Phil Rudd condannato a 8 mesi, ma l'ex batterista degli AC/DC non andrà in carcere
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Il musicista è stato giudicato colpevole di possesso di droga e minacce di morte all'ex assistente personale, ma sconterà la pena agli arresti domiciliari
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L'ex batterista degli AC/DC, Phil Rudd, non andrà in carcere. Il musicista, imputato in Nuova Zelanda per possesso di droga e minacce di morte all'ex assistente personale, è stato condannato a 8 mesi di detenzione domiciliare, giovedì 9 luglio. Il rocker australiano, che aveva assoldato un killer per uccidere l'ex dipendente, sconterà la pena nella sua casa sulla spiaggia di Tauranga, in Nuova Zelanda, che sarà costantemente sorvegliata da telecamere.
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Phil Rudd schiva la prigione grazie al patteggiamento accolto lo scorso aprile e alla decisione della corte di derubricare l'iniziale accusa di tentato omicidio a minacce. Decisioni che gli hanno consentito di evitare una possibile condanna fino a 7 anni di carcere.
Il 61enne musicista aveva confessato di aver offerto a un sicario 133 mila dollari e un benefit a scelta tra un'auto, una moto e una casa, se avesse portato a termine l'incarico.
I fatti risalgono al 2014, quando dopo il flop del suo album da solista, uscito in agosto, il rocker aveva licenziato numerosi collaboratori, compreso la vittima, di cui non è stata resa nota l'identità. Rudd avrebbe assoldato il killer e avvisato l'ex dipendente per telefono: "Ho intenzione di ucciderti".
Denunciato, Rudd è stato arrestato e rilasciato su cauzione lo scorso novembre. Durante l'irruzione nella sua abitazione erano state trovate metanfetamine e cannabis, che spiegano l'accusa di possesso di droga.
La vicenda ha costretto gli AC/DC a escludere Rudd dal tour promozionale dell'album Rock Or Bust, 55 concerti in tutto il mondo, compresa la data di Imola, il 9 luglio 2015. Il batterista è stato sostituito dallo scozzese Chris Slade.