Si è spento a 89 anni in Florida, mentre si stava riprendendo da un'operazione
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È morto all'età di 89 anni Sam Moore, leggenda del soul e metà dello storico duo Sam & Dave. In coppia con Dave Prater, scomparso nel 1988, ha dato vita a grandi successi come "Soul Man" e "Hold On, I'm Comin". Il suo agente, Jeremy Westby, ha fatto sapere che Moore è deceduto il 10 gennaio a Coral Gables, in Florida, a causa di complicazioni mediche successive a un intervento chirurgico.
Sam Moore, che ha influenzato musicisti del calibro di Michael Jackson, Al Green e Bruce Springsteen, era stato inserito insieme a Dave Prater nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1992. Il duo trasformò la "chiamata e risposta" della musica gospel in uno spettacolo frenetico sul palco e registrò alcuni dei successi più duraturi della musica soul, che comprendono anche "You Don't Know Like I Know", "When Something is Wrong With My Baby" e "I Thank You".
Come molti artisti soul degli anni Sessanta, la fama di Sam & Dave si eclissò con la fine del decennio. "Soul Man" tornò però di nuovo in cima alle classifiche alla fine degli anni Settanta quando i Blues Brothers (John Belushi e Dan Aykroyd) lo registrarono con molti degli stessi musicisti. Sam Moore aveva però sentimenti contrastanti riguardo all'omaggio dei due comici. Il successo del pezzo, infatti, portò molte persone a credere che "Soul Man" fosse un brano dei Blues Brothers e non di Sam & Dave.
Quella con i Blues Brothers non fu l'unico grattacapo della sua carriera. Nel 2008 uscì il film "Soul Men", che raccontava la storia di due cantanti invecchiati e separati. Moore intentò una causa, sostenendo che la somiglianza con Sam & Dave fosse eccessiva. Inoltre, trascorse anni a citare in giudizio l'ex amico Dave Prater, dopo che quest'ultimo assunse un sostituto e iniziò a esibirsi in tour come New Sam & Dave. Prater morì in un incidente stradale in Georgia nel 1988.
Moore ha anche avviato nel tempo molte cause legali per affermare che l'industria discografica lo aveva truffato riguardo ai benefici pensionistici. Nel 1993, insieme ad altri artisti, fece causa a diverse case discografiche e all'American Federation of Television and Radio Artists. Nel 1994, Moore dichiarò all'Associated Press di essersi unito a questa battaglia legale dopo aver scoperto che, nonostante avesse venduto milioni di dischi, la sua pensione ammontava a soli 2.285 di dollari.