Un film sperimentale ed innovativo in cui il finale sarà scelto dal pubblico
Il cinema sta cambiando. E con esso il modo di fruire dei contenuti, a partire dall'on-demand e dallo streaming. Con questo spirito è nato "Claustrophonia", un corto ambizioso e innovativo che coinvolge direttamente lo spettatore nella scelta del finale. Un'idea semplice ma potenzialmente rivoluzionaria. Nato per il digitale, Claustrophonia verrà anche proiettato sul grande schermo. In collaborazione con Telemeeting vengono distribuiti in sala dei telecomandi che permetteranno al pubblico di "votare" il finale scelto.
Matilde Gioli ha pochi minuti per sopravvivere ad un disastro mondiale, una canzone rimasta intrappolata nell’aria, i suoi passi, un abito da sposa, una lunga treccia nera, un nastrino azzurro e quegli occhi blu. La presentazione in anteprima mondiale al Future Film Festival di Bologna, mercoledì 4 maggio. Claustrophonia, l’ultimo lavoro del regista Roberto Zazzara, è un film breve che come un fiume alla foce si dipana in molteplici direzioni, offre la possibilità allo spettatore di poter scegliere uno dei tre finali a disposizione. È un film di nuova generazione, pensato e realizzato per essere prodromo del cinema che sarà, quello interattivo. La scelta del pubblico è basata sulle sensazioni ed emozioni che il film sarà in grado di suscitare, per questo il progetto è stato realizzato per una fruizione su piattaforme interattive, sul web ma anche sui canali TV on demand. In sala, come nel caso del Future Film Festival si è pensato ad un voto "cine-democratico": gli spettatori, infatti, avranno in consegna un comando col quale potranno votare un finale, il più votato sarà immediatamente proiettato sul grande schermo.
Claustrophonia, il film - Un virus paralizzante si è diffuso in tutto il mondo, attraverso lo sguardo. Tutto è fermo, immobile, pietrificato. Da quei corpi pompeiani di una Milano 2016, escono fuori solo patetici mugolii, ricerca di aiuto. Mati (Matilde Gioli), la protagonista, si è messa in salvo rifugiandosi in un posto a lei caro, familiare. La sua salvezza è stata il non incontrare occhi randagi, sguardi avvelenati; forse la sua salvezza o la sua sfortuna è stata non incrociare i suoi stessi occhi blu, lo sguardo del suo cuore. Ferma nell’aria è rimasta una canzone, Talking Stones (cantata da Gary Jules), che Mati seguirà durante il suo cammino, durante la sua ricerca di quello che non c’è più. È la musica il suo ultimo barlume di speranza, il nerbo che le dà coraggio nell’andare avanti, nello scoprire la verità, nell’intraprendere un viaggio, forse d’iniziazione, forse no, un cammino solo apparentemente lineare, che la porterà a confrontarsi con la realtà e a calarsi nell’oscurità del suo inconscio più profondo. La musica la farà andare avanti e rivivere - in flash back - ricordi importanti. Tutto si farà presente, tutto passato, nessun futuro. La musica, la sua speranza, e la voglia di capire la porteranno nel suo abito da sposa davanti a tre porte chiuse e numerate, che in maniera diversa, le sveleranno un segreto e, forse, le concederanno un futuro. Scenari post apocalittici che contengono una storia cupa ma romantica, la ricerca dell'amore perduto, al tempo della fine del mondo.
Claustrophonia è un film sperimentale anche nei contenuti, fuori dagli schemi, volutamente spiazzante, dove lo spettatore vive al fianco della protagonista, si immedesima, come lei è costretto a scegliere. Claustrophonia è un cortometraggio nato e voluto dall’unione di diverse menti creative italiane, e realizzato per il mercato internazionale. Interamente girato in inglese, infatti, dopo il Future Film Festival, il film sarà presente a diversi appuntamenti fuori dai confini dello stivale. Gli ideatori di Claustrophonia sono il regista Roberto Zazzara e Guglielmo Talei Franzesi, produttore musicale che ha deciso di misurarsi, col socio Alessandro Carpi, nella produzione cinematografica. Alla regia uno dei registi più coraggiosi e indipendenti della scena cinematografica italiana e non, Roberto Zazzara, che tra pochi giorni partirà come unico italiano in concorso, insieme al suo documentario "Transhumance – Transumanza", già premiato in diversi festival italiani, alla volta del GFFIS - Green Film Festival di Seoul, il più importante festival asiatico di tematiche ambientali e di territorio.
La coraggiosa protagonista, che ha deciso di misurarsi con un progetto completamente nuovo rispetto ai suoi film precedenti e interamente recitato in inglese, è Matilde Gioli, lanciata in Italia e all’estero dal film di Paolo Virzì, Il capitale umano, e che continua la sua scalata al successo tra ruoli più personali e drammatici, in grado di far risaltare le sue doti innate di attrice, e la sua presenza al Rischiatutto di Fabio Fazio, oltre al ruolo di testimonial nell’ultima campagna pubblicitaria della Tim. Accanto alla Gioli recita Patrick Fryer, il promesso sposo di Mati in Claustrophonia; attore inglese dal talento cristallino, già noto per il suo ruolo il The Telemachy, e noto soprattutto in Italia come protagonista della nuova campagna pubblicitaria di Vigorsol. Ci sono altri due nomi importanti da citare nella realizzazione di questo progetto: lo sceneggiatore Davide Orsini, già autore del film Aquadro. Dietro la macchina da presa, invece, quello che potrebbe essere definito il “Re Mida” della scena italiana, Michele D’Attanasio, che con maestria ha catturato la luce dei film italiani che hanno avuto più successo negli ultimi mesi: Lo chiamavano Jeeg Robot e Veloce come il vento. Un cast stellare e una crew così importante non potevano non trovare un valore aggiunto, il sigillo d’oro. Si parla in questo caso di una voce indimenticabile, quella di Gary Jules, rimasta nella storia col brano Mad World, per la colonna sonora del film generazionale Donnie Darko. Gary Jules ha voluto reinterpretare a suo modo e intensamente il singolo Talking Stones, colonna sonora e voce guida del cammino della Gioli in Claustrophonia. Il videoclip di Talking Stones è un ulteriore ramo di questo progetto, a breve online, racconterà dettagli inediti della storia.
Claustrophonia, è quindi un apparente percorso lineare che porta a seguire una musica. Un cammino onirico, nel passato e nel presente, dove paura e verità si mescolano nella ricerca del tempo perduto, andato, nel presente che è l’unico mezzo da sfruttare per un futuro da trovare; sguardo basso, occhi quasi chiusi, una musica e il coraggio di tutti nel far nascere un progetto simile, unico nel suo genere. Il Future Film Festival di Bologna, giunto alla 18esima edizione, si conferma come sempre un festival davvero lungimirante, dedicato a nuove teconologie applicate al cinema, proiezione di film selezionati da tutto il mondo che si occupano di science-fiction, animazione, e tutto quello che concerne il futuro della settima arte.