L'artista inglese, ex autore e chitarrista degli Oasis presenta il nuovo album in uscita il 24 novembre: "E' pop cosmico"
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"Se dovessi definire in due parole questo album direi che è "pop cosmico", anche se poi è fondamentalmente un disco rock'n roll". Così Noel Gallagher presenta il suo "Who built the moon?", in uscita il 24 novembre, che si avvale delle prestigiose collaborazioni di artisti del calibro di Paul Weller e Johnny Marr: "Un disco che non ha niente a che fare con la musica fatta con gli Oasis o gli High Flying Birds...".
Anticipato dal singolo "Holy Mountains" uscito il 9 ottobre scorso, "Who built the moon?" segna l'inizio della collaborazione tra Gallagher e il produttore e compositore David Holmes: "E' la persona che più ha influenzato questo disco. Ha insistito perché non scrivessi niente che potesse ricordare gli Oasis o gli High Flyng Birds, voleva portarmi in una direzione ben precisa e se all'inizio questo mi ha lasciato un po' frastornato, poi mi sono divertito moltissimo".
Undici tracce a cui hanno preso parte ben 30 musicisti tra cui Paul Weller e Johnny Marr: "Sono tutti amici, persone con cui avevo già suonato. Weller abita vicino a casa mia. John è il mio amico di più vecchia data. Quando sono in studio e ho un problema lo chiamo e lui arriva subito da Manchester...".
Un album che Noel definisce "pop cosmico, ma che poi è fondamentalmente rock'n roll". Un rock'n roll che però non deve essere necessariamente associato al giubbotto di pelle, alle bevute di Jack Daniel, aggiunge l'artista: "Il rock, come lo intendo io è libertà dell'anima e dello spirito, è fare quello che vuoi. David Holmes mi ha fatto scoprire qualcosa che non sapevo di me, uno spirito di avventura musicale che non credevo di possedere...", racconta Gallagher, che "spara a zero" sul rock "urlato e strillato", come lo definisce lui, da quello dei Greenday a quello dei Queens of the Stone Age: "Il rock ha ucciso il rock'n roll. La musica a base di chitarra è diventata musica urlata. Penso sia troppo facile prendere le notizie e metterle in musica. Scrivere brani che parlano di gioia e speranza è un atto rivoluzionario. Le news sono noiose. La politica è noiosa, Trump è noioso, il ciccione in Corea del Nord è noioso. Io sono un rivoluzionario che fa musica che parla di speranza e gioia e questo non è noioso: è rivoluzionario".
In quanto al titolo del disco Gallagher ammette di averlo "copiato" dal titolo di un libro di un autore, che che sostiene che la luna sia un corpo estraneo al nostro sistema stellare... Io non credo alle teorie cospirative, ma il titolo lo trovavo bellissimo e l'ho usato per il mio disco".
Le polemiche mediatiche legate al suo rapporto conflittuale col fratello Liam? Noel risponde che le trova davvero assurde, perché Liam sembra davvero molto arrabbiato, ma lui non sa perché: "Se venite a saperlo prima di me, ditemelo, secondo me Liam avrebbe bisogno di uno psichiatra e di un po' di terapia".
In attesa del prossimo tour mondiale intanto, previsto per il 2018, con una unica tappa in Italia l'11 aprile al Fabrique di Milano, Noel non ha dubbi sul suo disco, che sprizza ottimismo e gioia da tutti i pori: "La vita è troppo breve per ripetersi e io tratto ogni disco e ogni tour come se fosse l'ultimo e se anche questo fosse l'ultimo e io dovessi morire, ne sarei davvero tanto contento e orgoglioso".