L'undicesimo album del Reverendo contiene dieci canzoni scritte prima della pandemia
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Titolo quanto mai profetico, quello del nuovo album del sempre lucido Marilyn Manson. E' ai giorni giorni di estrema confusione negli Usa e nel mondo che si riferisce il nuovo "We are chaos", scritto, registrato e finalizzato prima dell’arrivo della pandemia. L’icona goth-rock torna alla ribalta a tre anni di distanza da "Heaven Upside Down" pubblicando l’undicesimo lavoro in studio della sua carriera, co-prodotto con il musicista country e vincitore di un Grammy Shooter Jennings.
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Il cantante ha raccontato il suo stato d’animo: "Quando ascolto ‘We are chaos’ sembra solo ieri o come se il mondo si ripetesse, come sempre avviene, come se la title track e le storie le avessimo scritte oggi. L’album non è mai stato ascoltato da nessuno prima che fosse finito. Ci sono sicuramente un lato A e un lato B nel senso tradizionale del termine. Ma proprio come un LP, è un piatto tondo e sta all'ascoltatore mettere l’ultimo pezzo del puzzle nell'immagine che i brani creano"
La cover dell’album è il dipinto di Manson “Infinite Darkness”, creato appositamente per accompagnare la musica: il volto dell'artista sfumato nell'oscurità è macchiato da vari colori, quelli musicali, eterogenei, che caratterizzano le 10 canzoni presenti, tra heavy, pop, rock e new wave. Ormai Brian Hugh Warner non è più l'anticristo superstar, e il piglio hard contaminato da industrial e glam dei primi dischi è ormai morto e sepolto, a favore di un songwriting maggiormente orecchiabile. in bilico tra dolore e consolazione, mantenendosi comunque sempre portavoce di outsider e incompresi.
"Questo concept album è lo specchio che io e Shooter abbiamo creato per l’ascoltatore, è lo stesso nel quale non ci specchieremmo. Ci sono così tante stanze, armadi, casseforti e cassetti. Ma nell'animo e nel tuo museo dei ricordi, i peggiori sono sempre gli specchi. Frammenti e schegge di fantasmi hanno perseguitato le mie mani mentre scrivevo la maggior parte dei testi", ha spiegato Brian Hugh Warner per spiegare meglio la (multi)forma del caos generatore.
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