Negrita, le immagini dell'MTV Unplugged
© Michele Piazza
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In uscita il 26 novembre l'album registrato dal vivo in estate dalla band con ospiti Manuel Agnelli, Piero Pelù e Rkomi
Registrato lo scorso luglio nella suggestiva cornice dell’Anfiteatro Romano di Arezzo, viene pubblicato il 26 l’MTV Unplugged dei Negrita. Per l’occasione la band ha riproposto i brani cult del proprio repertorio in veste acustica, completamente riarrangiati, avvalendosi per alcune tracce della complicità di ospiti e amici come Manuel Agnelli, Piero Pelù e Rkomi. Girata la boa dei 25 anni di carriera, Tgcom24 ha incontrato Pau, Drigo e Mac che hanno raccontato come è nata la collaborazione con il canale musicale, la scelta della location, la nuova veste di alcuni storici brani e quanto ha pesato la pandemia sulla creatività artistica...
MTV Unplugged è un formato storico nei primi anni 90. All'epoca voi eravate agli inizi della vostra carriera. Immagino che anche voi siate stati dei fan e come avete vissuto questa possibilità di diventarne protagonisti?
Il primo tour semi-acustico lo abbiamo fatto nel 2013. Ingenuissimi abbiamo deciso di chiamarlo Unplugged. Abbiamo ricevuto subito la telefonata da parte del canale sul fatto che non potevamo chiamarlo così, perché è un neologismo di Mtv, inutilizzabile quindi per noi. Noi eravamo già cresciuti negli anni 90 e l'Mtv Unplugged per noi è sempre stato un format straordinario che ci ha regalato dei live impressionanti. Quindi eravamo in quella lunghezza d'onda. Quando ci siamo trovati già in giro a fare questo tour è arrivata la proposta di Mtv. Ci siamo detti che stavamo festeggiando i 25 anni di carriera e in più è arrivata dopo 7 anni la proposta di Mtv, quindi una sorta il benestare. Si è chiuso in qualche modo un cerchio e le cose sono tornate.
La location l'avete scelta voi?
Eravamo già in tour con le nostre date fissate. Abbiamo guardato il calendario. Inizialmente dovevamo farlo a marzo 2020 al Teatro Dal Verme di Milano, qualche giorno dopo l'inizio della pandemia. E tutto è andato come sappiamo. Poi siamo ripartiti in tour a luglio scorso, e c'era la possibilità di farlo o al Castello Sforzesco di Milano o a casa nostra. E abbiamo scelto la seconda. Al castello era una rassegna estiva in cui suonavano tante persone e non c'erano neanche i tempo tecnici per curare la scenografia e l'allestimento. Ad Arezzo avevamo più libertà di movimento e in più avevamo la forza di avere i nostri concittadini. E' stata una cosa che potevamo curare da vicino con il massimo dei dettagli soddisfacenti. Organizzarlo in un'anfiteatro romano, che non è stato mai filmato musicalmente, e a casa nostra: ci sembrava che tutto tornasse. Poi abbiamo anche illuminato l'anfiteatro, creando tutta la scenografia e la struttura.
Come avete scelto i brani da mettere in questo disco?
Nel cd siamo stati attenti ad avere un occhio di riguardo ai brani che avessero quei canoni per il format, quindi niente di elettrificato. Nel nostro concerto invece ogni tanto abbiamo messo una chitarra elettrica. Le canzoni le abbiamo selezionate dalla scaletta che già portavamo in giro in Italia.
Com'è stato il restayling dei brani? Che processo avete usato per riarrangiarli?
Quando ti trovi con dei classici nostri, famosi anche per l'energia delle chitarre e pensi di riarrangiarle in chiave acustica, ti poni delle domande. E spesso è capitato che siamo andati a fare l'opposto: invece che dare energia e pestare sulle chitarre, siamo andati a togliere ed è venuta fuori un'anima nuova, che forse era insita nei pezzi originali. Per sopperire al volume abbiamo improntato la dinamica, con aggiunta di ritmo, rimanendo più puliti e creando delle sinusoidi dinamiche che hanno fatto sì che il concerto andasse via liscio. Probabilmente abbiamo creato un'escalation emotiva tra i piano-forte e i vuoti-pieni. Noi, ben prima di essere contattati da Mtv, avevamo in mente quel tipo di formula dell'Mtv Unplugged che ha fatto la storia: dà possibilità all'artista di lavorare sui brani che già conosce ma come se stesse facendo un disco nuovo. Questi nostri brani in qualche modo hanno in sè qualcosa di inedito, sono canzoni che hanno avuto un passato ma che ora hanno un vestito quasi completamente nuovo.
Come avete scelto e come sono nate le 3 collaborazioni?
Rkomi è stato suggerito dalla casa discografica. Arriva da una prima parte che passa attraverso il lavoro dei producer, un fare musica che ha a che fare con il digitale. Strada facendo ha provato a cimentarsi con gli strumenti. L'idea di fare un crossover tra un band che da sempre fa musica suonata e un giovanissimo che sta cercando di percorrere quella strada è stato stimolante. Cosa diversa per Piero. Lui fa parte della nostra storia: i nostri primi due album li abbiamo registrati nello studio dei Litfiba, e abbiamo aperto tanti loro concerti in Europa. Abbiamo avuto la possibilità di vedere forse la prima vera band rock italiana. Vivere accanto a loro diversi anni è stato folgorante e di molto aiuto per la nostra crescita. Manuel è un compagno di viaggio della stessa età anagrafica nostra, ci siamo sempre incrociati senza frequentarci troppo. E questo è stato un momento giusto per fare una cosa insieme. Entusiasti entrambi di farla, abbiamo scelto uno dei brani degli Afterhours che abbiamo sempre apprezzato tantissimo.
Continuerete con l'esperienza in acustico o avete voglia di elettricità ed energia da palco?
Questo tour lo facciamo dal 2019 e forse è il momento di smettere. Comunque è un concerto che va via così liscio che non è neanche pesante da pensare. Mentre quando devi affrontare palchi importanti, palasport, club è bello però pesante, stancante. Salire su un palco per farne uno acustico per noi è stato come bene un bicchiere d'acqua. E questo aiuta molto. Arriva una naturalezza e un approccio che viene trasmesso alle persone davanti a noi. Sarebbe bello fare altre date ma possono bastare.
Girata la boa dei 25 anni di carriera, cosa vedete nel vostro futuro?
Durante la pandemia nessuno di noi è riuscito a scrivere qualcosa di nuovo. Ci ha bloccati questo momento negativo. Anche adesso. Ma siamo arrivati a un punto della carriera in cui non avere quelle scadenze rigide che dovevamo avere in altre fasi passati. Faremo nuova musica quando ci sarà il motivo di fare musica.
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