Dopo lo "sciopero del sesso" lanciato da Alyssa Milano, l'attrice di "Hellboy" prende posizione sui social contro le leggi anti-aborto in Georgia
Dopo il cosiddetto "sciopero del sesso", lanciato qualche giorno fa dall'attrice e attivista #Metoo Alyssa Milano, contro la nuova legge sull'aborto in Georgia negli Stati Uniti, anche Milla Jovovich prende posizione. L'attrice di “Hellboy” si sfoga su Instagram con un lungo post: "I nostri diritti come donne di ricorrere ad aborti sicuri e con medici esperti sono di nuovo in gioco..." e svela di aver abortito due anni fa: "Ho ancora gli incubi di notte...".
Poche ore dopo la pubblicazione delle dichiarazioni social della Jovovich, anche l'Alabama ha approvato un nuovo progetto di legge sull’interruzione di gravidanza che, in caso di via libera definitivo, farebbe dello Stato del sud uno dei più rigidi in materia, portando quindi il numero degli Stati anti abortisti a sette dopo Ohio, Mississippi, Kentucky, Iowa, Nord Dakota e Georgia.
"Non mi piace fare politica e cerco di farlo solo se davvero è necessario", ha scritto la Jovovich, ricordando il disegno di legge firmato dal governatore della Georgia Brian Kemp che vieta l'aborto dopo sei settimane: "Prima che la maggior parte delle donne si renda conto di essere incinta e anche nei casi di STUPRO O INCESTO", aggiunge l'attrice, che poi confessa la sua personale esperienza finora mai rivelata: "Io stessa ho avuto un aborto d'emergenza 2 anni fa. Ero incinta di 4 mesi e mezzo e giravo nell'Europa dell'Est. Ero entrata in parto pretermine ed è stata una delle esperienze più terribili che abbia mai vissuto. Ho ancora gli incubi, ero sola e indifesa. Quando penso al fatto che le donne potrebbero dover affrontare un aborto in condizioni ancora peggiori di quelle per via di queste nuove leggi, il mio stomaco si contorce...".
Poi l'attrice parla della depressione post aborto e del duro lavoro che ha dovuto fare per "trovare una via d'uscita", e aggiunge: "Grazie a Dio sono riuscito a trovare la via per uscire da quell'inferno personale senza ricorrere alle medicine, ma il ricordo di ciò che ho passato e di quello che ho perso sarà con me fino al giorno in cui morirò". . E conclude poi: "L'aborto è un incubo e nessuna donna vuole attraversarlo. Ma dobbiamo lottare per assicurarci che i nostri diritti siano preservati e per ottenere un aborto sicuro, se necessario".
La nuova legge, detta "dell'Heartbeat", ovvero del battito del cuore, vieta l'aborto sin da quando è possibile riscontrare il battito cardiaco del feto, ovvero all'inizio della sesta settimana, quando molte donne non sanno neppure di essere incinte.