L'artista lancia il nuovo album "Antidiva Putiferio" in cui collabora con Beatrice Quinta, Tancredi, Ditonellapiaga, BigMama e La Sad
Quattordici anni dopo "Caduta massi", Rettore torna con un nuovo album di inediti: "Antidiva Putiferio". L'artista, alla soglia dei 70 anni, reinventa sé stessa affiancandosi a nuovi talenti come Beatrice Quinta, Tancredi, Ditonellapiaga, BigMama e La Sad. E sulle polemiche di queste settimane su Tony Effe tuona: "Piuttosto che colpire gli artisti, non esponete i bambini a ogni ora del giorno alla cronaca nera".
"Sono sempre stata un'antidiva - ha raccontato la Rettore - e sono l'immagine del putiferio fin da bambina, a partire dai miei capelli. Non devo dimostrare niente, non ho bisogno di cambiare il mio modo di fare musica per adattarmi alle mode di oggi, non l'ho mai fatto e non mi metto ora dei limiti. Non sto cercando di diventare popolare o conosciuta. Del resto il silenzio ci vuole: non puoi sempre dire cose nuove in continuazione. Ci sono grandi cantautori che rifanno lo stesso disco da 30 anni, il nuovo album parla di me e anche della società attuale, non evitando critiche ad esempio ai social, ma sempre con un occhio allo smile piuttosto che con un velo nero".
Il nuovo lavoro è una sorta di concept album: "C'è un filo rosso che lega tutte le canzoni. Ognuna inizia dove finisce l'altra. È un cubo di Rubik dalle tante sfaccettature: cambia in base a come lo muovi, deve smuovere un po' la curiosità per qualcosa che sia già sentito, già digerite". E le atmosfere sono quelle anni Settanta e Ottanta, tra voglia di scatenarsi, elettronica e collaborazioni con giovani artisti, perché "finché abbiamo vita, abbiamo bisogno di muoverci, il movimento è vita".
Per Rettore collaborare con i giovani è una necessità: "Altrimenti mi sarei chiusa nel mio mondo di serpenti, kobra, lamette. Avevo bisogno di un mare nuovo da esplorare, più selvaggio, incontaminato e pescoso". Mai guardarsi indietro con nostalgia: "Vivere di ricordi è condannarsi al resto di una vita malinconica. Vivere il momento è vivere veramente. Non riuscirei a collaborare con colleghi della mia generazione".
Rettore parla anche delle difficoltà degli inizi tra critiche e censure: "E' stato difficile anche per me: per 4-5 anni ho fatto mangiar polvere. Poi qualcuno ha detto basta e sono stata un po' tacitata. Non piaceva il mio successo, mi criticavano per il look. Insomma i discorsi sono sempre gli stessi, ancora oggi, perché siamo un Paese di mammoni maschilisti". Sulla sua pelle, ai tempi di Kobra e Lamette, Rettore ha sperimentato anche la censura, tema tutt'ora attuale, soprattutto quando si parla di trapper.
"Vogliamo tornare a mettere la foglia di fico sulle statue di Michelangelo - continua - Vogliamo riscrivere la Bibbia? L'arte non può essere censurata. Prendi Tony Effe: volete fargli un dispiacere? È il numero 1 del 2024. Piuttosto che colpire gli artisti, non esponete i bambini a ogni ora del giorno alla cronaca nera. Ridate loro la tv dei ragazzi".