Innovatore di generi musicali, grande trombettista e grande compositore scomparve il 28 settembre del 1991
Avrebbe avuto 90 anni, se fosse ancora vivo. Ma il 28 settembre del 1991, esattamente 25 anni fa, Miles Davis, l'avventuriero del Jazz, il visionario della tromba, morì nella città californiana di Santa Monica. Di anni ne aveva 65, oltre la metà dei quali trascorsi a costruire una leggenda della musica: la sua.
Con la sua tromba Miles ha esplorato tutte le galassie musicali del jazz, dalla rivoluzione bebop, all'inizio della sua carriera al cool jazz, l'hard bop, il modal jazz e il jazz elettrico o jazz-rock. E la sua eredità è oggi più preziosa e viva che mai. Le sue registrazioni e gli spettacoli dal vivo dei numerosi gruppi guidati da lui stesso, furono fondamentali per lo sviluppo artistico del jazz. La sua musica dalle sonorità inconfondibilmente languide e melodiche, la sua voce roca e raschiante, le sue composizioni mai virtuosistiche, bensì' sempre controllate ma capaci di esplorare un'incomparabile gamma espressiva, ne fanno uno dei uno dei più influenti, innovativi (ma spesso contestati) ed originali musicisti del XX secolo.
Il suo fu anche un caso abbastanza raro in campo jazzistico: fu infatti uno dei pochi jazzmen in grado di realizzare anche commercialmente il proprio potenziale artistico e forse l'ultimo ad avere anche un profilo di star dell'industria musicale. Una conferma della sua poliedrica personalità artistica fu la sua (postuma) ammissione, nel marzo 2006, alla Rock and Roll Hall of Fame; un ulteriore riconoscimento di un talento che influenzò tutti i generi di musica popolare della seconda metà del XX secolo.
Il principe delle tenebre, come veniva spesso chiamato per la qualità "notturna" della sua musica e i suoi modi schivi e gentili, laconici e a tratti scontrosi, che potevano però avere improvvisi balzi di aggressività, resta nella memoria di tutti come una figura chiave, un trombettista geniale e anche un grande scopritore di talenti.
Tra i suoi album più famosi si ricordano "Kind of blue" del 1959, "Bitches brew" del '70 o "Tutu" del 1986, vincitore di un Grammy Awards (nel 1987). "Perché suonare tutte queste note quando possiamo suonare solo le migliori?" è una delle sue frasi più "riprese" e ricordate.
E se fare musica alla fine significa inanellare abilmente note per creare melodie, lui, Miles Davis, è veramente riuscito a farlo magistralmente, suonando le migliori in assoluto del firmamento musicale.