L'ex frontman dei R.E.M. invita i big della musica a fare altrettanto e ad aderire alla campagna Lights Out Meta
Michael Stipe, ex frontman dei R.E.M. boicotta i social di Meta per protestare contro l'avanzata delle destre in America e in segno di disapprovazione per la fine del programma di fact-checking. Mentre Donald Trump si insedia quindi alla Casa Bianca, è cominciata una protesta silenziosa, che fa capo alla campagna di boicottaggio social, attiva fino al 26 gennaio, denominata “Lights Out Meta”, in risposta alle recenti politiche di Meta Platforms, gestita da Mark Zuckerberg, presumibilmente volte a rafforzare i rapporti con l'amministrazione entrante del presidente eletto.
Il musicista ha condiviso un post su Instagram in cui annuncia la chiusura di alcuni social e invita i suoi follower e i colleghi ad aderire all'iniziativa: "Sono felice di starmene lontano per una settimana come forma di protesta, ha scritto Stipe nella didascalia, prima di abbandonare il profilo.
Nel post si legge invece, sotto all'annuncio della campagna Lights Out Meta, dal 19 al 26 gennaio e la lista dei social da cui allontanarsi, ovvero Facebook, Instagram, Threads, Messenger, Whatsapp, Giphy, Metaquest, Rayban Meta, il seguente messaggio con l'invito a fare altrettanto: "Resterò sloggato per una settimana a partire da domani. Per favore, prendete in considerazione l’idea di fare lo stesso di modo che multinazionali come Meta capiscano che aiutare l’estrema destra in America e in tutto il mondo ha delle conseguenze. O siamo diventati troppo dipendenti da staccarci anche solo per una settimana?".
La protesta di Stipe sembra avere come fine principale le pratiche aziendali di Zuckerberg, volte a favorire la disinformazione e l’estremismo. L’imprenditore avrebbe infatti stabilito nuove linee guida, che lasciano spazio a commenti di natura omofoba, sessista e razzista. Modifiche che hanno sollevato molte critiche e tanta preoccupazione per il pericolo riguardante il libero dilagare di fake news.
La compagnia statunitense Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, ha annuniato che metterà fine al servizio di fact-checking e rimuoverà le restrizioni sulla libertà di espressione nelle sue piattaforme per "ristabilire la libertà di espressione", come ha spiegato il fondatore e amministratore delegato Mark Zuckerberg: "Torneremo alle nostre radici, concentrandoci sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle politiche e sul ripristino della libertà di espressione sulle nostre piattaforme". I fact-checker verranno sostituiti con 'community notes', simili a quelle di X, (di proprietà di Elon Musk) a partire dagli Stati Uniti".
La svolta giunge mentre Zuckerberg cerca di rafforzare i rapporti con l'amministrazione entrante del presidente eletto Donald Trump. Lo scorso novembre, il miliardario ha cenato con Trump a Mar-a-Lago, in Florida. Successivamente, Meta ha donato un milione di dollari al fondo per l'inaugurazione presidenziale.
Il quotidiano francese "Le Monde" ha intanto annunciato che lascerà il social network X. E' quanto si legge in un editoriale firmato dal direttore del giornale, Jerome Fenoglio. "Raddoppieremo anche la vigilanza su diverse altre piattaforme, in particolare TikTok e quelle di Meta, dopo le dichiarazioni inquietanti di Mark Zuckerberg", ha scritto Fenoglio. Tutto questo nella speranza che "l'Unione europea non ceda sulla sua definizione di un dibattito pubblico, dotato di regole, rispettose dei partecipanti, delle informazioni che circolano e delle opinioni che le nutrono", ha aggiunto il quotidiano.