Grande interprete della canzone popolare vesuviana, voce storica del gruppo E'Zezi di Pomigliano d'Arco, Colasurdo collaborò con artisti del calibro di Federico Fellini e John Turturro
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È morto Marcello Colasurdo, storico musicista della musica napoletana: l'annuncio sulla sua pagina Facebook. Nato a Campobasso nel 1955, si trasferì a Pomigliano, in provincia di Napoli, a dieci anni. Noto per le sue collaborazioni e per avere fondato il gruppo operaio E'Zezi, Marcello Colasurdo ebbe anche una breve carriera da attore, negli anni Ottanta, lavorando con Federico Fellini e Mario Martone.
Il post su Facebook - "Adesso alzate le vostre tammorre nell'alto dei cieli e suonate per me! Io da lì continuerò a suonare per voi nei cerchi della terra e dei Campi Elisi. Grazie a tutti per l'amore che mi avete dato!", si legge nel post pubblicato sulla sua pagina Facebook. Immediato il cordoglio della rete. I funerali si svolgeranno giovedì 6 luglio nella chiesa di San Felice a Pomigliano d'Arco.
Un artista spirituale - Era musicista e sciamano, Marcello Colasurdo: con la sua spiritualità ancestrale e la sua musica, raccontò i contadini vesuviani, la classe operaia e gli incidenti sul lavoro nelle fabbriche. Aprì i concerti di Peter Gabriel e interpretò il Maharaja per Fellini nel film L'intervista. Negli ultimi mesi, a causa di una retinopatia diabetica, le sue condizioni di salute si erano aggravate. Colasurdo, dopo una caduta in casa, era diventato cieco e aveva subito un'amputazione alla gamba. Nella sua ultima intervista al Mattino, si era detto addolorato per la barbara uccisione di Frederick Akwasi Adofo, il clochard africano pestato brutalmente a morte nella sua città.
"È meglio 'na tammurriata ca 'na guerra" - Colasurdo, a meta' degli anni '70, fu tra i protagonisti della nascita del gruppo musicale E' Zezi, composto soprattutto da operai e studenti che celebravano la musica popolare del territorio vesuviano. Numerose le sue collaborazioni dal vivo o in studio, con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, gli Almamegretta, i 99 Posse, l' Orchestra Popolare Campana e Daniele Sepe. Colasurdo fu anche attore di cinema e teatro: lavorò con Federico Fellini al cinema e con Antonio Capuano e Mario Martone a teatro.
Gli ultimi anni di vita - Negli ultimi anni aveva avuto numerosi problemi di salute ed economici. L'ex sindaco di Napoli e della Citta' metropolitana, Luigi de Magistris, tempo fa chiese che Colasurdo potesse essere aiutato con la legge Bacchelli, promulgata durante il governo Craxi I. La norma istituì un fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità, i quali possono così usufruire di contributi vitalizi utili al loro sostentamento. "Un grandissimo musicista, uomo sensibile e di profonda umanità, un amico e un compagno, se ne va uno degli interpreti più bravi e autentici delle tradizioni popolari musicali napoletane. Ciao Marcello!" il ricordo affettuoso di de Magistris.
Un musicista operaio - Colasurdo fu artista proletario, nonché operaio lui stesso. Negli anni Settanta lavoro' infatti all'Alenia di Somigliano, storica fabbrica dove nacquero proprio E'Zezi e brani celebri come "Tammurriata dell'Alfa Sud". Nel 2000 realizzo' il disco "Aneme perze" con gli Spaccanapoli per l'etichetta Real Word di Peter Gabriel, suo estimatore. Nel 2009 partecipo' al film "Passione", l'atto d'amore del regista americano John Turturro verso la canzone napoletana. Colasurdo appoggiò le battaglie per il popolo Saharawi, costituito dai berberi residenti nelle zone del sud Marocco. Immancabili le sue presenze negli appuntamenti tradizionali della musica popolare della sua terra.
Il ricordo degli amici - "La scomparsa di Marcello Colasurdo segna un giorno molto triste: è un caro amico da più di quarant'anni. Insieme alla Uil abbiamo compiuto tante battaglie sindacali. Mancherà a tutti noi, esprimo il mio personale cordoglio, nonché quello di tutta la Uil Campania" sono le parole di Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania e Napoli.
La tammurriata, una danza ancestrale - La tammurriata, il ballo popolare campano che segue il ritmo del tamburo, la "tammorra", fa parte della famiglia della tarantella meridionale. La danza affonda le sue radici in epoca greco romana e ai riti dionisiaci: con il tempo si è legata in modo indissolubile con la terra e il mondo contadino. Con l'avvento del cristianesimo, queste danze da pagane sono diventate cristiane: un esempio è rappresentato dai “Fujenti” della Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. In passato, quella che veniva portata in processione era la Madre Terra, successivamente divenne la Madonna.