L'INTERVISTA

Rettore: "Sono una punk dalla vita spericolata e con il mio album darò forti emozioni"

La cantante torna con un nuovo singolo, "Il senso del pericolo", che anticipa il nuovo lavoro in uscita nei prossimi mesi. Tgcom24 ne ha parlato con lei

di Massimo Longoni
06 Lug 2024 - 09:51
 © Ufficio stampa

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Tra i protagonisti dell'estate 2024 non ci sono solo cantanti che guardano agli anni 80, ma anche chi quegli anni li ha vissuti diventandone un'icona assoluta e oggi è ancora in grado di fare musica con un occhio alla contemporaneità. Rettore è tornata con "Il senso del pericolo", nuovo singolo uscito a fine maggio che fa da preludio alla pubblicazione di un nuovo album di inediti, il primo tredici anni dopo "Caduta massi". La canzone, lontana dagli stilemi di quelli che vengono definiti tormentoni, è un inno all’estate, un invito ad andare incontro alle opportunità che la vita offre, alla spensieratezza.

Prodotto da Luca Chiaravalli e Claudio Rego (musicista e autore marito di Rettore e sua anima gemella artistica da più di 40 anni), "Il senso del pericolo" prende il La dalla prima collaborazione con il produttore risalente all'anno scorso. "E' nata subito dopo il singolo con Tancredi, "Faccio da me" - spiega Rettore -. Ci siamo trovati subito molto bene anche con l'idea, con la sonorità e il fatto che io in fondo, anche se poi qualche volta mi permetto di cantare qualche canzone di Elton John, sono fondamentalmente una punk, sono una spericolata appunto. E questa cosa il gigantesco maestro Luca Chiaravalli me l'ha appoggiata in pieno. Per cui ci siamo trovati veramente come il bagnoschiuma con l'acqua calda".

"Il senso del pericolo" è uscita a fine maggio ma inevitabilmente si affaccia all'estate pur non avendo nulla di quello che oggi si usa definire "tormentone"...

Che brutta parola! Saranno vent'anni che è tornato di moda questo tormentone, mettiamogli un altro nome. Purtroppo da noi c'è la mania di catalogare le cose, bisogna appiccicare per forza una definizione. Oltretutto i tormentoni sembrano fatti apposta per vivere solo durante l'estate ed essere dimenticati il primo settembre, invece ci sono anche delle canzoni belle che vale la pena di tenere, no?

Hai vinto dei Festivalbar, hai marchiato a fuoco alcune estati degli anni 80 con canzoni che ancora oggi sono iconiche.

Specialmente "Donatella" è stata una fenomeno incredibile. Non potevi passare da un paesetto dove c'era un jukebox senza sentirli risuonare. Però nessuno l'ha mai definita un "tormentone".

Quanto c'è di autobiografico in "Senso del pericolo"?

Molto. Penso davvero che bisogna andare incontro al proprio destino senza prendere delle precauzioni, infatti dicono che la fortuna aiuta gli audaci. Nella vita bisogna buttarsi, non farsi tante menate! Perché se ti censuri e perdi tempo a pensare se una cosa va bene o quell'altra va male, è tutto tempo perso. E la vita è breve.

Quando dovrebbe uscire l'album?

Speriamo verso l'autunno. In realtà sarebbe dovuto uscire già nel 2023, poi i tempi si sono allungati. Verso settembre o ottobre uscirà un altro singolo, questa volta insieme ai La Sad, e poi arriverà l'album. 

Puoi dirci qualcosa di come sarà?

L'album è veramente spericolato, tu mi metteresti alla guida di una Ferrari da competizione? 

Se uno volesse provare forti emozioni sicuramente...

Ecco, esatto. Infatti è un album dalle forti emozioni. Si fa continuamente testa coda. Per ora ho pronte 13 canzoni, ma non è detto che non ne levi qualcuna e ne metta qualcun'altra, perché fino a ottobre… Comunque per me è un disco molto godibile, come entrare in pasticceria. È un disco profumato.

Come mai hai fatto passare tredici anni dal tuo album precedente, "Caduta Massi"?

Sono cambiate tante cose, avrei potuto fare altri cinque ma man mano che scrivevamo cose nuove o che sentivamo altre collaborazioni le cose cambiavano. Poi io non sono una che si preoccupa se perde il giro e per un anno non esce con qualcosa, se non ho una cosa che mi convince preferisco non pubblicare nulla. Una volta mi sono anche ricomprata un disco perché non mi piaceva come era mixato e arrangiato, un disco degli anni 90 intitolato "Diavoleria". Dicono che quel master sia stato bruciato.

Nel cassetto hai tante canzoni che hai scritto e poi hai preferito non fare uscire?

Sì, ne ho abbastanza. Riascoltandole hanno sempre un loro motivo di esistere, è pur sempre roba mia, però capisco che passato il momento, quando le cose stanno ferme per tanto tempo poi magari ti disaffezioni un po'. Non hai più quella freschezza di quando l'entusiasmo e la freschezza di quando le hai scritte.

Sei molto critica sul tuo lavoro?

Delle volte anche forse troppo, però in diverse occasioni, grazie al pensarci due volte mi sono salvata dallo sputtanamento. Ecco, in questi forse il senso del pericolo l'ho avuto.

Cos'è che ti fa invece capire che una canzone ce la può fare e merita di arrivare al pubblico?

Il test avviene quando vado in studio e la provino. Se immancabilmente sorrido e Claudio mi guarda e ride, vuol dire che ci sta, funziona. Anche per "Il senso del pericolo" mi sono divertita un sacco. 

Hai detto che il prossimo singolo sarà con i La Sad. Negli ultimi anni, dalla partecipazione a Sanremo in avanti, hai lavorato con molti artisti della nuova generazione, come Ditonellapiaga, Tancredi, La Rappresentante di Lista...

I miei colleghi che non li capiscono dovrebbero fermarsi un attimo e capire che questi ragazzi conoscono tutto degli anni 80 e 90. Ma non conoscono le facce, ma le canzoni le conoscono tutte, anche quelle più di culto, tipo "Tenax" di Diana Est, per dire.

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