L'artista australiano con i Bad Seeds ha incantato gli 11mila di un Forum di Assago sold out
© Francesco Prandoni
Concerto o liturgia? Nick Cave è tornato a Milano dopo 7 anni per l'unica data italiana (sold out da tempo) del tour di presentazione del nuovo album "Wild God", uscito a fine agosto. Accompagnato dai Bad Seeds ha offerto due ore e mezza di live incantando il pubblico del Forum di Assago. Un'esibizione molto fisica quella di Cave nelle vesti di un officiante sul palco in contatto diretto e viscerale con gli astanti, tra vecchi e nuovi brani, tra gli abissi del dolore e dell'angoscia, e l'ascendenza di rinascita, gioia e speranza. Il Bardo australiano ha offerto uno show trascendente e catartico, un rito collettivo come fosse un'esperienza salvifica a suon di gospel e rock scuro e rumoroso.
Il canto solitario di Nick Cave è accompagnato e sospinto dai Bad Seeds, con il braccio destro Warren Ellis, il chitarrista George Vjestica, il percussionista Jim Sclavunos, il tastierista Carly Paradis, la batteria di Larry Mullins, e dal basso di Greenwood dei Radiohead, oltre a un quartetto con coriste e un corista in tuniche bianche, voci dell’anima gospel delle canzoni di "Wild God". Intorno al palco due maxischermi a lato che trasmettono le riprese in bianco e nero e poi il ledwall alle spalle del set che si riempie delle parole prese dalle canzoni via via eseguite, usando il lettering della cover del nuovo album.
© Francesco Prandoni
Nessuna barriera tra lo stage e il pubblico. E quando di tanto in tanto Nick Cave si spinge sul fronte del palco è una specie di evengelista che tocca e si fa toccare dalle mani delle prime file che si alzano verso di lui a volte plasticamente come fosse la statua di un santo da adorare. Un fazzoletto che gli arriva dal pubblico per detergersi dal sudore diventa inevitabilmente reliquia di una protoreligione di cui il cantante è protagonista della trasfigurazione di una meditazione sulla gioia e sulla potenza salvifica della musica.
La scaletta del concerto miscela il nuovo materiale a brani del passato, con "Wild God"che viene suonato per intero tranne "As the Waters Covers the Sea". In scaletta non mancano pezzi storici come “From Here To Eternity”, “The Mercy Seat”, "Tupelo", “Red Right Hand” (pezzo cult per i fan della serie “Peaky Blinders”), e il toccante finale di “Into My Arms”, come una preghiera per sola voce e piano con cui salutare e "benedire" tutti. Ovunque proteggi.
La scaletta:
Frogs
Wild God
Song of the Lake
O Children
Jubilee Street
From Her to Eternity
Long Dark Night
Cinnamon Horses
Tupelo
Conversion
Bright Horses
Joy
I Need You
Carnage
First Rescue Attempt
Red Right Hand
The Mercy Seat
White Elephant
O Wow O Wow (How Wonderful She Is)
Papa Won’t Leave You, Henry
The Weeping Song
Into My Arms