Il cantautore pugliese ha pubblicato "Lasciami stare", un brano nato durante i giorni del lockdown di primavera, in cui racconta il dialogo con la propria "voce interiore". Tgcom24 ne ha parlato con lui
di Massimo Longoni© Clarissa Ceci
Si intitola "Lasciami stare" il nuovo singolo di Renzo Rubino, il primo dopo l'esperienza della seconda edizione del suo "Porto Rubino", il festival ideato dallo stesso artista e diventato un docu-film presentato alla 15esima edizione della Festa del Cinema di Roma. "Dopo quello che è successo ho deciso di andare avanti soprattutto divertendomi - racconta a Tgcom24 - e sto preparando un disco per bambini".
Nonostante il momento terribile in cui è nata, "Lasciami stare" non è una canzone specchio di un malessere ma piuttosto un canto contro il malessere. Racconta anche il silenzio composto degli artisti nel primo lockdown, la sofferenza per la mancanza dei live e del rapporto diretto col pubblico, l’incognita costante per ciò che verrà. Alla fine di tutto, però, la speranza trova sempre spazio. Rubino ora si trova nella sua Puglia, dove sta scrivendo e pensando a nuovi progetti nella speranza che tutto possa presto ripartire. "Il primo lockdown l'ho vissuto a Milano, dopodiché, appena hanno aperto un po' sono scappato giù - racconta -. Ho dovuto recuperare un po' di progetti perché ovviamente c'era tutta una programmazione relativa a un nuovo album che con la pandemia è saltata completamente. Ho fatto il Porto Rubino, un festival da me ideato dove ho girato di porto in porto con la mia barca portando la mia musica, che è stato ripreso da Sky e proiettato alla Festa del cinema di Roma".
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Come è nata "Lasciami andare"'?
E' un pezzo che ho scritto in pieno lockdown e mi sembrava giusto farlo uscire anche perché poi non farà parte di nessun album. E' nato una sera a Milano. Abitavo in quei mesi in un quartiere che si chiama Isola e che solitamente è pieno di vita e di locali. Sono sceso a portare a spasso il cane e questo paesaggio deserto, surreale, mi ha talmente colpito che ho voluto trattenerlo in qualche modo. Quando sono tornato a casa, anche se era molto tardi, mi sono messo al pianoforte e la canzone è nata.
Il pezzo è un dialogo con il tuo io interiore emblematico di quel periodo dove molte persone si sono trovate a fare i conti solo con se stesse.
Di fatto sono io che dico a me stesso "svegliati". In realtà on è un pezzo univocamente riconducibile al Covid, è un brano contro il malessere, scacciapensieri. Nei mesi a venire l'ho cantata un sacco di volte a chi mi conosce, era diventata una sorta di mantra che volevo condividere.
Molti aspettavano il 2021 come momento di rinascita ma l'impressione è di essere ancora in mezzo al guado. Tu come lo stai vivendo?
Il 2021 è iniziato in modo strano. Lo vivo come una specie di purgatorio, qualcosa che bisognava comunque affrontare. Il mio disco intanto l'ho rimandato al 2022, quando si spera tutto questo sarà finito. Ma nel frattempo faccio altre cose. In questi giorni sto scrivendo per un disco che uscirà intorno a maggio.
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E come sarà?
Si tratta di un disco per bambini, o meglio, per il bambino che è in ciascuno di noi. Sarà un contenitore di favole e filastrocche. Se penso all'idea di non poter stare in giro da ragazzini, vivere le amicizie, il giocare insieme. E' terribile.
Come ti ha cambiato questo periodo?
Ho deciso di andare avanti soprattutto divertendomi. Ovviamente questo è comunque un lavoro e quindi bisogna cercare di campare, ma senza grandi aspettative. Porto avanti il mio percorso artistico che non è fatto solo di musica. Per esempio di recente ho iniziato a realizzare delle maschere di argilla.
"Lasciami andare" colpisce anche per le sonorità un po' vintage, sicuramente diverse dalla maggior parte delle cose che si sentono oggi.
La canzone ha questo suono mariachi, di festa, un po' bandistico, che di fatto è il mio mainstream. Ci ha pensato Mauro Ottolini, che è un grande trombonista, che ha dato un mood rilassato.
Come hai vissuto il momento del lockdown da un punto di vista dell'ispirazione: hai approffittato del tempo per scrivere o ti sei sentito svuotato?
Il primo periodo a Milano l'ho usato per completare tutta una serie di cose che avevo in cantiere e che non avevo finito. Poi è venuto un momento di vuoto, dove non riuscivo a fare nulla. L'estate è stata molto importante perché attraverso Porto Rubino, il festival da me ideato dove giro di porto in porto con una barca, ho avuto modo di avere una nuova linfa creativa.
E poi cosa è successo?
Poi mi sono preso il tempo per dedicarmi alla mia musica, senza costrizioni. Una nuova forma di scrittura molto leggera.
Hai qualche progetto in vista?
Il disco nuovo è collegato al progetto di Porto Rubino. Ci stiamo ragionando ma è tutto da capire se si potrà fare oppure no. C'è timore.
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