Allo storico produttore della popstar non sono stati pagati i diritti di utilizzo di alcuni brani da lui realizzati
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Il fondo che gestisce il patrimonio di Michael Jackson deve a Quincy Jones, lo storico produttore della popstar, 9,4 milioni di dollari in royalty per "Billie Jean", "Thriller" e altri maggiori successi del "Re del Pop". Lo ha deciso il tribunale di Los Angeles, in riferimento al mancato pagamento a Jones dei diritti di utilizzo di musiche da lui prodotte impiegate nel film "This Is It" e in due show del Cirque du Soleil.
Secondo l'avvocato di Jones, al suo assistito spettavano circa 30 milioni di dollari, mentre la fondazione che gestisce il patrimonio finanziario di Jackson voleva darne solo 392mila.
Il motivo del contendere è rappresentato da due contratti siglati da Jackson e Jones nel 1978 e 1985, che prevedevano, tra gli altri aspetti, che il produttore del "Re del Pop" avesse una parte del ricavo netto di eventuali produzioni video (videoshow) delle canzoni da lui realizzate. Su questo punto, la fondazione che rappresenta Jackson sottolineava che per videoshow erano intesi solo i videoclip dei brani, non film o documentari (proprio come "This Is It"), incontrando però l'opinione contraria del tribunale di Los Angeles.
"L'azione legale non è mai stata contro Michael, ma per proteggere l'integrità del lavoro che abbiamo svolto insieme. Anche se la cifra pattuita non è stata quella che chiedevo, sono grato alla giuria per aver deliberato in mio favore. Considero questa non solo una mia vittoria personale, ma una vittoria dei diritti degli artisti", ha sottolineato Jones.
I super-guadagni delle star decedute Del resto, ancora oggi il "Re del Pop" - a otto anni di distanza da quel 25 giugno 2009 in cui si spense - è colui che "guadagna" di più tra gli artisti deceduti. Forbes, nel 2016, ha stilato una classifica in merito: a comandare la top ten per il quarto anno consecutivo è proprio Michael Jackson, dato che il suo impero musicale rimane una vera potenza del business mondiale. Dopo il cantante, c'è il celebre fumettista Charles Schulz e il golfista Arnold Palmer; non mancano, inoltre, Elvis Presley, Prince, Bob Marley e John Lennon.