Auguri a Mogol: il re dei parolieri fa 85 anni
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A conferire la carica al paroliere ed autore il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
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Mogol nominato consigliere del governo per la "cultura popolare". A conferire la carica al grande paroliere ed autore è stato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. L'incarico è a titolo gratuito e non dà titolo a compensi. "È un onore avere in squadra un personaggio del valore e del rilievo artistico di Giulio Mogol. Sono sicuro che ci darà un contributo importante in termini di idee e progetti", ha dichiarato Sangiuliano.
Per decenni gli sono state attribuite simpatie per la destra, un caso abbastanza raro nel panorama cantautorale italiano che, soprattutto a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, sembrava essere appannaggio della canzone impegnata e di protesta, ma a sinistra. Ora Giulio Rapetti Mogol però stato chiamato come "consigliere", una nomina, che lo porterà ad occuparsi di iniziative di promozione della "cultura popolare". E che si affianca al suo impegno nel Cet, l'associazione che ha fondato proprio per riqualificare la musica pop e sensibilizzare sull'importanza della cultura popolare, e al suo ruolo di presidente onorario della Siae. Si tratta di un riconoscimento che arriva da un governo di centro-destra, o destra-centro, e che sembrerebbe dare una risposta agli annosi interrogativi sullo schieramento in cui collocare politicamente il sodalizio musicale con Lucio Battisti. Domande da cui tante volte l'autore dei testi che hanno fatto la storia della musica leggera italiana aveva provato a smarcarsi, sostenendo di essere entrambi, sia lui, sia Battisti "disinteressati" al tema. "Non ho cambiato idea rispetto a quello che è il mio interesse verso la politica: non credo ai partiti ma alle persone, alle persone che dimostrano di essere fattive. E se mi chiede di Giorgia Meloni le rispondo che ne penso bene, che è una persona, una donna, volitiva e competente, studiosa e con la grinta giusta per portare avanti il compito che si è data". Insomma, "non sono disinteressato alla politica, mi interessano le persone: le mie idee si basano sulla valutazione di chi dice le cose che condivido" spiega all'ANSA. Anche rispetto al suo nuovo incarico, Mogol, che inorridisce quando viene chiamato "paroliere" e ribadisce di vuole essere definito "autore" ("io vi chiamo giornalisti, mica giornalai"), ha idee molto chiare: "Sono consigliere per la è netta: "E' dalla cultura popolare che dipende l'accrescimento anche culturale delle persone: se la cultura popolare è evoluta, la gente che impara a memoria i testi delle canzoni, ha la possibilità di nutrirsi di concetti più elevati". Insomma, aggiunge Mogol, che dal 2006 è stato autorizzato per decreto ad aggiungere, lui e i suoi discendenti, il suo noto pseudonimo al cognome, "la cosa principale non è inseguire la massa, rincorrere le visualizzazioni sui social, ma cercare la competenza, valutare il bello". Sanremo non le è piaciuto? "Non l'ho visto, però da quel che ho sentito non mi è sembrato ci fosse grande qualità. E' stato un festival che ha giocato più sull'attrattiva dello spettacolo in se'".
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Giulio Rapetti, in arte Mogol, dal 1955 a oggi ha fatto da paroliere (ma lui preferisce definirsi autore) ad alcuni dei più importanti momenti della musica leggera italiana. Se il suo sodalizio con Lucio Battisi, durato dal 1965 al 1980, è entrato nella storia, Mogol ha messo la sua firma sui testi di decine di altre canzoni famosissime. Nel 2016 è stato insignito del titolo di Commendatore al merito della Repubblica italiana. Nel 2018 è stato nominato presidente del Consiglio di Gestione della Siae, Società Italiana degli Autori ed Editori.
Ha iniziato la sua lunga carriera nei primi anni Sessanta, collaborando con grandi artisti del periodo come Mina, Bobby Solo, Tony Renis, Tenco, per raggiungere i massimi livelli dopo l'incontro con Lucio Battisti con il quale ha dato vita a grandissimi successi. Il dopo-Battisti ha visto Mogol al fianco di Riccardo Cocciante, poi sono nate le collaborazioni con Gianni Bella, Mango, Gianni Morandi, e Adriano Celentano. Ha fondato trent'anni fa la Nazionale Italiana Cantanti, progetto creato per raccogliere fondi a scopo benefico. Nel 1992 ha dato vita in Umbria al CET, una scuola di alto perfezionamento musicale nata con lo scopo di valorizzare e qualificare principalmente nuovi professionisti della musica pop, persone sensibilizzate all'importanza della cultura popolare e alle esigenze etiche della comunicazione.