E' uscito il nuovo album della band perugina che tocca quest'anno il decennale della sua carriera. Tgcome24 li ha incontrati
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
Si intitola "E' già domani" il nuovo album dei Fast Animals and Slow Kids. Il quartetto perugino torna con un disco energico e dalle tante influenze diverse che getta uno sguardo al futuro. "La situazione dell'ultimo anno e mezzo ha influito sui testi - dicono a Tgcom24 -. In questo caso rimangono aperti, lasciano delle domande alle quali non siamo in grado di rispondere. Ci piacerebbe che da questo disco partissero tanti pensieri, tanti dialoghi.
L'album è frutto di due lunghi anni di lavoro che hanno portato Aimone Romizi (voce, chitarra, percussioni), Alessio Mingoli (batteria, seconda voce), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessandro Guercini (Chitarre) nuovamente in studio dopo il precedente album del 2019 "Animali notturni". Tutti i 12 brani sono stati scritti e composti dai Fast Animals and Slow Kids che si sono avvalsi della collaborazione di Lodo Guenzi per il testo di "Come un animale" mentre Willie Peyote firma la sua parte in "Cosa ci direbbe"
Questo disco arriva a dieci anni esatti dal primo album. Che effetto vi fa guardandovi indietro?
Da fuori sembrano tanti, ma vissuti da dentro sono passati in un attimo, forse perché li abbiamo passati a suonare. Ci sentiamo semplicemente nello stesso fiume. Paradossalmente sono stati più lunghi e pesanti questi ultimi due anni in cui ci siamo dovuti fermare. Certo se analizziamo a mente fredde dieci anni sono tanta roba, siamo cresciuti come persone e come musicisti.
Ma in cosa vi sentite diversi rispetto ad allora nell'approccio alla musica?
La cosa che è veramente cambiata è l'esperienza. Questo disco lo abbiamo registrato con una coscienza musicale profondamente diversa da quella che avevamo quando ci siamo approcciati per la prima volta a uno studio. Siamo arrivati lì cercando di puntare a un suono, a un'idea ben precisa, cercando di arrivare al nostro obiettivo in maniera professionale. Inizialmente era invece pura istintività e tanta dispersione di energia. Oggi quando usciamo da uno studio siamo molto più contenti del risultato, perché ne abbiamo più il controllo.
Questo anno e mezzo lo avete passato lavorando sul disco. Vi ha permesso di esorcizzare quanto accadeva?
Assolutamente sì. Inoltre a differenza di tanti altri musicisti che hanno avuto un blocco, noi abbiamo ascoltato una quantità di musica devastante e dall'altra parte abbiamo scritto tantissime canzoni. Canzoni che prendevano da tante emozioni vissute in quel periodo e dai tanti ascolti diversissimi che abbiamo fatto. Inoltre in questo periodo non ci sono state per forza di cose altre distrazioni: video, promozioni, concerti... c'era solo la musica, come agli inizi quando ci trovavamo in sala prove. Così ci siamo trovati a lavorare su tutti i pezzi tantissimi, fino a quando non trovavano la forma giusta.
La mancanza di tempo oggi come oggi è uno dei mali che affliggono il panorama musicale?
Credo che essere superficiali in ambito musicale sia una delle cose più stupide da fare, non bisogna chiudere un pezzo perché sei in ritardo. Ma in passato ci capitava di riascoltare quello che avevamo fatto magari due o tre giorni dopo averlo finito. Questa volta avevamo la possibilità di lasciar passare due o tre settimane, e quindi la percezione è differente. Di fondo questa situazione problematica ci ha permesso di fare uno step ulteriore di coscienza musicale.
Oltre alle influenze derivanti dalla musica che avete ascoltato quanto c'è dell'attualità nel disco?
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Nessuno è immune da quello che è successo. Gente come noi che suonava da dieci anni non era mai stata ferma. Da sempre i nostri dischi raccontano quello che succede nelle nostre vite. Mentre a livello musicale ci sono tanti riferimenti al passato come la new wave o certa ambient.
Quando avete iniziato a lavorare al disco?
Alcuni pezzi sono stati scritti prima della pandemia, ma comunque tanta roba è partita in un modo e poi è arrivata in un altro. Ci siamo trovati a rimaneggiare cose, modificarle.
"Stupida canzone", in cui si affronta un forte senso di spaesamento, recita "Ognuno ha il suo posto / allora il mio dov'è?".
"Stupida canzone" per esempio è stata scritta prima del primo lockdown, quindi era un pensiero che già avevamo ma che poi ci siamo trovati a riprocessare alla luce di quello che stava accadendo. Diciamo che abbiamo un po' spinto sulle nostre teste. E' emblematica di come siano cambiati i nostri testi. In passato si autoconcludevano, erano assertivi. In questo caso rimangono aperti, lasciano delle domande alle quali non siamo in grado di rispondere. Ci piacerebbe che da questo disco partissero tanti pensieri, tanti dialoghi.
In "Cosa ci direbbe" invece parlate apertamente dell'ignoranza come elemento dominante di questi anni. Una fotografia di un'epoca non proprio felice...
Dietro questo disco c'è un grande slancio verso il futuro, migliorativo. Non c'è il dolore fine a se stesso del passato. Però anche quando guardi con felicità o con coraggio al futuro ti rendi conto che il presente è negativo. C'è una realtà disgregata e spesso violenta. Ci rendiamo conto che c'è tanta ignoranza intesa come intolleranza, violenza verbale, rabbia sociale, che si manifesta in tante situazioni.
Per il tour vero e proprio bisognerà attendere l'anno prossimo ma nel frattempo avrete una serie di incontri con i fan, con anche degli showcase. Cosa significa per voi tornare al contatto con il pubblico?
Ovviamente noi abbiamo iniziato per fare concerti quindi quella è una dimensione che continua a mancarci. Però al tempo stesso incontrare di nuovo le persone ci dà speranza per arrivare al tour. Ci permette di calmare un po' quella voglia di salire sul palco, prenderci quelle due ora di bianco, di dispersione dove c'è solo la musica e ti senti davvero te stesso.
E parlando della situazione in generale?
Vediamo anche noi una situazione preoccupante, altalenante. I locali in cui abbiamo suonato per una vita non riescono più a stare in piedi. Abbiamo letto che il 27% degli operatori culturali sta cambiando mestiere, e questo, anche nel momento in cui si ripartirà, significa un'ulteriore desertificazione in un panorama già arido come quello della cultura italiana. Abbiamo guardato con speranza al tentativo di Cosmo di organizzare un concerto "normale", in piedi e a piena capienza, facendo tamponi e controlli. Avrebbe dato un senso anche al Green pass ma non è andato come speravamo. Le speranze per il futuro sono un po' basse, speriamo che da qui alla prossima primavera qualcosa si smuova davvero.
LE DATE DEI FIRMACOPIE/SHOWCASE
domenica 19 settembre NAPOLI - ore16 MONDADORI Bookstore
domenica 19 settembre ROMA - ore 22 MOLOZERO
lunedì 20 settembre PERUGIA - ore 17:30 T-TRANE
Lunedì 20 settembre CESENA - ore 22 LA FRAGOLA DE BOSCH
martedì 21 settembre VERONA - ore 18 FELTRINELLI
martedì 21 settembre PADOVA - ore 22 PARCO DELLA MUSICA
mercoledì 22 settembre MILANO - ore 18 MONDADORI Megastore
mercoledì 22 settembre BERGAMO - ore 22 SPAZIO POLARESCO
giovedì 23 settembre BOLOGNA - ore 18:30 KINOTTO BAR
giovedì 23 settembre MODENA - ore 22 MONDADORI Bookstore c/oCinemaVictoria
venerdì 24 settembre GENOVA - ore 17:30 FELTRINELLI
venerdì 24 settembre TORINO - ore 22 OFF TOPIC