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Guido e Maurizio De Angelis pubblicano "Future Memorabilia", in cui rileggono in chiave moderna e con ospiti d'eccezione 10 dei loro successi. Tgcom24 li ha incontrati
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
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Le loro musiche e le loro canzoni hanno accompagnato almeno tre generazioni. Tra colonne sonore di film e sigle di serie e cartoni animati tv, gli Oliver Onions hanno messo insieme un canzoniere da autentiche superstar. Ma adesso è il momento di traghettare quel patrimonio musicale al futuro. E' quello che si propone di fare "Future Memorabilia", dove Guido e Maurizio De Angelis rileggono 10 tra i loro brani più famosi con ospiti d'eccezione come Claudio Baglioni e Tommaso Paradiso. "Ci piace l’idea che possano scoprire questi brani anche persone che non erano presenti quando sono nati" dicono.
"Sandokan", "Orzowei", "Bulldozer", "Banana Joe"... sono solo alcune delle canzoni che Guido e Maurizio De Angelis, in arte Oliver Onions, hanno scritto e realizzato tra gli anni 70 e 80, facendo la fortuna dei film e delle serie a cui era associati ed entrando nella memoria collettiva. Melodie e armonie straordinarie, che sono passate di generazione in generazione, diventando patrimonio collettivo della nostra cultura pop. Oggi alcune (dieci in un repertorio vastissimo), vengono rilette in "Future Memorabilia", con arrangiamenti rispettosi del passato e che lasciano spazio per le incursioni di ospiti speciali che con quei brani sono cresciuti e li hanno amati.
Da qualche anno avete ripreso in mano il vostro repertorio con eventi dal vivo. Quando è nata l'idea di registrare questo disco?
Maurizio: L'idea di partenza è stata quella di festeggiare il compleanno di uno dei nostri brani storici, il 50esimo compleanno di "Flying Through The Air" (colonna sonora di "...più forte ragazzi" con Bud Spencer e Terence Hill - ndr). Abbiamo deciso di ri-registrarlo, riproporlo in una veste nuova facendogli fare compagnia da altri nove brani storici del nostro repertorio. Per fare questo avevo bisogno di una nuova veste perché a distanza di tanti bisogna mettere degli elementi di aderenza ai gusti e alle abitudini musicali dei tempi attuali. Abbiamo fatto un vestito nuovo pur mantenendo l’essenza totale dei vecchi sapori. Questi non li abbiamo toccati ma si sono aggiunti degli elementi che avessero più attualità. In particolare in tre o quattro brani ci sono dei vestiti molto nuovi.
Andare a toccare canzoni tanto amate è sempre un'operazione rischiosa: quale linea avete seguito per gli arrangiamenti?
Maurizio: Abbiamo usufruito della collaborazione di musicisti validi e soprattutto innamorati di questo repertorio. Solo una persona innamorata di questo repertorio può gestirlo in maniera indolore anche nel momento in cui lo presenta in una veste nuova. Sto parlando di Ricky Quagliato e il suo team. Quella di essere rispettosi di cosa c’era nel passato, aggiungere degli elementi nuovi, senza che questo nuocesse al vecchio.
Quali sono le canzoni che più hanno trovato nuovi colori?
"Flying Through The Air" sicuramente, anche perché proprio per festeggiarlo l'intenzione era quella di realizzare un arrangiamento completamente nuovo, sui generis. E' diventato così una specie di marcia della majorette con un'intuizione che ha sorpreso anche noi. Anche "Il coro dei pompieri" è stato abbastanza rivoluzionata perché dal semplice coro con pianoforte Elio e le storie tese l’hanno ricostruito con delle progressioni interessantissime e ci hanno messo la loro melodia e il loro divertimento.
A proposito di ospiti, nel disco ce ne sono diversi. Partiamo da quello più vicino a voi: Claudio Baglioni.
Guido: Claudio lo conosciamo da una vita, siamo cresciuti insieme alla Rca. Poi lui aveva già cantato “Sandokan” in una trasmissione tv quindi pensare a lui per una nuova versione è stato immediato. Lo abbiamo chiamato e ha detto di sì senza pensarci due volte.
Tommaso Paradiso invece appartiene a una generazione diversa. Come è nata l'idea di fargli cantare "Orzowei"?
Guido: lo avevamo incontrato più volte in qualche studio radiofonico e televisivo. Ha sempre considerato la nostra musica una grande influenza, è stato entusiasta.
La collaborazione forse più sorprendente è quella con David Hasselhoff, che i più conoscono come attore in "Supercar" e "Baywatch"...
Guido: Molti non lo sanno ma lui è un grande cantante, in Germania è una stella. Noi lo avevamo conosciuto perché nella nostra carriera di produttori abbiamo fatto un film di cui lui era il protagonista. Per lui abbiamo pensato a "Sheriff" (dal film "Uno sceriffo extraterrestre, poco extra, molto terrestre - ndr) perché è il brano più "americano". David si è già detto disponibile a venire a fare con noi i concerti in Italia. Poi ci sono Elaide Adani, la cantante di Notre Dame de Paris che canta un brano a cui teniamo molto, "We Believe in Love". Mentre "Santa Maria" è cantata insieme a Ronan Kaiser, uno dei più grandi cantanti tedeschi.
In "Banana Joe" invece c'è Bud Spencer. Come avete pensato di fare un duetto virtuale con lui?
Maurizio: Quella è una registrazione originale fatta ai tempi del film, nel 1978. Siamo riusciti a recuperare la traccia, dove cantava lui c’erano anche dei controcanti nostri e poi abbiamo cantato parti nuove noi. Così la canzone è diventato un piccolo pezzo da guinness da primati: crediamo sia il primo brano in cui ci sono gli stessi interpreti che hanno cantato quarant’anni prima e quarant’anni dopo. Abbiamo cantato sulle nostre voci e possiamo dire che non sono cambiate per niente.
Il titolo "Future Memorabilia" mette insieme il concetto di futuro e di passato. Avete voluto realizzare una sorta di anello di congiunzione tra i due tempi?
Maurizio: Noi parliamo di brani che sono stati amati dal nonno, dal genitore, dal figlio e dal nipote. A questo punto se ricominciamo dal nipote, potremmo allungarci anche alla prossima generazione. Ci piace l’idea che possano scoprire questi brani anche persone che non erano presenti quando sono nati. Il modo migliore per far questo comunque è tornare sul palco a suonare dal vivo queste canzoni.
Voi che avete lavorato per una vita dietro le quinte vi siete scoperti performer…
Maurizio: È stata una scoperta anche per noi. Vedere la gente che si emoziona è una cosa emozionantissima. Lo dico perché non abbiamo mai preso in considerazione l’idea di salire su un palco, per noi era comodo stare dietro le quinte e mandare avanti altri artisti e a fare colonne sonore. Quando c’è stata la circostanza di fare un concerto a Budapest dietro insistenza di un produttore ungherese, dopo aver visto la reazione della gente abbiamo capito che sarebbe stato un delitto buttare tutto il lavoro che era stato fatto.
Guido: Io che da alcuni anni mi ero estraniato occupandomi solo di produzioni cinematografiche, mai avrei pensato una cosa del genere. Quando è morto Bud Spencer, che ci hanno chiesto di fare questo concerto in suo onore, aver visto l’amore di questa gente ci ha fatto piangere. Non avevamo intenzione di fare un secondo concerto ma finito quello ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che non poteva finire lì. Era nostro dovere restituire un po’ di quell’amore che ci era stato dato per tre generazioni. Io ho persino smesso di fare produzioni, se ne occupano i miei figli.
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