Dopo il successo di "A classic horror story" il regista Paolo Strippoli torna con una nuova storia ambientata in una Roma in balia della violenza. Vietata ai minori
Il male affiora dal profondo. Con questo claim è stato lanciato "Piove", seconda regia di Paolo Strippoli, che torna a far parlare di sè dopo il successo internazionale ottenuto con il suo esordio "A classic horror story“. Dopo la presentazione ad "Alice nella città", nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, il film uscito nelle sale ha stupito tutti ed è stato definito come la grande sorpresa dell'horror italiano. Ambientato in una Roma sulfurea e alle prese con una misteriosa epidemia di rabbia incontrollata, "Piove" descrive un profondo disagio della nostra civiltà tra inquietante dramma familiare e violenza umana, a dimostrazione del fatto che l'horror sia un genere adatto per raccontare le condizioni sociali del mondo contemporaneo.
COSA RACCONTA - La storia è ambientata in una Roma periferica dove da qualche giorno, tracima dai tombini una melma grigiastra che attraverso un vapore denso, trasforma chiunque ne venga a contatto in un "mostro" di rabbia cieca, capace di ogni crimine. Un'emergenza che inizia a causare morti a ripetizione e travolge anche la famiglia Morel, che tenta di sopravvivere alla tragica scomparsa della madre, vittima di un incidente stradale: Thomas (Fabrizio Rongione), padre vedovo che si arrabatta per mantenere i due figli, l'adolescente Enrico (Francesco Gheghi) con cui ha perso ogni dialogo e la piccola Barbara (Aurora Menenti), costretta sulla sedia a rotelle dopo l'incidente. Il dolore per la perdita ha creato nella famiglia un senso di angoscia e di oscurità quanto quella Roma dove negli ultimi giorni, piove incessantemente e si susseguono episodi di violenza.
HORROR DEI SENTIMENTI - "Piove" è stato scritto a sei mani da Paolo Strippoli con Gustavo Hérnandez e Jacopo Del Giudice, quest’ultimo vincitore del Premio Solinas 2017 proprio con questa sceneggiatura. L'impianto del film oscilla tra due dimensioni, da una parte il male e la violenza insita in ognuno di noi, e dall'altra quella personale e intima con le tragiche conseguenze nei rapporti famigliari. Con riferimenti che passano dai tombini ("IT") alla Nebbia ("The Mist" di Darabont) di Stephen King, a John Carpenter ("Fog"), fino ad Ari Aster dove la famiglia è il luogo del dramma. "Piove" è un horror dei sentimenti dove la pioggia del titolo è un'allegoria che vuole rappresentare il rancore e il risentimento di una società. Un film che rinverdisce i fasti del genere nel nostro Paese dopo le pellicole cult di Dario Argento, tornato dopo dieci anni con "Occhiali neri", e in attesa dell'ultimo lavoro di Luca Guadagnino "Bones and all" con Timothée Chalamet.
IL DIVIETO AI MINORI DI 18 ANNI - Una storia che ha sorprendentemente portato in Italia alla censura e al divieto ai minori di 18 anni. "Non c'è nel film istigazione all'odio o alla violenza, anzi, sono condannate. Il film mostra proprio come la violenza generi altra violenza. Piove è una parabola positiva, lotta per trovare uno spiraglio di speranza", è stato il commento del regista alla decisione da parte della Commissione III per la Classificazione Opere Cinematografiche.
Per Cristiana dell'Anna che interpreta una malefica entità sovrannaturale personificazione della rabbia umana "sicuramente è più diseducativa la censura di quanto lo sia il film. Il genere horror ha la capacità di approcciare una sfera dell'umano, complessa e profonda che va affrontata, per superarne le parti oscure".