichedelico

  "Maya", traducibile con “inganno”, è un termine che nasce dalla filosofia induista per esprimere la grande illusione che avvolge ciò che definiamo comunemente come “reale”, un velo che nasconde la vera natura delle cose e di noi stessi. Impalpabile, (quasi) immateriale, la musica ha il potere di condurre altrove, di trasportare chi ne fruisce in dimensioni che evadono dalla realtà che percepiamo come oggettiva. Il nuovo album di Mace nasce, anche, da questa visione. Da una parte il desiderio del produttore multiplatino di accompagnare l’ascoltatore in dimensioni immateriali, di percorrere un vero e proprio viaggio attraverso le atmosfere psichedeliche delle produzioni e di condurre le numerose voci ospiti fuori dalla loro zona di comfort. Dall’altra la volontà di tornare a un processo creativo che privilegiasse un lavoro collettivo.

La creazione dell'album: gli artisti insieme per giorni

  L'album è nato in un casolare in campagna in Toscana. Mace è partito dall’intuizione per processare in un secondo momento tutto il materiale raccolto, arricchendolo di squarci sonori, forti contrasti e frammenti di psichedelia per immergere l’ascoltatore in un territorio straniante e irreale. Il produttore racconta come è nato l'album e le interazioni tra musicisti: “Volevo approcciarmi a un disco totalizzante, che nascesse dal contatto, non da tanti mattoncini separati. È una modalità molto diversa rispetto a quella che è in voga oggi: non singole session, ma periodi di vita vissuta insieme 24 ore al giorno per diversi giorni, nei colori delle campagne toscane, condividendo praticamente tutto, come un collettivo degli anni ‘70. In particolare avevo in mente i Funkadelic e il rock psichedelico, ma spesso non davo alcuna indicazione precisa: volevo che la musica si materializzasse, e noi fossimo semplicemente delle antenne, pronte a canalizzarla. Tante delle idee in Maya sono apparse così, dall’interazione tra i musicisti più talentuosi che conosco, all’interno di una stanza piena di strumenti musicali: sintetizzatori, strumenti indiani, fiati, arpe, chitarre, percussioni africane… ci sembrava di essere sul palco dei Pink Floyd a Pompei!”. Un itinerario psichedelico che prenderà forma attraverso un’esperienza extracorporea che condurrà lo spettatore in un viaggio attraverso "Obe", "Oltre" e il suo nuovo album il 18 ottobre, quando Mace terrà il suo primo concerto al Forum di Milano. 

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