Fotogallery - Matteo Garrone presenta "Io Capitano" a Los Angeles
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Il rammarico del regista a una settimana dalla sconfitta di "Io capitano" agli Academy Awards
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Matteo Garrone è stato ospite al Bif&st con una sua master-class al Teatro Petruzzelli di Bari dopo la proiezione di "Io capitano" che ha appena corso agli Oscar nella categoria film Internazionale dove ha poi vinto "La zona d'interesse" del regista inglese Jonathan Glazer. Il regista ha ragionato con rammarico sulla gara alla statuetta, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe: "Era possibile vincere. Purtroppo la campagna degli Oscar non è andata come doveva andare, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari. Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i diecimila dell'Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille".
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Il viaggio di "Io capitano" è partito da Venezia 80 dove ha vinto il Leone d'Argento. Dopo essere sbarcato negli Stati Uniti il film di Matteo Garrone è arrivato al Bari International Film Festival dove ha ricevuto una standing ovation. Il regista ha parlato dell'esperienza agli Academy Awards: "Gli inglesi votanti sono poi ben novecento, mentre gli italiani poco più di cento. Insomma con l'iscrizione in tutte le categorie avremmo avuto più chance".
Il regista, che ha ricevuto al Petruzzelli il premio Mario Monicelli per la miglior regia e il Federico Fellini Award for Cinematic Excellence, aggiunge poi: "'Io capitano' è comunque un film davvero strano. È stato rifiutato da alcuni festival e da tanti distributori e anche il fondo europeo di Euroimages, che in genere ha sempre sostenuto i miei film, questa volta ha detto no. Non ho avuto nessuna motivazione scritta, ma quando poi l'ho chiesto mi hanno detto che era stato bocciato: "perché trattava un tema cosi drammatico in maniera avventurosa". E il regista de "L'imbalsamatore" fa ricordato divertito anche quanto successo a Bruxelles: "Abbiamo fatto una proiezione nella sede del Parlamento europeo dove il film ha ricevuto una lunga standing ovation. E poi, solo due settimane dopo, hanno fatto in quello stesso Parlamento una legge sui migranti anche peggiore".
Garrone ha sottolineato poi come questo film sia una vera e propria Odissea contemporanea: "La realtà è molto più dura e così ho lavorato per sottrazione. Oggi poi, va considerato, che c'è il problema dei social. Questi ragazzi africani vivono già virtualmente nel nostro paese grazie alle immagini che noi postiamo. Immagini che fanno immaginare loro che sia tutto facile da noi, ma non è così". Per fortuna c'è stata "una straordinaria accoglienza nelle scuole grazie a professori illuminati. I giovani credo possano davvero cambiare le cose". Il regista poi annuncia che: "ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato, e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili. Vale a dire che torneremo dove i due protagonisti esordienti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, hanno cominciato il loro viaggio".
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