"The Place", scritta e cantata in inglese per l'omonimo film di Paolo Genovese, è nella cinquina della Miglior Canzone Originale: la cantante si racconta a Tgcom24
di Santo Pirrotta© ufficio-stampa
A Marianne Mirage basta la sua amata chitarra e adesso anche la tromba, che sta imparando a suonare per il nuovo album. E le canzoni, ruvide, che parlino di verità, della vita di tutti i giorni. Intanto, come racconta a Tgcom24, per la prima volta sogna ad occhi aperti. Nella cinquina della Miglior Canzone Originale ai David di Donatello c'è infatti anche la sua "The Place" (edizione Sugar Music), scritta e cantata in inglese per l'omonimo film di Paolo Genovese.
Cosa significa per te questa candidatura?
Sogno tanto ma sempre cose realizzabili, questa candidatura è qualcosa di così importante che non ci ho voluto nemmeno pensare. Non credo di rendermene ancora conto. Un po' come quando Patti Smith mi ha invitato a suonare con lei sul palco.
Come è stato lavorare con Genovese?
Ho scoperto un regista molto attento ai suoi collaboratori. Era curioso di capire cosa io potessi offrirgli. Mi ha dato una grande libertà. E' stato bellissimo lavorare con lui, ha una umanità meravigliosa.
Come vi siete conosciuti?
Gli avevo regalato il mio primo disco 'Quelli come te' dopo aver amato 'Perfetti Sconosciuti'. A lui sono piaciute alcune canzoni, ci siamo ritrovati a Sanremo, e mi ha parlato del film. Mi ha mandato la sceneggiatura ed è nata la canzone...
E' vero che hai sperato in una particina da attrice?
Nasco come attrice, perché dopo la laurea in Lettere ho studiato recitazione con Giancarlo Giannini, non ho fatto nessuna scuola come musicista. Ma la mia vera passione è la musica.
Del nuovo album cosa puoi anticiparci?
Mi sto buttando su questo lavoro con tantissima curiosità. Sto imparando a suonare la tromba. Dopo la chitarra. Non ci sono donne nel mondo della musica che suonano la tromba. Questo disco ha dei lati dolci e salati. I testi sono ruvidi. Mi piace parlare della verità di tutti i gironi, delle persone che si svegliano la mattina presto e per loro la vita è sempre difficile.
Dove si colloca Marianne Mirage nel panorama musicale?
Sono una outsider, né pop né indie... non sono legata a dei cliché. Mi piace non avere barriere. Mi lascio trasportare sempre dai miei stimoli. La cosa che mi interessa di più è scrivere delle canzoni belle, non cerco la notorietà a tutti i costi. E poi farle vivere live, con quel rapporto speciale che si crea con il pubblico.