Il comico romagnolo è in scena al Manzoni di Milano il 10 e l'11 ottobre con "La Bibbia - Raccontata nel modo di Paolo Cevoli"
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Parte da Milano la tournèe teatrale del nuovo spettacolo di Paolo Cevoli. "La Bibbia - Raccontata nel modo di Paolo Cevoli", in scena il 10 e l'11 ottobre al teatro Manzoni, offre una rilettura in chiave pop del "Libro dei Libri, da tutti conosciuto ma forse non da tutti letto". "E' un modo per ridere ma allo stesso tempo toccare temi profondi - spiega Cevoli a Tgcom24 -. Attraverso gli episodi biblici si parla anche di attualità".
Il pubblico televisivo ha imparato a conoscerlo e ad amarlo nei panni di Palmiro Cangini, il sindaco arruffone di Roncofritto, sul palco di Zelig. Ma in teatro Cevoli non si crogiola sul suo personaggio cult ma cerca da sempre una via più complessa alla comicità, che lo ha portato per esempio ad essere il sosia di Benito Mussolini o il gestore del catering dell'ultima cena... "Questa è la nostra quarta produzione teatrale. In teatro non ho mai fatto i personaggi del cabaret, piuttosto abbiamo adottato l'idea di una macchina del tempo che ci trasporta in varie epoche - spiega -. E questa volta abbiamo pensato di andare proprio all'inizio degli inizi.
Questo è uno spettacolo leggero ma anche di contenuto.
Per me è stata una gran sorpresa scoprire come la Bibbia affronti certi temi, anche scabrosi così come attuali. Gli immigranti e la paura dello straniero, l'ecologia e il rispetto dell'ambiente. Questo mi ha permesso di portare i personaggi della Bibbia ai giorni nostri e, viceversa, io mettermi a quel tempo. Poi ho scoperto anche che nella Bibbia c'è tanta ironia.
Come è impostato lo spettacolo?
C'è Dio, che è una sorta di capocomico, che introduce tutti i personaggi che si raccontano, da Adamo ed Eva a Giobbe passando per Abramo. E li faccio tutti io. In scena con me poi ci sono Daniela Galli, Silvia Donati e Cristina Montanari, tre cantanti jazz molto brave.
Loro fanno da raccordo tra i vari monologhi o interagiscono con te?
Interagiscono cantando. Dare voce a Dio con una persona era difficile e allora io ho scelto tre cantanti, che chiamo le Trinity Girls. E così Dio non parla direttamente ma attraverso le canzoni di Sanremo.
Come è stata la reazione del pubblico alle prime uscite?
Molto buona, a parte lo spaesamento iniziale di fronte alle canzoni di Sanremo (ride - ndr). Battute a parte mi sembra che oggi ci sia sicuramente il piacere di ridere e divertirsi, ma anche quello di avere una storia. Viene apprezzato il mio provare ad affrontare con la comicità certi temi più importanti.
PER INFORMAZIONI
Teatro Manzoni
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