Esce venerdì "Tutti i sogni ancora in volo", un disco prodotto da Gino Vannelli e con brani di Lauzi, Sangiorgi, Fossati e tanti altri big
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
Massimo Ranieri pubblica il 18 novembre "Tutti i sogni ancora in volo". Per l'interprete napoletano si tratta del primo album di inediti dopo oltre 25 anni e per questo ha fatto le cose in grande: i brani portano la firma di Bruno Lauzi, Ivano Fossati, Pacifico, Pino Donaggio, Giuliano Sangiorgi, Franco Fasano, Gianni Togni, Giuliano Baldassi, Gerardo Di Lella e i fratelli Carlo e Niccolò Verrienti e Fabio Ilaqa. Senza contare che a produrre c'è un big della musica internazionale come Gino Vannelli. "Io sono un sognatore e a quasi 72 anni sogno di poter sognare ancora - dice Ranieri -. E tra i sogni che ho c'è un concerto con l'orchestra, voglio 120 elementi di orchestra in scena".
Per Massimo Ranieri è un ritorno importante. L'ultimo lavoro di inediti risaliva infatti al 1995, con l'album "Ranieri" che conteneva il brano "La vestaglia", con cui era stato in gara a Sanremo. E anche questa volta il nuovo album arriva, pur a distanza di mesi, dopo un Festival, in cui ha vinto il premio della critica con "Lettera al di là del mare", scritta da Fabio Ilaqua. "In tutti questi anni mi sono dedicato alla canzone napoletana rivisitata da Mauro Pagani - esordisce Ranieri nell'incontro con la stampa -. Mi divertivo a fare questo percorso e non avevo in mente un nuovo album. Poi quell'esperienza in qualche modo si è esaurita. Ho iniziato a pensare a questo disco con Pagani, tanto che la scelta delle canzoni è stata di Mauro, poi abbiamo deciso di separare le nostre strade, pur in stime e amicizia, e le ho portate a Gino Vannelli, che me le ha arrangiate". Una collaborazione decisamente inusuale, fondamentale per dare ai brani un vestito diverso. "Da Vannelli cercavo il suo gusto, fusion, jazz e quant'altro - prosegue -. Quella leggerezza che ha negli arrangiamenti. E cercavo di imparare da lui, che ha un'intonazione unica al mondo. Cercavo di toccare un mio idolo con mano e l'ho fatto".
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"Tutti i sogni ancora in volo" contiene dodici brani in un fortunato mix tra autori nuovi e affermati, passato e presente. Tra i gioielli c'è "La mia mano a farfalla", un poetico testo di Bruno Lauzi musicato da Franco Fasano: "E' un testo meraviglioso, perché tocca l'argomento della malattia (il Parkinson da cui Lauzi era affetto - ndr), scritto quando lui ne era dentro - sottolinea il cantante -, con orgoglio, con passione, con incazzatura. Sono fiero e orgoglioso di averlo cantato". Da ricordare poi "Dopo il deserto" di Ivano Fossati ("Una poesia musicale") e i contributi di Giuliano Sangiorgi, Pino Donaggio, Pacifico... Ma a dare una mano importante sono stati soprattutto i fratelli Verrienti, che firmano ben quattro brani in cui si può ritrovare un Ranieri inedito. "Li ho conosciuti in teatro, a Lecce, al Politeama - spiega il cantante -. Li trovo super intelligenti, ironici, leggeri. Al primo ascolto le loro sembrano canzoncine fatte tanto per tenerci compagnia e poi invece le ascolti bene e scopri significati profondi. Come 'Asini' che è un attacco sociale molto forte e che avevo persino pensato di portare a Sanremo. Ma le due canzoni che amo in particolar modo sono 'Lasciami dove ti pare' ma soprattutto 'Di me di te', che ha dei versi meravigliosi".
A maggio scorso la caduta dal palco del teatro Diana, mentre si esibiva nella sua Napoli, ha costretto Ranieri a un lungo stop, quasi un altro lockdown forzato. "Mi sono fratturato quattro costole, polso e omero. A volte arrivano dei segnali nella vita, tipo questo - racconta -. Lui da lassù mi ha detto 'ah non ti vuoi fermare? Ti fermo io'. Ero molto stanco, arrivavo da un periodo intensissimo. L'ho preso come una manna dal cielo. E questo un po' mi ha ricordato tutte le volte in cui andavo a Napoli e mia mamma mi diceva che dovevo riposarmi. Io promettevo e poi non lo facevo mai. Quei cinquanta giorni fermo mi hanno fatto riflettere e mi hanno fatto capire che non sono più un ragazzino, la mentalità è da trentenne, il fisico no". Nonostante questo Ranieri non si è fermato del tutto, andando in studio a registrare anche nel pieno della convalescenza...
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"Io sono, grazie a Dio, un sognatore. Sogno di poter sognare ancora. Tra due mesi ho 72 anni quindi inizio ad acchiappare a destra e sinistra tutte le cose che mi arrivano e a cui prima non avrei fatto caso. Le prendi, le analizzi e magari le butti. Ma magari no. Ma comunque c'è il sogno di continuare a dare la giusta importanza alla vita". Anche per questo la sua agenda è fittissima. Se il presente è questo nuovo album il futuro vede un lungo tour con lo spettacolo incentrato sulle nuove canzoni, probabilmente una trasmissione tv per Raiuno ("Ne stiamo parlando, eventualmente per l'anno prossimo") e una fiction per Mediaset, "La voce che hai dentro". "Mi è nata questa idea pensando alla meravigliosa storia di Pigmalione - spiega -. L'ho portata in Mediaset ed è piaciuta. Ma non era possibile fare un film per via dei costi e ne è venuta fuori una fiction in quattro puntate". "E' la storia di un ex cantante. Esce dal carcere dopo 10 anni scontati per l'omicidio del padre, che era anche lui un cantante, e trova che la sua etichetta sta per fallire. Così lui inizia a dire che la musica non è quella di una volta, e sente la musica nuova della città, il rap. Decide di puntare su nuovi talenti: trova una ragazza e comincia a farla crescere. E da lì si dipanano altre vicende".
Ma se questo è il futuro già scritto, c'è anche quello ancora chiuso nel cassetto. "E' da quando ho sentito, molti anni fa, il disco dei Procol Harum con la London Symphony Orchestra che sogno di fare un concerto con l'orchestra - dice -. Io voglio 120 elementi di orchestra in scena: per me quello è il massimo del pop".