Fotogallery - Le trasformazioni di Russell Crowe
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I tanti volti dell'attore premio Oscar e i suoi differenti look
Russell Crowe compie 60 anni. L'attore neozelandese, premio Oscar per "Il Gladiatore" ma anche cantante della band "The Gentlemen Barbers", con cui si è da poco cimentato in un tour europeo, (che proseguirà anche in estate), è un vero e proprio maestro delle trasformazioni. Con o senza barba, magro, muscoloso o con la pancetta, tanti i look, che hanno contraddistinto la sua ricca carriera.
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Proprio di recente l'attore ha sfoggiato il suo nuovo "volto" senza la storica barba, tagliata, dopo cinque anni, per esigenze di scena. Crowe vestirà infatti i panni del politico tedesco e leader del partito nazista, Hermann Göring, nel film "Nuremberg", dramma storico scritto e diretto da James Vanderbilt, le cui riprese sono cominciate a marzo in Ungheria. "Primo taglio dal 2019", ha scritto il premio Oscar su X mostrando lo scatto che lo ritrae con il volto rasato e visibilmente ringiovanito.
L'ultima apparizione con la sua folta barba è stata sul palco di Sanremo 2024, dove l'attore ha cantato insieme alla band "The Gentlemen Barbers" "Let the light shine".
Ma la barba, che Crowe aveva già "spuntato" in occasione delle riprese di "Thor: Love and Thunder" per interpretare il ruolo di Zeus, non è l'unico aspetto della star, che negli anni ha subito vere e proprie trasformazioni.
Il sex symbol tutto muscoli, che ha interpretato Massimo Decimo Meridio, prima generale dell’Impero Romano e poi gladiatore in cerca di vendetta, nell’omonimo film di Ridley Scott, nel 2000, ruolo che gli valse la statuetta come migliore attore nel 2001, è irriconoscibile, invecchiato e ingrassato, nei panni di Roger Ailes, storico fondatore di Fox News noto per il suo coinvolgimento nella politica americana e accusato di molestie sessuali ai danni di alcune dipendenti, nella serie tv del 2019 "The Loudest Voice in the Room" con cui nel 2020 si è aggiudicato per la seconda volta il Golden Globe.
Sbarbato e acqua e sapone lo ritroviamo invece, molto prima, nei panni del matematico John Nash in "A Beautiful Mind" di Ron Howard, film del 2001 grazie al quale ha ottenuto un BAFTA, un Golden Globe e la sua terza candidatura all'Oscar. Ma Crowe è stato anche il capitano Jack Aubrey nel 2003 in "Master & Commander - Sfida ai confini del mare" di Peter Weir, biondo e coi capelli lunghi in quello che rimane uno dei suoi ruoli più intensi e tra i suoi favoriti. Nella parte dell'ufficiale di marina al comando della fregata Surprise, Russell Crowe sfoggia una varietà di atteggiamenti e sentimenti che sottraggono in fretta il film allo stereotipo del period-film di guerra per farne un fantastico viaggio alla scoperta del mondo tra Capo Horn e le Isole Galapagos in quell'800 che vedeva l'Inghilterra dominare i mari del mondo alla scoperta di nuovi confini.
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Nato a Wellington, Nuova Zelanda, il 7 aprile 1964 è da sempre orgoglioso delle sue origini maori (per parte di madre), di un cocktail di razze che si sono fuse nei secoli (irlandese, tedesca, gallese, scozzese, perfino italiana), del suo essersi fatto dal nulla e di aver imparato a recitare come autodidatta per passione e determinazione. Ha frequentato i set fin da piccolissimo (i genitori lavoravano al catering delle produzioni), lasciato casa a 16 anni spostandosi per anni tra il paese d'origine e l'Australia, spesso guadagnandosi da vivere come musicista di strada, facendosi le ossa nelle soap-operas. Per lui però le porte di Hollywood, dopo i primi passi nel cinema fatti inizialmente in Nuova Zelanda e poi in Australia, si aprirono grazie a "L.A. Confidential" del 1997 (accanto a Kim Basinger, Danny DeVito e Guy Pearce). Il ruolo dell'investigatore senza illusioni, piegato dai fantasmi del suo mestiere, gli calza a pennello e ne ripetera' il successo, con molte varianti, lungo tutta la carriera. Due anni dopo ottiene la prima candidatura all’Oscar e ai Golden Globe per "Insider - Dietro la verità" di Michael Mann.
Sarà tuttavia nel 2000 che Crowe verrà travolto da una grande notorietà internazionale interpretando il suo personaggio più celebre, il generale romano Massimo Decimo Meridio nel film "Il Gladiatore" di Ridley Scott (da qui comincerà quel sodalizio con il regista che dura tutt'oggi), grazie al quale vince l'Oscar al miglior attore.
L'anno successivo è nel film di Ron Howard "A Beautiful Mind": qui Crowe interpreta un ruolo diverso da quelli in cui il pubblico è abituato a vederlo, con il professore di matematica John Nash, affetto da una grave forma di schizofrenia. Per la sua interpretazione, Crowe conquista il Golden Globe e il BAFTA Award come miglior attore protagonista, arrivando perciò la notte degli Oscar super favorito; tuttavia i giurati dell'Academy gli preferiscono Denzel Washington per "Training Day".
Nel 2003 è nel nuovo film di Peter Weir: "Master & Commander - Sfida ai confini del mare", un film di avventura, storico, drammatico e di guerra dove Crowe interpreta il capitano Jack Aubrey e viene nominato ai Golden Globe. Due anni dopo, nel 2005, è protagonista di "Cinderella Man - Una ragione per lottare" di Ron Howard; qui riceve la sua quinta candidatura ai Golden Globe. Poi nel 2006 è protagonista di "Un'ottima annata - A Good Year"di Ridley Scott.
Nel 2007 è protagonista con Christian Bale del remake del film "Quel treno per Yuma" e con Denzel Washington in "American Gangster" di Ridley Scott. Interpreta poi "Nessuna verità", nuovamente di Ridley Scott, dove Crowe è un boss della CIA, dividendo lo schermo con Leonardo DiCaprio. Nel 2009 è tra i protagonisti, assieme a Ben Affleck, Rachel McAdams e Helen Mirren, del thriller politico "State of Play", mentre nel 2010 torna ancora una volta a collaborare con Ridley Scott in "Robin Hood".
Nel 2014 Crowe interpreta il protagonista Noè nel colossal biblico, intitolato "Noah" di Darren Aronofsky, e negli anni successivi un film dopo l'altro, da "Storia d'inverno" accanto a Colin Farrell a "The Nice Guys" con Ryan Gosling.
Alla soglia dei 60 anni sembra pronto per scrivere un percorso artistico tutto da tracciare, ma non ci sarebbe da sorprendersi se scartasse di lato ancora una volta, come a inseguire un sogno interiore che ha proiettato nella sua unica e intensa regia, "The Water Diviner" del 2014. Ambientato tra Gallipoli e l'Anatolia alla fine della prima guerra mondiale, è il racconto di viaggio dell'agricoltore australiano Joshua Connor che ha attraversato il mondo per ritrovare tre figli ufficialmente caduti sulla spiaggia di Gallipoli (omaggio indiretto al film omonimo del suo maestro Peter Weir) avendo promesso alla moglie di riportarne i corpi a casa. Joshua è un radioestesista naturale, ma oltre l'acqua sotto la terra questa volta deve trovare i suoi morti. Scoprirà che il maggiore è ancora vivo e riuscirà a portarlo in salvo con l'aiuto di un ragazzino turco e di sua madre. Il film è cosi' insolito e personale che merita anche oggi di essere recuperato. Perché è proprio in questa diversità dai ruoli che Hollywood gli ha cucito addosso che oggi e domani forse Russell Crowe farà rivivere il suo mito.
Russell Crowe sarà in concerto, il 23 giugno, con la sua band, al Tempio di Venere, nel parco archeologico del Colosseo, che si trova proprio accanto all'Anfiteatro Flavio, che lo ha visto protagonista nel Gladiatore, prima data italiana del suo attesissimo tour nel nostro Paese. L'attore/cantate sarà poi protagonista anche a Pompei (9 luglio 2024, Anfiteatro degli scavi), Ascoli Piceno (11 luglio 2024), Piacenza (13 luglio 2024, Palazzo Farnese), Varese (14 luglio 2024, Giardini Estensi) e Bologna (16 luglio, Teatro Comunale Nouveau). Crowe ha annunciato il suo tour sul palco del teatro Ariston, ospite della terza serata del Festival di Sanremo.
Recentemente Russell Crowe ha rivelato di avere (anche) lontane origini italiane. L'attore australiano, nato in Nuova Zelanda era alla ricerca dei suoi antenati italiani da tempo, ma "folkloristici racconti familiari ed errori di scrittura" gli hanno fatto imboccare "piste sbagliate". Alla fine però è venuto fuori, come ha scritto lui stesso su X, che "il mio bis-bis-bisnonno, da parte materna, arrivato in Nuova Zelanda nel 1864, era Luigi Ghezzi, nato nel 1829 ad Ascoli Piceno".
Luigi Ghezzi era figlio di "Augestine e Annunziata, nata a Parma". Andato a lavorare in Argentina, poi si imbarcò per l'India, "fece naufragio e finì a Città del Capo, dove incontrò e sposò Mary Ann Curtain". I due poi emigrarono in Nuova Zelanda. Russell Crowe ha condotto ricerche storiche meticolose sui suoi avi, scoprendo origini norvegesi, italiane, scozzesi, maori, e da un test del Dna di un parente stretto sono emerse ascendenze "in maggioranza irlandesi, anche se non sappiamo come e tramite chi".
"Nella famiglia di mia madre, a 3 generazioni di distanza, ci sono state donne sposate con uomini chiamati Crowe. Alcune persone sono venute da me per dirmi che siamo imparentati e sono stato un po' scettico pensando di conoscere ogni membro della famiglia Crowe, ma sono anche imparentato con un'altra linea di Crowe che sembra aver vissuto in Australia all'inizio".