E' uscito "Cinema Samuele", il nuovo album del cantautore che interrompe un silenzio di quasi 8 anni, figlio di una crisi personale. Tgcom24 lo ha incontrato
di Massimo Longoni
Dieci racconti preziosi, che sono musica ma si fanno immagine quasi fossero cortometraggi. Sono le dieci canzoni racchiuse in "Cinema Samuele", l'album che segna il ritorno di Samuele Bersani a quasi 8 anni di distanza dall'ultimo lavoro di inediti. "Ho attraversato un periodo di crisi profonda personale, che mi ha inaridito - spiega -: non riuscivo a scrivere nulla. Questo album è la luce dopo il blackout".
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Si dice che un libro non debba essere giudicato dalla copertina, e lo stesso dovrebbe essere per un disco. Ma ci sono casi in cui contenitore e contenuto sono strettamente legati. Come in "Cinema Samuele". La splendida cover realizzata da Paolo Di Francesco raffigura un mondo che si schiude in un palazzo costituito dalla silhouette del cantautore di spalle. Una silhouette nera, come il buio che lo ha attanagliato per anni, nella quale si aprono luci e sprazzi di vita, con riferimenti al passato (l'orologio della stazione di Bologna fermo sulle 10:25) o sul presente (il cartellone con l'arcobaleno e la scritta "andrà tutto bene"). Quasi una moderna rivisitazione de "L'impero delle luci" di Magritte, dove la luce è data dalle storie che Bersani ha saputo cesellare ancora una volta con il suo inconfondibile tratto di penna.
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Il rapporto con il cinema, di cui Bersani è un grande appassionato, non è un semplice vezzo, peraltro rafforzato dal ringraziamento all'interno del libretto del disco a 80 registi monumentali, da Federico Fellini a Quentin Tarantino. Nel cinema del cantautore di Cattolica si rincorrono storie che formano dei film le cui immagini sono formate dalla forza delle parole. "E' un lavoro che non è una pellicola ma ha l'ambizione di poterlo essere a occhi chiusi - dice lui -. Una ragazza una volta mi ha detto che scrivo cortometraggi per non vedenti. E' il più bel complimento che mi abbiano mai fatto".
Paradossalmente questa volta tutto è partito dalla musica e non dalle liriche. "Ho scritto prima tutte le musiche, come fosse la colonna sonora di qualcosa che sarebbe venuto poi - spiega Bersani -. Quindi ho scritto le melodie, cantandole in finto inglese. Infine, nell'ultimo periodo, quando sono tornato a Bologna dopo aver vissuto per un po' a Milano e poi a Parma, ho scritto i testi".
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L'album esce il giorno dopo del giro di boa dei 50 anni ("Mi piaceva l'idea di festeggiare questo traguardo e poi regalare questo lavoro che mi ha tenuto in studio tanti anni"), a cui Samuele arriva al termine di un momento difficile che lo ha tenuto lontano dalla musica a lungo. "L'ultimo album di inediti, 'Nuvola numero nove' risale a quasi otto anni fa - spiega -. Dopo averlo pubblicato e aver fatto il consueto giro di concerti ho avuto un momento di difficoltà profonda, un momento privato che mi ha impoverito. Non riuscivo a scrivere nemmeno la lista della spesa. forse avevo scritto troppi sms che volevano arrivare al cuore di una persona. E forse in quegli sms mi sono impoverito".
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Per qualcuno la tristezza e la disperazione sono fonte di ispirazione. Non così per Samuele, che si è trovato come svuotato. "Posso fare a meno di scrivere canzoni ma non posso fare a meno di stare bene in amore - spiega -. Avevo creduto nella storia di 'En e Xanax' (suo singolo del 2013 ispirato alla fidanza di allora, Desirée - ndr), ma alla fine gli unici En e Xanax che conosco sono i miei genitori che stanno assieme da sessant'anni". Nel disco c'è un brano che è più importante di altri per marcare l'uscita dalla crisi del cantautore. "'Il tuo ricordo' è una pepita - avverte -, dove il presente vince sul passato. E' il brano che mi ha fatto uscire dal buio".
L'amore di cui può godere ora Bersani è soprattutto quello della gente che ha accolto il suo ritorno con un entusiasmo tangibile. "La reazione all'uscita del primo singolo 'Harakiri' è stata quasi commovente - conferma -. Io credo ci sia fame di roba bella, di belle storie e di canzoni. Mentre in tutti questi anni non tutti ma moltissimi si sono messi a fare altre cose. Che è sempre musica, ma è un'altra cosa. Secondo me un certo calo di qualità dipende anche da tanta fuffa uscita dai talent".
Adesso davanti c'è la voglia di tornare a guardare la gente negli occhi in una situazione live. Per Bersani in vista c'è anche un nuovo tour, annunciato per la prossima primavera e con partenza il 18 aprile dal Teatro degli Arcimboldi di Milano.