Fotogallery - Raoul Bova e Rocio Munoz Morales paparazzati a Roma
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L'attore ha raccontato i primi passi nel cinema, il provino per Tomb Raider con la Jolie, il suo rapporto con la bellezza
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Da ragazzino timidissimo, al debutto al cinema fino a quello spot con Madonna, Raoul Bova racconta in un'intervista al Corriere alcuni aneddoti sui suoi inizi. Il suo primo film è stato "Mutande pazze" di D’Agostino, di cui ricorda che doveva sedurre Eva Grimaldi, "bellissima, un’icona, vestita di pelle", ma ammette: "Ero imbarazzatissimo. Come con il bacio a Madonna", nel quale "avevo il terrore di sbagliare. Non sapevo come ci si bacia e ci si abbraccia sul set".
Raoul Bova racconta al quotidiano l'imbarazzo sui primi set, partendo da quando era un ragazzino timido: "Odiavo le interrogazioni perché dovevo parlare davanti a tutta la classe. A una recita scolastica, il professore fermò le prove: 'Tu per favore non cantare, muovi solo la bocca'. Per me è stato un trauma". Oltre a rivelare che alle feste faceva tappezzeria, ammette di non saper cantare e ballare ("Non riuscivo a muovermi, rigido come un pezzo di marmo. Le poche volte che ci ho provato, per lavoro, mi hanno quasi compatito").
L'attore non nasconde la volta in cui si è imbarazzato di più sul set: "Quando giravo La Lupa con Monica Guerritore, con molte scene di passione. Il regista era suo marito Gabriele Lavia che mi voleva più focoso: 'Devi prenderla con impeto, farla impazzire'. Immagini come mi sentivo, davanti a lui. Ero un ghiacciolo".
Per il problema di come si bacia sul set invece: "Dopo ho imparato che esiste una tecnica. Fu Lina Wertmüller a insegnarmi tutto sulle scene d’amore". E spiega: "Stare nudi davanti alla telecamera o a una cinepresa, con settanta persone che ti guardano è una sensazione... impattante. Se ti metti a pensare fai un casino, conviene entrare nel personaggio". Bova ha imparato quindi che "devi baciare non come se masticassi un chewing gum. Molti fanno il pesce, aprono e chiudono la bocca. Non va bene. Non bisogna stare al centro, per non coprire l’attrice. E occorre posare le labbra verso l’angolo della bocca di lei. Prima muovi la testa, poi il naso e infine puoi baciarla". Quello con Madonna com'è stato? "Umido, lei è stata carina" e ricorda che gli disse: “Rilassati, non ti preoccupare, lo rifacciamo finché non sei contento".
Raoul Bova ha lavorato con diverse star di Hollywood, tra le quali Angelina Jolie. Ricorda il provino per "Tomb Raider": "Volevano prendere me. Però soffrivo ancora di ansia. All’ultimo call back feci un disastro totale: dimenticai le parole, ricominciai da capo e non si fa". E rivela che tempo dopo la incontrò a una festa, in cui ballarono insieme e lei: "Mi confidò: 'Mi dispiace, facevo il tifo per te'". E lui: “Dai, ci saranno altri film, non ti preoccupare. Don’t cry for me, Angelina”.
Nell'intervistma Raoul Bova ammette di essersi reso conto di essere bello "quando mamma mi portava al mercato, ci regalavano sempre qualcosa, magari una mela. Ma fino ai 18 anni non avevo grande successo. Non ero chissà che". A proposito dell'obbligo alla bellezza, spiega: “Non sono soltanto bello, c’è di più. Ai tempi del calendario, quando mi toglievo la maglietta, c’era chi esclamava: 'Ah, ma allora gli addominali sono veri!'. Spesso mi sentivo un oggetto da guardare piuttosto che una persona con cui parlare".
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