Il cantautore racconta la malattia a Tgcom24 e lancia il nuovo singolo che sostiene la ricerca contro il Covid-19
© Ufficio stampa
Due anni di silenzio, in cui Pierdavide Carone ha fatto perdere le sue tracce. Il cantautore, ex concorrente di "Amici" di Maria De Filippi e 'pupillo' di Lucio Dalla, ha dovuto fare i conti con il dolore. Ha scoperto di avere un tumore, che è riuscito a sconfiggere, ma non senza sofferenze. Un’esperienza forte di cui parla a Tgcom24 lanciando il brano "Forza e Coraggio" (parte dei proventi ricavati andrà all'ospedale Humanitas per combattere il Covid-19). "E' un grido di battaglia e un inno alla resilienza e alla ripartenza", racconta.
LEGGI ANCHE >
"Forza e coraggio" lo possiamo definire un inno?
Forse è il mio primo inno, ho sempre scritto canzoni introspettive e solitarie o forse è più giusto definirle solitudinarie. Questa è una canzone molto collettiva, anche se ha una matrice personale. L'ho scritta e l'ho fatta gestare in un periodo molto particolare per me. Un periodo di grandi trasformazioni nella mia vita.
Sei molto schivo, perché hai deciso di raccontare una cosa così personale?
Durante tutta la fase centrale della mia malattia l'ho tenuta nascosta e al riparo da tutti. Lo sapevano giusto i Dear Jack perché ero in tour con loro e avevano bisogno di sapere perché non potevo partecipare a delle date.
Ti ha aiutato a raccontare del tumore?
Non ho avuto il tempo di metabolizzare del tutto quello che è capitato. Mi considero uno dei pazienti più veloci della storia, dopo il pronto soccorso l'oncologo mi ha detto come stavano le cose e ho fatto un intervento un paio di settimane dopo e nel giro di tre mesi era tutto finito. Poco tempo dopo è stato male anche mio papà. Prima sono stato assistito e poi assistente, a distanza.
Nel frattempo si è ammalato il mondo intero...
Con questa canzone non so quanto farò guadagnare e non so quanti numeri farò ma tutto quello che potevo fare era restituire quello che mi era stato dato da Humanitas e dirlo era uno dei modi per far capire come stavano le cose. Vorrei che questa canzone fosse una specie di resilienza per tutti. Parlarne è per me una forma di esorcismo.
Questo è un tuo ritorno alla musica, come ti collochi in un panorama che è cambiato profondamente....
La cosa più complicata è trovare una risposta. C'è una specie di democrazia, è molto più semplice pubblicare delle canzoni e questo è un bene. Ma è anche pericoloso perché il concetto che la musica la possano fare tutti è anarchico. E' offensivo nei confronti di tutti coloro che hanno studiato. I professionisti dovrebbero essere rispettati sempre. La gente poi decide liberamente cosa ascoltare.
I live sono fermi, che progetti hai?
Potrei dire tante cose, c'è una strana abitudine di chi è in promozione di fare vedere i colori dell'arcobaleno, io sono preoccupato, non tutti quelli che fanno musica sono ricchi, saltare un anno di concerti è faticoso... non vorrei neanche essere nei panni dei politici che devono prendere delle decisioni si trovano ad affrontare il momento più difficile dal dopoguerra. Non mi metto a pontificare, ma i provvedimenti in atto non sono esaustivi.