Lo scrittore Premio Pulizer ha ispirato varie pellicole da "La macchia umana" ad "American Pastoral"
E' scomparso uno dei più grandi autori della letteratura mondiale contemporanea, Philip Roth. E con lui se ne va una fetta del "grande romanzo americano", che in molti hanno cercato di portare sul grande schermo. Si parte da "La ragazza di Tony" del 1969 tratto da "Addio, Columbus" novella presente nella raccolta pubblicata all'inizio della sua carriera, per finire con due film usciti nel 2016, "Indignazione" e "American Pastoral", basati sugli omonimi romanzi.
"Il lamento di Portnoy" è stato trasposto al cinema da Ernest Lehman nel 1972 con un film uscito in Italia con il titolo di "Se non faccio quello non mi diverto". Poi si salta al 2003, che ha visto l'arrivo al cinema de "La Macchia Umana" di Robert Benton con Anthony Hopkins e Nicole Kidman.
Nel 2008 è la volta di "Lezioni d’amore" di Isabel Coixet, tratto da "L’animale morente", con Ben Kinsley e Penelope Cruz. La produzione del film ha avuto una difficile gestazione tra ritardi e cambi in corsa: il progetto iniziale aveva visto il coinvolgimento di Gabriele Muccino, che aveva lavorato per due anni alla sceneggiatura, e due protagonisti come Al Pacino e Rosario Dawson. Nel 2014 arriva al cinema "The Humbling", basato sul romanzo L’umiliazione", diretto da Barry Levinson e con un super cast che comprendeva Al Pacino, Dianne West, Greta Gerwing.
Nel 1998 Roth vince il Pulizer per "American Pastoral", che viene trasposto al cinema nel 2016, fortemente voluto da Ewan McGregor, che ne è sia interprete che regista (al suo esordio), affiancato da Jennifer Connely e Dakota Fanning. Nello stesso anno esce "Indignation" (dal romanzo omonimo del 2008) diretto da James Schamus, sceneggiatore di "Tempesta di ghiaccio" e La tigre e il dragone", al suo esordio alla regia.