DUE DATE PER LA BAND ANTI PUTIN

Pussy Riot, dalla Russia con furore: primo tour in Italia

Il "Riot Days Tour" del collettivo sarà per due tappe nel nostro Paese

13 Feb 2019 - 13:34

Non solo musica. Le Pussy Riot sono una punk band al femminile e anche un collettivo politico impegnato. Passamontagna (colorato) calato sul volto, si muovono in gran parte nell'anonimato attraverso performance provocatorie, azioni come flash-mob, in Russia (oppositrici decise contro Putin) e nel resto del mondo. Il gruppo sarà per la prima volta in Italia, per due date all'interno del "Riot days Tour": il 13 febbraio a Milano (Legend Club), e il 15 febbraio a Bologna (Estragon).

La loro portavoce Marija Alëchina afferma a Io Donna: "Provochiamo per attirare l'attenzione sui diritti negati. E cerchiamo di farlo in modo divertente".

Nate nel 2011, si sono imposte all'attenzione mondiale con una performance all’interno della Cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca nel 2012. Per questa azione, nello stesso anno, tre di loro furono incarcerate (gruppi umanitari, come Amnesty International, si batterono in loro difesa), per poi ricevere l'amnistia da Putin alla fine del 2013 (una trovata pubblicitaria in vista delle Olimpiadi invernali di Sochi del febbraio 2014?).

La loro lotta non si è mai arrestata, tra video virali, continue proteste (volte a danneggiare l’immagine pubblica internazionale di Putin, come quella durante la finale dei Mondiali di Calcio in Russia), guerriglie punk rock in luoghi pubblici, progetti musicali e teatrali. Le loro manifestazioni hanno avuto il sostengono di star della musica come Paul McCartney, Madonna, Sting, Björk, Yoko Ono e Patti Smith, facendole diventare delle icone dell'attivismo politico.

Al settimanale femminile de Il Corriere della Sera, Marija Alëchina ha raccontato cosa proporranno dal vivo: "Sarà una performance basata sul libro Riot Days, già distribuito in sette Paesi. Quindi un concerto, sì, arricchito da tanta musica elettronica, ma non solo". Il loro spettacolo "riflette e rappresenta una presa di posizione, ossia quella che abbiamo abbracciato dal primo giorno in cui sono nate le Pussy Riot e che abbiamo continuato a portare avanti anche dopo che io e Nadya siamo state arrestate, sette anni fa".

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