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La moglie di Bruce Willis contro chi specula sulla malattia del marito: "Non è vero che non c'è più gioia in lui"

Emma Heming replica sui social alla stampa "acchiappa-click", che "racconta solo il lato triste e doloroso" della condizione dell'attore

06 Mar 2024 - 10:12
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"Non è vero che non c'è più gioia in lui", cosi Emma Heming, moglie di Bruce Willis, replica a chi specula con titolo e articoli "acchiappa-click" sulla malattia del marito. Affetto da demenza frontotemporale, "crudele diagnosi" annunciata dalla famiglia nel febbraio 2023, l'attore combatte contro sintomi come un graduale rallentamento nei movimenti, rigidità alle articolazioni, problemi di equilibrio e cambiamenti nel comportamento e nella parola. Ma la modella non ci sta e sottolinea: "Basta raccontare solo il lato triste e doloroso della malattia. C’è anche altro: è un nuovo capitolo pieno di amore, connessioni e felicità".

© Tgcom24

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"Non c'è solo dolore"

  In due video condivisi sui social, dove la moglie di Bruce Willis è molto attiva sul fronte dell'informazione sulla malattia da cui è affetto il marito, Emma Heming spiega: "La mia esperienza è che due cose possono essere vere ed esistere allo stesso tempo. Dolore e amore profondo. Tristezza e connessione profonda. Trauma e resilienza. Ho dovuto fare di tutto per arrivare qui, ma una volta arrivato, la vita ha davvero iniziato ad avere un significato e ho avuto un vero senso di scopo. C'è così tanta bellezza e sentimento in questa storia".

Contro il clickbaiting

 Una delle due clip inizia con il racconto di una normale domenica mattina trascorsa a navigare online: "È domenica mattina e sono attiva. Mentre scorrevo sul web per i fatti miei, mi sono imbattuta in un clickbaited che riguardava la mia famiglia. Il titolo sostanzialmente dice che non c’è più gioia in mio marito", sottolinea la Heming che se la prende con l'imperante pessimismo della stampa e con le calunnie diffuse: "Se qualcuno, che non vive personalmente il problema, legge certi titoli, pensa che ci sia solo oscurità, e affronterà il tema con maggiore difficoltà e timore. (...) Io posso dirvi che questo è lontano dalla verità. Basta spaventare le persone con il pensiero che quando viene diagnosticata una qualche malattia neurocognitiva sia tutto finito".

Emma spiega che naturalmente non è esattamente l'opposto, ma che la via giusta sta in mezzo: "Certo, c’è dolore e tristezza. Ma inizi un nuovo capitolo, che è pieno di amore, di connessione, di felicità. Quindi basta con certe stupidaggini".

 

Disinformazione e superficialità

  La donna sottolinea come il problema sia insito nella società e in una scorretta gestione delle informazioni, soprattutto quando si parla di malattie neurocognitive: "Veniamo educati dalle persone sbagliate. Persone che hanno un'opinione piuttosto che un'esperienza. Persone che non si sono prese il tempo per istruirsi adeguatamente su qualsiasi tipo di malattia neurocognitiva. Perché posso essere così audace e dirlo? Perché vedo un titolo dopo l'altro e messaggi di disinformazione. Non parlo nemmeno della mia famiglia, sono abituato alla follia di questi titoli e storie inverosimili. Sto solo parlando della consapevolezza di base della demenza e di ciò che viene offerto al pubblico. Ti chiedi perché l'ansia e la depressione siano in aumento nella nostra società. Onestamente penso che parte di ciò abbia a che fare con questo tipo di clickbait, con il modo in cui le cose vengono inquadrate e presentate a noi e come abbiamo una frazione di secondo per assorbire tali informazioni".

"Informatevi di più"

  Quindi la Heming, che sta scrivendo un libro sulla demenza frontotemporale in cui racconta la sua esperienza personale accanto a Bruce Willis, invita tutti ad approfondire il tema, ad informarsi di più sulle infinite sfaccettature legate ad una diagnosi di demenza: "Ci sono così tante meravigliose organizzazioni e specialisti a cui rivolgersi in modo che si possa davvero fare la dovuta divulgazione e si possa gestire il problema in maniera corretta. (...) Chi legge certi titoli allarmistici sui giornali si ritrova spaventato e demoralizzato sugli effetti della malattia e ha più difficoltà ad affrontarla. (...) Non sto dicendo che la demenza sia arcobaleni e unicorni, ma ha comunque un altro lato che è bello. Penso che le persone che scrivono di questa malattia dovrebbero parlare di entrambi i lati, non mostrare solo il lato negativo. La demenza è anche molto altro".


 

La malattia di Bruce Willis

   L'attore di Die Hard, 68 anni, si è ritirato dalle scene nel marzo del 2022, quando la sua famiglia aveva annunciato che gli era stata diagnosticata l'afasia, una condizione che colpisce le capacità cognitive. 
Un anno dopo però si è appreso che Willis soffriva in realtà di demenza frontotemporale, patologia che influisce in maniera degenerativa sulle capacità di comunicazione. La nuova "crudele diagnosi" annunciata dalla famiglia comporta per Willis un rallentamento nei movimenti, rigidità alle articolazioni, problemi di equilibrio e cambiamenti nel comportamento e nella parola. "E' doloroso ma finalmente adesso sappiamo", avevano detto il 16 febbraio la Heming, l'ex moglie Demi Moore e le cinque figlie in un messaggio postato sul sito della Association for Frontotemporal Degeneration.

Qual è il decorso della malattia di Bruce Willis

  Stando a fonti vicine all'attore e riportate dal magazine Closerweekly pochi mesi fa, Bruce Willis fatica a riconoscere persone che non vede spesso e non riconoscerebbe più nemmeno l'ex Demi Moore. Di ritorno da un viaggio l'attrice ha fatto visita all'ex marito, a cui è sempre rimasta molto vicina, ma ha dovuto constatare che l'amata star di "Die Hard" non ricordava più che lei fosse la donna con cui è stato sposato per 13 anni e la madre delle sue figlie Rumer, 35, Scout, 32 e Tallulah, 29 anni.

La malattia progressiva può causare gravi disturbi cognitivi, nonché cambi di personalità e sbalzi d'umore. In assenza di Demi Moore, il ricordo di lei da parte del 68enne “svanisce”, ha spiegato l'insider a Closer: "Demi ha potuto constatare che davvero non l'aveva riconosciuta". Già a febbraio 2023 un amico di famiglia aveva svelato come Bruce non riuscisse più a riconoscere la madre. Al contrario, avrebbe aggiunto la fonte, Bruce riconosce ancora sua moglie e i suoi figli ed "esprime gioia" quando Rumer arriva con il nipotino, il piccolo Lou. 
Altre volte, secondo i rapporti, l'attore può diventare particolarmente “aggressivo”, mentre è sempre più evidente il suo rallentamento fisico.

Le parole dell'amico di Bruce Willis, "esagerate" dai titoli clickbaiting

  Lo sceneggiatore di "Moonlighting" Glenn Gordon Caron, caro amico di Bruce Willis, che è sempre rimasto in contatto con la moglie della star, Emma Hemming Willis, e le sue tre figlie maggiori, Rumer, 35, Scout, 32 e Tallulah, 29, aveva dichiarato ad ottobre 2023: "Bruce ha dovuto rinunciare alla lettura. Era un lettore vorace – non voleva che nessuno lo sapesse – e ora non legge più. Tutte quelle abilità linguistiche non sono più a sua disposizione, eppure è ancora Bruce. Fa fatica ormai a esprimersi e vederlo in quelle condizioni è uno strazio per chi gli vuole bene. (...) Ho la sensazione che dopo uno o tre minuti lui non sappia più chi sono". 
E poi ha aggiunto: "Quando sei con lui sai che è Bruce e sei grato che sia lì, ma la gioia di vivere se n'è andata. Non c'è nessuno che avesse più gioia di vivere di lui. Amava la vita e cercava di viverla al massimo e adorava svegliarsi al mattino. Quindi l'idea che ora lui veda la vita come attraverso una zanzariera, ha molto poco senso...".

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