A Tgcom24 il cantautore racconta i brani del nuovo disco tra malinconia e ritmo sudamenricano
"Apriti cielo", quarto album di Mannarino, può essere decritto con una frase di Vinicius De Moraes: "Il samba è una tristezza che balla". Figlio di una ricerca musicale durata anni e di viaggi in Sudamerica ("Una fuga per salvarsi, per raggiungere la felicità"). il disco tra malinconia, ritmo, protesta e un inno alla vita, racconta l'attualità con il cuore a Chico Buarque e alle sonorità brasiliane del Tropicalismo. Il cantautore romano lo ha raccontato a Tgcom24.
Il nuovo capitolo della saga musicale del cantautore ha un titolo che ha vari sensi e interpretazioni. E' sia "il bisogno di fare una ricerca dentro di sé e far vedere fuori quello che si è trovato", ma anche mostrare "una radice comune dell'umanità".
L'universo musicale del disco? "Andavo a cercare dei colori per trasformare la realtà, che è quello che fa l'arte, Avevo bisogno di allegria e di gioia profonda".
"La fuga non è un atto del pavido ma un atto di ribellione. Negli ultimi anni ho sentito l'esigenza di queste fughe, di andare a cercare altro, quindi mettere in discussione tutte le mie sicurezze, anche l'apparato di valori, sociale culturale in cui vivo. Siamo tutti sulla stessa barca, ma ce la possiamo fare con uno spirito diverso, quello di cercare la trasformazione della tristezza in qualcosa d'altro".
L'uscita del disco anticipa il tour che debutta il 25 marzo (con bis il 26) a Roma, al PalaLottomatica.