IN USCITA IL 9 GIUGNO

Negrita, il nuovo disco dopo la crisi: "La nostra rinascita con 'Desert Yacht Club'"

Il gruppo ha presentato il decimo lavoro nato durante un viaggio in California e "dalla paura di essere arrivati alla fine"

09 Mar 2018 - 11:28
 © ufficio-stampa

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"Eravamo in crisi, personale, non artistica", rivelano i Negrita. Poi un viaggio in California e le undici canzoni ("come scattare istantanee in musica") di "Desert Yacht Club" hanno salvato il gruppo. "Avevamo bisogno di una rigenerazione". Una rinascita grazie alla musica. Una terapia di gruppo nel deserto Joshua Tree. Paolo "Pau" Bruni, Cesare "Mac" Petricich ed Enrico "Drigo" Salvi hanno presentato il loro nuovo lavoro, il decimo della lunga carriera, in uscita il 9 marzo.

I Negrita ammettono: "Questo album è nato dalla paura di essere arrivati alla fine". E raccontano: "Avevamo bisogno di un periodo di rigenerazione e ricostruzione, venivamo da qualche tempo di problemi interni, umani. Qualcuno di noi non era al top della forma fisica e psicologica. Era un gruppo che cominciava a vedere l'orizzonte finito, più che infinito. Qualcuno pensava di un mettere piedi fuori dalla band. Come reazione, però, invece di sbattergli la porta in faccia, abbiamo preferito la strada del coraggio.

Così grazie a un nuovo tour che li aveva portati nel 2016 da Londra a Tokyo, fino negli Usa (New York, Chicago, Boston, Miami e Los Angeles) hanno pensato di fare una vacanza insieme nel sud ovest statunitense. Il vagabondare in van li ha portati a Joshua Tree, al Desert Yacht Club, una specie villaggio-camping dell'artista Alessandro Giuliano. Un luogo creativo, sperduto nel deserto californiano, composto da tre tende e due roulotte, dove il gruppo ha ritrovato se stesso.

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Il nuovo mood della creazione dell'album è stato il "kitchen groove": "Non andiamo in studi veri e propri, il kitchen groove è un concetto ribaltato, uno studio residenziale che ci porta a vivere, suonare e registrare 24/24 ore, fatto on the road, con uno studio davvero minimalista, composto da chitarre, un computer, due casse. Intervallato da pranzi e cene preparati da Cesare. Qui la musica fluiva".

Il frontman Pao ha voluto fare un punto sulla vita e l'età dei componenti della band: "Quando fai 50 anni vuol dire guardarsi in faccia davanti allo specchio. Ti metti di fronte a dei ragionamenti che diventano profondi. Il deserto ti spinge automaticamente a guardarti dentro". E ammette: "E questa condizione ti spinge anche a scrivere di cose diverse anche non toccate mai".
"Non ci sentiamo vecchi, lo spirito è ancora molto temerario" e rivelano che non hanno paura nel confrontarsi con un mercato discografico che in questo momento vive del successo di hip hop e trap: "Ci va benissimo andare in sfida con Fibra, Sfera o Coez, perché in realtà noi guardiamo al mercato internazionale, anche se non vendiamo lì. Abbiamo una mentalità aperta e cerchiamo di tenerla tale. Il nostro è un disco da outsider, non collocabile nella moda o nel tempo anche se è figlio di questi anni".

La band presenterà dal vivo il nuovo disco in tre date dal vivo, il 10 aprile a Bologna, Unipol Arena; il 12 aprile a Roma, Palalottomatica e il 14 aprile a Milano, Mediolanum Forum.

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