E' uscito il nuovo album della band che contiene canzoni scritte da Ligabue e Francesco Guccini. Tgcom24 ne ha parlato con Beppe Carletti
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
E' uscito il nuovo album dei Nomadi, "Cartoline da qui". Questo progetto, supportato dal prezioso contributo di amici storici, contiene 12 inediti e celebra i sessant’anni di carriera della band. Tra i tanti episodi musicali: Francesco Guccini regala una poesia recitata da Neri Marcorè, Ligabue firma il primo singolo “Cartoline da qui" mentre le parole inedite di Giorgio Faletti vengono arrangiate dalla band con grande maestria. Nel brano "Un'altra rosa" i Nomadi ospitano anche Antonella Lo Coco. "Non è che noi siamo i più bravi, però i più coerenti - rivendica Beppe Carletti parlando con Tgcom24 -. Questa è la nostra bandiera. Siamo sempre andati avanti imperterriti nel nostro cammino, credendo in noi stessi e rispettando il pubblico che continua a seguirci con il passaparola".
Per i 60 anni i Nomadi hanno deciso di festeggiare nel modo migliore: pubblicando un disco di canzoni nuovi avendo anche la soddisfazioni di metterci delle firme prestigiose. Niente raccolte o greatest hits come è solito fare in queste occasioni. "Speriamo di essere qui anche per i 70 anni... - dice sorridendo Carletti -. Abbiamo fede. Siamo in ventiquattro che hanno partecipato alla storia dei Nomadi, io sono l'unico rimasto dal 1963. Non abbiamo voluto fare una raccolta di hit perché noi guardiamo avanti, questa è una storia viva".
Questo è un disco pieno di firme eccellenti, a partire dal brano "Noi in musica", con cui si apre e che è firmato da Francesco Guccini...
Per fare questo album sono partito dal primo LP che abbiamo fatto nel 1967, "Noi non ci saremo". Ho chiamato Francesco chiedendogli se si ricordava che all'epoca ci aveva fatto un testo e gli ho chiesto se poteva fare qualcosa di simile. Nel giro di quattro giorni mi ha fatto avere due di quelle che chiamo poesie e che abbiamo fatto recitare a Neri Marcorè con un tappeto musicale molto discreto perché non distraesse dalle parole.
La title track del disco è invece firmata da Ligabue, come è nata questa canzone?
Questo pezzo è nato spontaneamente dopo che Luciano ha visitato la mostra di Augusto Daolio. Ne è rimasto impressionato e, al ritorno a casa, ha scritto questa canzone. Mi ha chiamato per farmela sentire e quando gli ho detto che mi piaceva mi ha detto: "E' vostra". E' stato un grande regalo.
"I ragazzi del ponte" ha invece un testo di Giorgio Faletti, da quanto lo avevate?
Ci chiese di metterci la musica, pochi anni prima di morire. Abbiamo pensato di pubblicarlo in questo importante anniversario. Abbiamo contattato la moglie, che non sapeva dell'esistenza di questo testo, ed è stata molto gentile. Faletti scrittore ha lasciato un segno importante anche nella musica con la sua "Signor tenente" e questo è un testo di grande profondità che sembra scritto oggi.
Come mai avete scelto Antonella Lo Coco per "Un'altra rosa"?
Lei è siciliana ma ormai è diventata reggiana a tutti gli effetti. Credo che lei abbia avuto meno di quello che avrebbe meritato. E' stata con noi un paio di giorni. Sente molto sua questa canzone. Lei è sposata con una donna e secondo lei il testo la rispecchia molto.
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A unirvi a Francesco Guccini c'è anche la decisione di fare uscire l'album solo in formato fisico. Una presa di posizione contro lo streaming?
Su questa cosa eravamo tutti d'accordo e anche la casa discografica lo era. Dà più importanza alla musica. Se le canzoni finiscono in un cellulare... è troppo dispersivo, vanno in mano anche a chi non interessa. Quando si fa un disco così lo deve prendere chi lo desidera veramente. La canzone non deve essere una cosa usa e getta.
Come arrivano oggi i Nomadi alle nuove generazioni?
Con il passaparola. Ogni tanto qualcuno viene da me e mi dice "oh, oggi ti ho portato tre persone nuove". E quando ci conoscono poi non ci lasciano più. Noi siamo la dimostrazione che andiamo avanti senza radio. Qualche stazione ci segue ma i grandi network ci ignorano completamente. Ma va bene così, non piango mica, la nostra rimane una storia che non ha eguali e chi ci vuole seguire ci trova comunque.
Ma perché le radio non vi trasmettono?
Forse perché non abbiamo mai seguito le mode, siamo sempre stati fuori da certe dinamiche. Anche perché le mode cambiano, seguirle disperatamente può essere molto pericoloso. Però è chiaro che facendo così per noi è sempre stata dura, perché ci siamo scontrati con realtà lontane da noi. Ma siamo dei testoni e andiamo avanti per la nostra strada.
Anche quest'anno sarete in tour per molti mesi ma per i 60 anni avete pensato a due eventi speciali, a Novellara il 3 giugno e il 10 a Riccione.
Sì, faremo due festeggiamenti. A Novellara perché la carovana è partita da lì, e poi Riccione perché è il posto in cui si è confermata. Facemmo concerti pomeriggio e sera per settantasette giorni. Nel concerto di Novellara inviteremo tutti quelli che hanno fatto parte della nostra storia, anche quelli che se ne sono andati sbattendo la porta. Ci piacerebbe comunque che venissero a fare qualcosa. A Riccione invece inviterò qualche altro amico, sarebbe bello venissero anche Ligabue e Guccini ma... vedremo. La porta è aperta e l'invito fatto.