Arriva al teatro Leonardo di Milano, dal 7 al 25 febbraio, la commedia di Paul Portner che vede protagonisti Nino Formicola e Max Pisu
di Massimo Longoni© Laila Pozzo
Max Pisu e Nino Formicola sono i protagonisti di "Forbici&Follia", in scena a teatro Leonardo di Milano dal 7 al 25 febbraio. Uno spettacolo di Paul Portner con due nature contrapposte che si rafforzano a vicenda: quella del racconto giallo, che deve portare a capire chi sia l’assassino, e quella della comicità, che scaturisce dal gioco di interazione con il pubblico (che non viene mai forzato alla partecipazione) che si appassiona, progressivamente, fino a diventare l’unico possibile giudice.
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"Forbici&Follia" è il racconto di un giorno in cui la tranquilla vita di pettegolezzi, in un salone da coiffeur (frequentato da personaggi impazienti, ambigui, eccentrici e snob, in un susseguirsi di situazioni esilaranti), viene interrotta dall’assassinio di una vecchia pianista, che vive al piano di sopra. Ma, colpo di scena, tutti i presenti hanno un movente, che giustificherebbe il delitto. Si cercherà di risolvere il mistero. Come? Trasformando gli spettatori in testimoni, determinando con i loro commenti lo svolgimento dell'azione, fino a decidere chi è il colpevole con un finale diverso ogni sera. "Dopo una parte di spiegazione seguente all'omicidio della signora, entra in gioco il pubblico che avendo guardato e visto fino a quel punto cosa è successo diventa testimone e quindi partecipa in modo concreto all'indagine del commissario - spiega Max Pisu a Tgcom24 -. C'è tutta una storia di ricostruzioni dove si sbaglia anche appositamente per dare indicazioni al pubblico e il pubblico quindi interviene in modo anche veemente per puntualizzare quello che è successo. Gli spettatori potranno anche interrogare i sospettati e alla fine il pubblico si fa un'idea di chi potrebbe essere l'assassino e ci sono tre varianti, quindi tre possibili finali ed è il pubblico a decidere chi può essere l'assassino della povera signora Migliavacca".
Questa commedia è un grande successo da moltissimi anni, soprattutto negli Stati Uniti. In questo caso riprendente un allestimento di Marco Rampoldi che ha una decina di anni e che avevate già portato in scena tu e Formicola. E' stato cambiato qualcosa?
Non è stato toccato nulla, l'impianto è quello, è cambiato il cast perché siamo rimasti io e Nino e gli altri quattro sono cambiati: con noi ci sono Giancarlo Ratti, Lucia Marinsalta, Roberta Petrozzi, Giorgio Verduci. Però le dinamiche sono sempre le stesse, la cosa particolare è che in ogni piazza ci adattiamo al contesto, quindi la via in cui si trova il negozio diventa una via della città in cui ci troviamo con tutti i riferimenti di ciò che c'è intorno al teatro, quindi è particolare anche per quello perché il pubblico si sente comunque anche coinvolto in prima persona.
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L'interazione del pubblico, assolutamente imprevedibile, fa sì che ogni sera lo spettacolo abbia un sapore diverso?
Si assolutamente. Paradossalmente si potrebbe anche assistere a due spettacoli perché comunque potrebbe anche cambiare il finale. La prima parte è sempre tutta uguale, poi il pubblico prende direzioni in base alle domande che fa. Noi abbiamo una cinquantina di domande che vengono poste di solito e su cui siamo abbastanza preparati su cosa rispondere, però ci sono delle varianti imprevedibili...
C'è sempre qualcuno che fa la domanda inaspettata?
Assolutamente sì. Per esempio c'è in scena un cestino bianco e nero in cui a un certo punto viene buttato un paio di forbici. Una volta era tutto nero ma abbiamo dovuto mettere delle righe bianche perché il pubblico diceva una volta che era viola, una volta che era rosso... Quindi cambiava colore sempre. Ma anche adesso, malgrado le righe bianche... cambia! Io spero veramente di non avere mai a che fare con delle indagini con i testimoni che devono testimoniare perché vengo fuori di quelle cose inventate!
Tu e Nino siete già andati in scena in questa stagione con "La cena dei cretini" e adesso tornate con questa commedia. La vostra coppia si sta sempre più saldando, avete trovato un bell'equilibrio?
Per un comico avere lui come spalla è il massimo. Ha lavorato tanti anni come spalla con Andrea Brambilla, Zuzzurro, ed è bravissimo: ti mette su un vassoio d'argento il modo di chiudere con le battute, ti capisce al volo. C'è un grande affiatamento insomma.
Al teatro Leonardo ormai siete di casa...
E' un teatro che sta cercando di dare un'impronta chiara, che è quella della commedia brillante. E' uno spazio che negli anni, dopo che il Ciak ha chiuso, si è fatto fatica a trovare a Milano e credo che il Leonardo possa essere anche la dimensione giusta sia come dimensione fisica, materiale che per il tipo di pubblico, quindi per chi fa questo tipo di commedie può essere uno spazio importante.
Perché poi diventa una sorta di marchio di garanzia, no? Io vado a Leonardo perché so che li trovo un determinato tipo di spettacolo e con una certa qualità.
Sì, esatto. Era quello che faceva il Ciak anni fa finché poi ha chiuso. La tipologia è quella.