oltre tre ore di spettacolo

Renato Zero canta e incanta all’Arena di Verona

Trenta brani in scaletta, uno spettacolo di oltre tre ore in un crescendo di classe e emozioni per un artista senza età. Sul palco anche Emma e Renga.

03 Giu 2016 - 12:14

di Sauro Legramandi
@Sauro71

Ad avere la meglio alla fine è stato il suo di cielo, quello fatto di poesia, canzoni e colori. Il cielo di Renato Zero batte di gran lunga quello grigio che tenta di incupire l’atmosfera di Verona la sera del debutto del trittico live “Alt Arena Arrivo”. E la prima di Zero è buona, anzi buonissima: tre ore e mezza di emozioni condivise con 12mila fans presenti in Arena (e sicuramente molti di più tramite i social), trenta brani, tre-quattro monologhi dei suoi e due ospiti come Emma e Francesco Renga (ci sarà anche oggi, in coppia con Elisa) più i Neri per Caso.

Professionista e perfezionista, Renato Zero tiene il palco come solo lui sa fare, un artista d’altri tempi. E anche quando non lo si vede sul palco lui c’è. E' il caso di “Non dimenticarti di me”, pezzo inedito e d’apertura dell’intero show: Renato lo canta così bene da dietro le quinte che più d’uno è convinto si tratti di una traccia incisa. Invece no: lui c’è e lo metto subito in chiaro con un classico del repertorio, “Vivo”: il pubblico apprezza e poi si scalda le mani applaudendo “Chiedi” e riscoprendo un “Figli della guerra” d’annata. Alle 21.16 la prima standing ovation dell’Arena con Zero che arringa migliaia di fan in cerata accorsi da tutta Italia in Veneto quasi in un rito collettivo. Quando Zero canta, il suo popolo risponde in massa.

Sotto con brani del nuovo disco “Alt” (alla fine saranno ben undici) e pezzi di un repertorio di oltre quattro decenni. La sequenza della prima parte dello show è serrata, quasi veloce forse timorosa di un altro diluvio di queste variabili sere di giugno: “Una magia”, la scossa di un “Voyeur” che non si sentiva da un po’, “Il tuo sorriso”, “Cercami”, “Voglia d’amare” e “Figaro”. Il cantante ingrana, tutta la serata sta girando nel verso giusto e probabilmente questo stimola ulteriormente Zero. La pioggia si ferma, lo show e Renato decollano in avvio di seconda parte: “Più su” è una strepitosa anticamera di Emma che prima canta “Spiagge” poi duetta con Zero in “Per sempre” rendendo omaggio alla “testaccina” Gabriella Ferri. “Apprezzo la tua ostinazione e la tua perseveranza” dice il maestro all’allieva, prima di abbracciarla e congedarla.


Non c’è alt che tenga: il pubblico è già in estasi e quel che resta delle sue corde vocali diventa momentaneamente irraggiungibile quando Renato Zero si commuove in “Magari”, s’incazza con “I nuovi santi” e dissacra con “Sesso o esse”. Più canta, più la voce diventa quella dei giorni migliori, un marchio di fabbrica per quest’uomo di 66 anni, con alle spalle 45 milioni di dischi venduti e chissà quante centinaia di concerti. Dell’istrione trasgressivo di trent’anni fa è rimasto ben poco fuori: niente trucco stasera, niente piume e paillettes eccezion fatta per “Galeotto fu il canotto”, eseguita all’interno di un vero canotto con remo in mano e cappello in testa. Dentro Renato Zero invece è sicuramente rimasto lo stesso. Sono quasi le 23.30: sono più di due ore che Renato Zero canta e tiene il palco piazzando ogni tanto una stoccata all’industria discografica, al maschio moderno, ai politici e – visto il clima – a Noè e alla sua arca.

Il brano numero ventisei (!) della scaletta è “Amico” con Francesco Renga sul palco, poi due pezzi tratti da “Alt” e due classici come gran finale con i bodyguard che hanno il loro bel daffare quando Zero scende dal palco per stringere le mani dei fan. “Voi mi avete in quelle scatolette digitali – dice riferendosi ai cellulari impazziti davanti a lui – ma io vi ho tutti dentro il mio cuore”.

E’ l’apoteosi di una serata perfettamente riuscita e il classico commiato “non dimenticatemi” ha il sapore di un arrivederci. Perché, è praticamente certo, che Renato Zero dal vivo non si fermerà di sicuro a queste tre date di Verona.

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