Il cantautore toscano, che venerdì 25 gennaio sarà live al Memo di Milano, si racconta a Tgcom24
di Santo Pirrotta© ipa
E' un omaggio ai fan il live di venerdì 25 gennaio al Memo. Pupo si esibisce infatti soprattutto sui palcoscenici internazionali e a Milano torna per ripercorrere i successi degli Anni 80 e regalare una versione intima, solo con chitarra, per raccontare chi è oggi. Enzo Ghinazzi di vite ne ha vissute tante. Sapendosi reinventare: cantante ma anche conduttore tv, ha messo in piazza con coraggio le sue difficoltà e alla fine è riuscito a risalire la china.
Enzo, raccontaci questo live al Memo, che è una sorta di regalo ai fan...
E' vero, in genere faccio concerti all'estero, in Italia solo d'estate e non tutti hanno la possibilità di venire a sentirmi. E' una bellissima occasione. Come lo sarà la serata a teatro a Legnago, in provincia di Verona, sono due live un po' diversi, ma sempre con la mia band storica.
Perché diversi?
A Legnago il live è più legato al mio ultimo disco, 'Porno contro amore', dove canterò sì i miei successi storici, ma è più un racconto. Quello del Memo è invece un concerto completamente impostato sugli Anni 80, ho anche l'intenzione di fare l'apertura con un paio di brani acustici, io e la chitarra, per mettere i puntini sulle 'i' su quello che sono oggi.
Chi è oggi Pupo?
Un uomo molto cambiato, credo in meglio, in virtù delle esperienze e delle mazzate ricevute e delle difficoltà, che per fortuna e capacità di sopportazione ho superato. Devo dire grazie anche ai miei collaboratori e alle persone che mi sono vicine, soni state importantissimi nel riposizionamento della mia carriera.
Pupo cantautore, Pupo conduttore: come è Pupo ai fornelli?
Un disastro, ma alla conduzione sono giusto, cucinano gli incapaci e non posso neanche aiutarli. Tomei colma le mie lacune.
L'esperienza a Strafactor come è stata?
E' nel mio Dna. la Toscana e i luoghi in cui ho vissuto sono pieni di gente strafactor. Li ho conosciuti, frequentati e usati. Mi ricordo che organizzavo degli spettacoli e 'usavo' dei ragazzi particolari per raccattare dei soldi. Poi facevo il biglietto per Milano per fare ascoltare le mie canzoni alle case discografiche.
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Hanno un senso ancora i talent?
Spesso sono eventi tv fine a se stessi. I risultati molte volte non sono quelli sperati e non sono di auto quindi alla musica. Quello che manca oggi è il lavoro sulle canzoni e sugli autori, con brani più adatti al mercato internazionale come facevamo noi negli Anni 80.
Ti piace il cast di Sanremo e ti piacerebbe presentarlo un giorno?
Il cast è di tutto rispetto, rappresenta la musica attuale. Mi è molto simpatica Arisa e mi piace Motta, il livornese scrive delle bellissime canzoni ed è un ragazzo talentuoso che magari nei talent non avrebbe avuto molta fortuna. Sanremo certo che è nei miei progetti, farei un festival diverso da Baglioni e Fazio, forse lo fare più simile a quello di Carlo Conti.
La tua canzone del cuore?
'Vedrai Vedrai' di Luigi Tenco, che è dedicata alla mamma. Io con la mia vivo in empatia nonostante l'età e devo dire che l'ho fatta dannare.
Negli ultimi anni hai gettato la maschera e ti sei mostrato per quello che sei, ti penti di qualcosa?
Mi resta difficile rinnegare le scelte che ho fatto, sono un uomo che ha ritrovato un equilibrio e una agiatezza anche economica. Che era impossibile da pensare. La mia storia ha dato emozioni come se fosse una canzone, forse racconterei di nuovo tutto ma...
Ma?
Dovrei essere certo che il risultato sia questo, che le mie figlie sarebbero comunque cresciute con la consapevolezza di avere un padre sincero. Perché sono un uomo che dieci anni fa era ancora indebitato per più di tre milioni e mezzo di euro e che è riuscito a pagare tutti i debiti, come fanno le persone oneste. Per me la parola vale più di una firma. Credo che tutto ciò sia straordinario e non posso dire che non lo rifarei.