Paul McCartney, 80 anni da leggenda
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Il cantautore impegnato in Inghilterra per le tappe conclusive del suo "Got Back Tour"
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Dopo i concerti negli Stati Uniti, Paul McCartney ha scelto di chiudere a casa il suo "Got Back Tour" con una doppia data a Manchester (14 e 15 dicembre) e altri due live a Londra (18 e 19 dicembre). In un'intervista rilasciata alla "Libertà" di Piacenza il cantautore ha ripercorso la sua lunga carriera, parlando anche dell'importanza della musica in un mondo in guerra: "E' un messaggio ancora fortissimo. Va ribadito di fronte alle violenze"
Paul McCartney ha scelto di chiudere il suo "Got Back Tour" in Inghilterra con una doppia data a Manchester alla Co-Op Live Arena (14 e 15 dicembre) e il gran finale alla O2 Arena di Londra (18 e 19 dicembre). Ad accompagnare l'artista 82enne la band formata da Abe Labriel Jr alla batteria, Brian Ray e Rusty Anderson alle chitarre e Wix Wickens alle tastiere. Oltre tre ore di show e 36 brani in scaletta, che ripercorrono la storia dei Beatles ("Blackbird", "Drive My Car", "Love Me Do" e "Lady Madonna"), la sua avventura con i Wings ("Jet", "Live and Let Die", "Band on the Run") e le canzoni della sua carriera da solista. Non possono poi mancare gli omaggi a George Harrison ("Something") e un duetto con il video di John Lennon per "I’ve Got a Feeling".
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La decisione di concludere il tour in Inghilterra, dopo i live oltreoceano, non è stata casuale. "In America ogni concerto è stato una grande festa, ma è bello essere di nuovo a casa", ha ammesso a Eleonora Bagarotti della"Libertà". "Manchester è molto vicina a Liverpool ed è stato emozionante suonare lì. Ho rivisto vecchi amici e spero di vederne altri a Londra. Poi, finiti gli show, con mia moglie Nancy, i figli e i nipoti trascorreremo le vacanze di Natale". Nell'intervista il cantautore parla anche dei Beatles, ricordando i rapporti e gli equilibri che c'erano all'interno del gruppo. "Principalmente con John, le discussioni c'erano, ma costruttive. Ci siamo sempre confrontati, ma l'ultima parola l'aveva solitamente George Martin", ha ricordato. "O meglio, George riusciva sempre a farmi capire qual era la scelta migliore. Un po' come Linda, negli Wings... e in privato!".
Nell'attesa di rivederli al cinema con i film diretti da Sam Menders, grazie all’intelligenza artificiale è stato possibile riunire virtualmente i Beatles per "Now And Then". "Now and Then suscita sempre emozioni profonde perché è una canzone di John", racconta McCartney. "Poter cantare ancora insieme a lui è straordinario. Sono grato all'IA per questo e penso che la tecnologia possa ampliare le possibilità della musica, che resta un linguaggio dell’anima e della creatività umana". E sul ruolo sociale della musica, in un mondo in cui prosperano ancora guerra e violenza, l'ex Beatles ribadisce l'importanza di far sentire sempre la propria voce: "E' un messaggio ancora fortissimo. Va ribadito di fronte alle violenze".