L'attrice israelo-americana ha fatto sapere che non si presenterà alla cerimonia del "Premio Genesis"
© ansa
Natalie Portman ha fatto sapere che non andrà in Israele a giugno a ritirare il Premio Genesis, definito il Nobel ebraico. L’attrice e produttrice, nata a Gerusalemme e naturalizzata cittadina statunitense, ha rifiutato il riconoscimento perché, come ha spiegato un rappresentante al comitato del premio, "i recenti avvenimenti in Israele sono stati estremamente dolorosi per lei".
L'attrice era essere stata scelta a novembre per ricevere il riconoscimento, definito da Times Magazine il "Nobel ebraico", è un premio da un milione di dollari attribuito a chi è stato d'ispirazione alle generazioni future, grazie ai risultati professionali e al rispetto dei valori dell'ebraismo.
Natalie Portman, nome d'arte di Natalie Hershlag, è nata a Gerusalemme 36 anni fa, ed è sempre stata orgogliosa del suo doppio passaporto. Nel 2015 ha anche diretto e interpretato un film ispirato all'autobiografia dello scrittore israeliano Amos Oz, "A tale of love and darkness".
Il rifiuto è arrivato per voce di un rappresentante della Portman, secondo cui visti "i recenti avvenimenti risultati estremamente dolorosi per lei", l'attrice "non si sente a suo agio a partecipare ad alcun evento pubblico in Israele" e "non può in tutta coscienza andare avanti con la cerimonia".
Secondo il Ministro della cultura israeliano Miri Regev lo strappo dell'attrice è arrivato perché si sarebbe fatta "influenzare dalle pressioni della Bds", il movimento transazionale di boicottaggio d'Israele (invita tutti gli artisti a non recarsi e a non esibirsi in Israele per sostenere il popolo palestinese), a cui partecipa anche l'ex Pink Floyd Roger Waters.