L'artista solidale con Colin Kaepernick, primo giocatore a non alzarsi durante l'inno
Rihanna ha voltato le spalle al Super Bowl (una delle vetrine più importanti negli Stati Uniti) in segno di protesta. La cantante era stata contattata per esibirsi durante l'intervallo, ma ha rifiutato per solidarietà nei confronti dell'ex quarterback Colin Kaepernick. Il giocatore della National Football League è stato il primo sportivo a restare seduto durante l'inno, in segno di protesta contro il razzismo e la polizia violenta.
A quanto scrive "Us Weekly" la Nlf e Cbs, che trasmetterà la finalissima del campionato il prossimo febbraio, hanno invitato la popstar ad esibirsi durante l'intervallo (half-time show) ma lei ha rifiutato a causa della posizione della lega football sulla protesta dell'inno prima delle partite. Dopo il due di picche dell'artista, l'organizzazione del Super Bowl si è rivolta ai Maroon 5.
Kaepernick (30 anni) è l'ex quarterback dei San Francisco 49ers che nell'agosto del 2016, prima di una partita amichevole, rimase seduto durante l'inno nazionale. Un gesto per protestare contro le discriminazioni e le violenze nei confronti dei neri negli Stati Uniti, che gli costò la carriera (da allora è infatti rimasto senza contratto). Altri hanno poi seguito il suo esempio, nel baseball e in altri sport, e alcuni giocatori hanno cominciato ad ascoltare inginocchiati l'inno americano dando vita al movimento ribattezzato "take a knee" ("inginocchiati").