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Red Hot Chili Peppers, la fuga è verso la melodia

Esce il 17 giugno "The Getaway", l'album che segna il ritorno della band californiana dopo cinque anni di silenzio. Al classico funky si accostano esperimenti sonori inediti

di Massimo Longoni
15 Giu 2016 - 08:08

Si intitola "The Getaway" (la fuga) il nuovo album dei Red Hot Chili Peppers, in uscita il 17 giugno. Un lavoro che arriva a cinque anni dal precedente "I'm With You" e che segna un'importante svolta nel percorso stilistico del gruppo che, al consueto funk rock, associa esperimenti blues e tanta melodia dal sapore pop. Produce Danger Mouse, tra le collaborazioni anche quella con Elton John nel brani "Sick Love".

Nell'anno 2016, a 32 anni dalla pubblicazione dell'eponimo album di esordio, il gruppo composto da Anthony Kiedis, Flea, Chad Smith e Josh Klinghoffer, ha deciso che era il momento di sperimentare qualcosa di nuovo. Intenzione ben chiara sin dall'inizio e incarnata dalla scelta di sciogliere la pluriennale collaborazione con Rick Rubin, produttore guru dei loro più grandi successi, per affidarsi a un personaggio del tutto diverso come Danger Mouse. La seconda spia del cambiamento è la collaborazione con Elton John, artista in passato difficilmente accostabile all'universo dei Peppers.

Il risultato è un album dove abbondano archi, synth, clap a raddoppiare la ritmica, sonorità stratificate e riferimenti ai 70's. Che non sono tanto nel brano co-scritto da Elton ("Sick Love") quanto in altri momenti come "Feasting On The Flowers", pezzo che per scrittura sembra uscito dal canzoniere di Elton John o Billy Joel, o in "Go Robot", con un'andatura disco. Ma questi non sono nemmeno i momenti più sorprendenti. Se nella prima parte del disco infatti il classico sound del gruppo affiora in più punti (il basso slappato del singolo "Dark Necessities", la ballatona "The Longest Wave" perfettamente nel solco della tradizione di "Under The Bridge"), i classici ritmi sincopati delle strofe si sciolgono in ritornelli aperti dove la vena melodica emerge più evidente che in passato. E nella seconda metà la fuga in avanti è più evidente. A volte anche con qualche giro a vuoto, come nell'omaggio a "Detroit", città forse troppo lontana dalle corde losangeline del gruppo per riuscire a dare una fotografia credibile e non stereotipata, o nella pallida "Encore". Ma spesso con un'interessante voglia di osare. In "This Ticonderoga" si giova di una produzione "sporca" nella strofa, con la chitarra di Klinghoffer molto in primo piano e distorta (mentre nel resto dell'album i suoni sono raramenti acidi e taglienti), con il contrasto di un ritornello asciutto con archi a ingentilire il tutto. Ma soprattutto in "The Hunter", dove il piano la fa da padrone e il funk lascia il posto al blues con tanto di chitarra slide (e solita profusione di archi e cori).

Forse è l'età che avanza e la ricerca di una maturità (a partire dal canto molto controllato di Kiedis), forse è la voglia di dimostrare di essere in grado di uscire dal seminato. Tra luci e ombre "The Getaway" è un album ambizioso, con alcuni momenti dedicati ai die hard fan e altri fatti apposta per destabilizzarli. Bisognerà vedere, una volta lontani da Danger Mouse, come questi brani cambieranno pelle dal vivo. L'occasione è alla portata anche dei fan italiani: il gruppo sarà in concerto da noi l'8 ottobre a Bologna e il 10 e 11 a Torino.

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